Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215678
Elsa Morante 38 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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© 1959, 1969 e 2007 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino Prima edizione «Libri per ragazzi» www.einaudi.it ISBN 978-88-06-18632-6

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per salutare, e gridava: — Addio, brava Grigia! Vieni a trovarmi, qualche volta! — Bah! — disse il povero mercante. — Andiamo a fare una passeggiatina

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mi sposo. E poi, va' subito in cerca di una moglie per me. Gira per il paese, e tutte le piú belle ragazze e principesse che trovi portale qui al

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! — Ora ve lo farà vedere! — Evviva Pic ! Arriva Pic! E Pic arrivò. Pic per molto tempo era stato uno scolaro, e anzi era arrivato fino alla prima

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soldato del Re Stampato per conto della Casa editrice Einaudi Presso Mondadori Printing S.p.a., Stabilimento N.S.M., Cles (Trento) C.L. 18632 Edizione

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bellissimo sorriso. — E smettila di abbaiare! — continuò Massimo. — È il mio stomaco che abbaia, io non ne ho colpa, — rispose il povero Piuma. Per

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in fila, incoronate di coralli e di giacinti, con le loro scarpe d'argento e lo strascico lungo per terra. Anche Maria Rosina si era messa una

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e nessuno ha piú bisogno di me per guardarli. E le bambine imparano da sole a fare la calza. E andrà a finire che anche la terra si zapperà da sé

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La casa è grigia, piuttosto brutta. Per guardare fuori della finestra bisogna salire su di una sedia, e stare molto attenti, perché la sedia zoppica

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soltanto « sí » e « no » con la testa, e anche per questo bisogna darle una spinta. - Bellissima, - disse Rosetta, - sorveglierai bene Caterí finché io

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— Sono lo Stracciarolo, per servirvi, — disse l'ornino che aveva bussato alla porta, levandosi il cappello. Aveva una lunga barba, e un vestito tutto

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le braccia come per dire all'omino: — Sono uno straccio, sí, sí. Mettetemi nel sacco e lasciate a Caterinuccia un soldo per la cena —. L'ornino capi

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d'argento, regalatagli un tempo dalla Principessa delle Querce, e che ora non suona piú; ma Tit la teneva sempre per ricordo. — Chi sei? — chiese

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— Signori, non posso darvi il biglietto per un soldo bucato, — disse malinconicamente l'impiegato della stazione, che si era fatto il suo sportello

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— Cavaliere, perché mandate via quel ragazzo? — Eccellenza, — disse il Gufo, — non ha soldi per pagare il biglietto —. E si soffiò il naso che era

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vicino per partecipare alla conversazione, — Bandiera vecchia, onor di Capitano! — Che c'entrano qui le bandiere e i Capitani ? — chiese la rondine

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. Anche il vento lo sa e lo dice all'erba. Tor tor tor tititi. Il re dei topi ancora corre per lui col gatto alle calcagna. Titi tor tor. E per lui i topi

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Era la festa della Signora del Pineto. Ella aveva invitato molte bambine, e fate, e nani del bosco. Le bambine con le trecce giú per le spalle e i

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avrà né padre né madre, — osservò una fata. — Già, ma allora, per chi mette in serbo tutti quei soldi? Le fate cominciarono a discutere animatamente

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parola. Tit chiese il permesso di visitare il castello, per vedere se per caso ci fosse Bellissima. Fa' pure, — disse la Signora del Pineto, — visto che

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sciolta la treccia. Per fortuna il castello era deserto, e anche la Signora tornò subito dai suoi ospiti, e allora Caterí si senti piú tranquilla. Il

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Lo seguivano due dei suoi amici piú fidi, che portavano gli occhiali e le barbe finte per rendere piú terribile il loro aspetto. Essi tenevano il

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almeno che ci muoviamo per andarcene, — borbottò Pic. Ma Sbarraponti, che era il piú orgoglioso e il piú astuto dei tre, non poté sopportare la vergogna

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d'argento, con la treccia che le tremava a causa della sua grande disperazione, Caterí fece il primo passo per tornare indietro. Il vecchio si accostò alla

