quella di un pianeta. Il loro colore è verde-azzurro. Una bella serie di questi oggetti è disegnata nelle figure della Tavola VI che dà i tipi delle più
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presenta una parte centrale netta, talchè la Nebulosa al primo aspetto si presenta come il pianeta Saturno nell’epoca in cui l’anello ha l’apertura
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quella guisa che gli asteroidi tra Marte e Giove tengono luogo di un pianeta maggiore.
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corteggio di quella stella che noi chiamiamo Sole. Questa cognizione poi ha per base le dimensioni stesse del nostro pianeta, e da questo dobbiamo dare
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, gli altri includono nella loro l’orbita terrestre. La distanza relativa di un pianeta inferiore dal Sole si ha facilmente mediante le massime sue
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Astraendo per ora dalla piccola inclinazione che l’orbita del pianeta possa avere su quella descritta della Terra attorno al Sole: sia (fig. 55) S il
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parte del pianeta PTT', PT'T che sono i due angoli cercati adiacenti alla base TT' donde immediatamente si ricaverà il lato PT o PT', cioè la distanza
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Sia (fig. 56) S il Sole, P il pianeta e T la Terra nel momento Fig. 56 dell’opposizione, cioè quando il pianeta sta presso mezza notte diametralmente
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nome del suo scopritore, porta seco la conseguenza, che basta sapere la distanza dal Sole di un solo pianeta per avere quelle di tutti gli altri. Anzi
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’applicò pure al pianeta Marte come vedremo per cavarne la distanza del Sole.
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indiretto di osservare la distanza di un pianeta della Terra. Scelse a questo effetto il pianeta Marte, che quando sta nella opposizione viene ad una
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differenza trovata si conclude la parallasse. In questa maniera le refrazioni hanno piccola influenza perchè tanto la stella che il pianeta sono da
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Ma fu un inglese, il celebre Halley, che insegnò agli astronomi la vera maniera di servirsi di questo pianeta per avere la parallasse solare, e ciò
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Il metodo di Halley consiste nell’osservare il tempo che impiega il pianeta ad attraversare il disco solare, quando stando esso nella congiunzione
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, e non si potrà vedere il pianeta sul Sole, se non quando Venere andrà dall’altra parte dell’orbita, nel nodo discendente, per poi ritornare il
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che proiettandosi da essi il pianeta sul Sole, ciascuno lo vedrà descrivere una corda differente. Da A si avrà la corda aa' e da B la bb', le quali
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e la sortita del pianeta nelle due stazioni, bastava a calcolarne la lunghezza, conoscendo la velocità di Venere relativamente al Sole; velocità che
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Però il metodo di Halley ha lo svantaggio che richiede una osservazione completa dell’ingresso e dell’egresso del pianeta fatta in ciascheduno dei
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dalle tavole il momento della congiunzione del pianeta col Sole, e la sua velocità relativa al Sole, è facile determinar l’ora precisa rapporto ad un
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due interni, quando cioè il pianeta immergendosi tutto nel disco solare si chiude attorno ad esso la luce solare in un momento istantaneo a guisa di un
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Ma questo pure è Fig. 70 soggetto a delle incertezze per le deformazioni che subisce il pianeta e sopratutto per quella apparenza conosciuta sotto il
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anche su di esso. Questa aureola è certamente dovuta alla atmosfera del pianeta, la quale produce una refrazione circolare e una specie di crepuscolo
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Da questo specchio si rileva che la distanza massima del pianeta Nettuno, che è il più remoto dal centro del sistema è 30 volte quella della Terra
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; ma lo scoprire l’intreccio di questo grande sistema non sarà sicuramente mai concesso agli abitatori di questo piccolo pianeta.
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15.° Nell’immensa varietà delle creature che furono già, e che sono sul nostro pianeta, possiamo argomentare la diversità di quelle che possono
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la durata del nostro piccolo pianeta si toccano. Ma anche qui siamo lungi dallo avere una durata infinita: se essa fosse tale l’attività mondiale
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