senso di queste riflessioni dedicate alle potenzialità dell’arte, ai tre assi portanti del “pensiero in figura” occidentale.
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Abbiamo detto che, a questo punto, il pensiero in figura si mette alla Prova su varie facce del prisma, e, mentre su una delle facce Matisse arriva
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concentrato di pensiero orientale, russo e occidentale. La luce di Rothko è la luce “che si vede a occhi chiusi”, la luce della trascendenza, che svela
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caratterizza non solo l’arte figurativa, ma proprio il pensiero, si può dire l’epistemologia, occidentale, e che non si riscontra in nessun’altra cultura del
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in poi, sarà impossibile ignorare: la pittura è prima di tutto cosa mentale, è pensiero, è attenzione sì al visibile, ma soprattutto all’invisibile, a
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disegni per la Battaglia di Anghiari, purtroppo perduta, la Testa di uomo urlante (fig. 42), vediamo un’immagine che chiaramente riflette questo pensiero
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importante punto di equilibrio tra la cultura “magica” cinquecentesca e il pensiero razionalistico seicentesco. Vengono rapidamente tradotti e diffusi
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Come sempre avviene, anche nel Settecento l’arte rispecchia, e spesso precede, i mutamenti non solo del pensiero, ma della società. Mutamenti che mai
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delle categorie estetiche. Nel momento in cui un potere politico diventa ordinatore della vita, i principi basilari del pensiero umano, dalla democrazia
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dall'autoritarismo implicito nel pensiero sovietico e da una sua possibile estensione in Europa. La strategia fu quella di foraggiare i soggetti più
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ogni tempo. Persino nella filosofia antica non troviamo una posizione decisa a questo riguardo. Nel pensiero di Platone abbiamo due atteggiamenti opposti
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pensiero, gli artisti si sono sempre trovati a essere, del resto, anche protagonisti inconsapevoli di lotte per l’equilibrio geopolitico. Né aiuta
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pensiero liberale, individualista, centrato sulla proprietà privata sia delle idee sia delle cose. In sostanza, ha seguito il capitalismo che si è andato
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concepite primariamente per dare una forma al pensiero.
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afferma Nigel Warburton nel suo saggio La questione dell'arte. Con una chiosa: qualsiasi cosa essa sia, l’arte è anche un pensiero visualizzato che ci
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parallela al susseguirsi degli eventi socioculturali, agli avvicendamenti del pensiero filosofico, alle fratture tecnico-scientifiche e geopolitiche.
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un’arte ultra-concettuale che enfatizza il processo di pensiero in modo quasi esclusivo. Così come sempre più spesso il lavoro è concepito nello
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esalta l’aspetto di gioco mentale e quindi la vicinanza alla sfera del pensiero.
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più spesso a giustapporre immagini e dati, usando una struttura di pensiero più paratattica, per sovrapposizioni, che consequenziale.
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Jean-Marie Floch, nelle parole della sua allieva Giulia Ceriani, è «una dimensione operativa del pensiero che non ha mai distinto tra alto e basso
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pensiero selvaggio, «la regola del gioco consiste nell’adattarsi sempre all’equipaggiamento di cui si dispone» e ogni epoca offre all’artista un
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definite: è diventato canonico cercare di avere un’idea fondante un sito, una formula, un pensiero unificante per una mostra o per una pubblicazione
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pensiero attraverso le opere di coloro che presenta. Unendo teoria e realismo, sa che non può riuscire a promuovere i propri prescelti senza
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A Petrarca, nella prima metà del Trecento, venne da scrivere un pensiero che se fosse stato proposto tre secoli dopo lo avrebbe portato dritto alla
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assolutamente normali: rane con teste di topo, pesci o serpi con teste d’uccello. Lo sviluppo della scienza sperimentale, l’espandersi del pensiero illuminista
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della Quercia? Ben più reali, vicine a un popolo vasto che nell’arte da secoli si riconosce perché vi trova il riscatto della vita terrena e il pensiero
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Arturo Schwarz, lo storico di Marcel Duchamp e del surrealismo, sostiene che il fulcro della crisi attuale del pensiero critico sta nella confusione
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Marino. L’Europa diventa moderna nel Seicento con l’abbandono delle certezze rinascimentali e con lo sdoppiamento del pensiero: da un lato la scienza
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alla sua cara Faustina un pensiero senza appello: «L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe allo straniero
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questioni letterarie o di pensiero era considerato scrittore, filosofo, pensatore, uomo di scienze ma non intellettuale. È solo dopo il J’accuse di Zola nel
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curiosità primo motore della ricerca scientifica e l’ozio condizione necessaria alla prima elaborazione del pensiero filosofico. Stare fermi e scrutare
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e plasmato come tutto il pensiero scolastico che aveva legittimato.
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tutti poiché ha influenzato alla radice il pensiero di Michelangelo. Anche Michelangelo non lo incontreremo mai, è egli ridotto a un mucchietto d’ossa
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ogniqualvolta ci si trovi ad affrontare una crisi profonda del pensiero e l’urgenza espressiva diventi prioritaria rispetto alle lingue già note. Dinnanzi alla
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scomparire da ogni opera il significato per evitare ogni ipotesi di pensiero sovversivo.
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anni, Dorfles ne ha centodue. Dorfles è contemporaneo quanto me, anzi, forse il suo pensiero è anche più giovane del mio. Dorfles, cos’è stata, che
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si rifletteva nei suoi dipinti non fosse angoscia vera, bensì atteggiamento, artificio, finzione. E quello era anche il pensiero di Arcangeli fino a
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chiama Pietro Aretino; la nostra visione dell’arte italiana in diversi casi poggia sul pensiero di scrittori come Stendhal, per dirne uno; dell’arte
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, capaci di un pensiero autonomo o scaltri rifacitori del già fatto gli artisti contemporanei sono soltanto alcuni, una vera e propria mafia, reale come
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, assumendomi una responsabilità, come per una palingenesi non annunciata: ristabilire quei rapporti fra pensiero e arte interrotti da circa vent’anni, dopo
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concentrato in un ambito molto limitato di spazio, per rinchiudere lì l’essenza del proprio pensiero, e ha rinunciato al racconto ampio, visionario, che invece
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