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soffitto si mise a ballare. Una foglia di quercia si affacciò e gentilmente si mosse per fare da ventaglio. Tit si sollevò con fatica, e alla vista di

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Caterinuccia; per mostrare come, si distese a terra, e allora Tit, al pensiero di una simile scomodità, le dichiarò eterna riconoscenza. E per non

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i piú ricchi possessi in quel palazzo. Pippo, per esempio, quello che ancora non sa soffiarsi bene il naso, e che ha l'incarico di lucidare le scarpe

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mercante, sopra pensiero. — Io da tanto penso di farla mia moglie; cosí mi aspetterà sempre nella casa che fra poco io costruirò per lei. Avrà abiti

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, signora! — e cominciò a traballare per la gioia, — io credo che... — e lentamente allontanò le mani dal viso di Grigia; questa aveva i capelli e gli

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giorni? — chiese Caterinuccia. — Certo, certo. Caterinuccia, Rosetta, Tit e Bellissima si presero per mano e ballarono intorno al tavolino cantando

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Fu allora che Caterí prese il soldo bucato, e lo infilò in un cordoncino e poi lo legò al collo di Tit: — Per ricordo, Tit, — disse piano, — addio

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vede che invece quel tipo se n'era andato per i fatti suoi, e ora chi ne sa piú niente? - Mio padle e mia madie mi aspettano invano, — dichiarò

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L'automobile cominciò a dire: Tuff! Tuff!Tuff!, per far sapere che era pronta, e la Principessa fece un inchino e disse: — Addio —. Poi, guardando

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piano al primo per consegnare le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! — Tit e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso. Cercate

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trovarono piú nessuno; tutti gli autocarri erano partiti e solo il signor Negretti era rimasto a terra. Subito montò sull'asino per inseguire gli autocarri

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E Negretti sospirò, perché questa era proprio la canzone che cantava sempre la signorina Alberelli. — Perché sospiri? — chiese il canino. — Per

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ancora cambiato strada. Ricordatevi di salutarli per me.

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Per la strada suonava con la tromba l'inno del Re, e tutte le ragazze si affacciavano; ma alcune avevano il naso troppo lungo, altre i piedi troppo

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Pane arabo a merenda

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Antonio Ferrara 12 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
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Aziz è molto agile. Sembra fatto apposta per arrampicarsi sugli alberi o per camminare sui muriccioli. Quando viene a casa nostra va dritto filato in

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. Sembro un cuoco che rimesta dentro un pentolone, con un cucchiaio per ogni mano. Il suono sale alto come un fumo. È quasi buio. Mi sento uno stregone

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soltanto a guardare. Intanto urla e fa gesti per attirare l'attenzione dei turisti, così a volte versa per sbaglio il tè su un tappeto costoso e urla

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lasciarmi il carrello, così possono subito salire in macchina, senza prima tornare indietro a metterlo a posto. Questo succede per esempio quando piove

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inconfondibile voce nasale. Ho pensato ad uno scherzo. - Nel gabinetto, naturalmente — ho risposto ridendo - e tu? - Non sei forse tu che fai la pipì per le

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piange mai. L'aiuto a rialzarsi e torniamo verso casa sua a piedi, tenendo le bici per il manubrio. La signora Nasochiuso ci vede arrivare da lontano

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pantaloni di Luca). Ho avuto per tutto il tempo nelle orecchie un ritmo bello e triste, come la voce di un tamburo antico. Ho rallentato e ho pedalato a

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una caraffa da far tintinnare. Aziz apprezza molto queste piccole sorprese e percuote scrupolosamente, sorridendo, tutto quello che gli passa per le

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volentieri — gli ho detto. Così l'ho seguito attraverso un tinello, una cucina e un lungo corridoio, poi per due rampe di scale fino in camera. La

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. Da allora, non so perché, non è mai più venuta a trovarmi e mi manda soltanto una cartolina al mio compleanno. E pensare che gira tutto il mondo per

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comperare. Aiuto a riempire i bauli delle auto e poi porto via i carrelli vuoti. Mi passano per le mani pacchi e pacchetti, borse e borsette, dolci e

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2010 per conto di Falzea Editore s.r.l.

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