in malinconia, ma il pensiero dominante rimane il pensiero della morte. È così, benché sembri il contrario, anche in artisti irruenti, perfin
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Il terzo dei grandi umanisti del Seicento è Vermeer: il più vicino, anche, a quella che sarà la sostanza del pensiero illuministico. Se anche Il
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nella natura immobile, si riveli nel moto del pensiero e dell’operazione umana. Ogni immagine concepita dalla mente porta in sé la legge d'una
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pensiero stesso della storia e trasponendolo dal passato al presente, raffigura il fatto come storico accadimento immediato e dà alla figurazione di
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solo per l’arte ma per la storia del pensiero umano, è questo: l’immagine non si pone più al di sopra né al di sotto dell’esperienza umana, non
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tutti gli effetti. Già affiorano, in questo pensiero, la ragione e la funzione sociale della natura. Come causa, la natura è un concetto: non la
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implicita in una più vasta riforma del pensiero della storia, a cui si designano nuovi protagonisti senza casta né censo, senz'altra qualità che non sia l
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fatto di particolari, inutile illudersi di poter concepire una realtà universale; ma universale è il pensiero e l'universalità del pensiero si realizza
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Il pensiero tragico del Caravaggio è ripreso, approfondito da Zurbarán. E lo spinge più innanzi: la sopravvivenza della realtà senza storia al finire
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, come genere prediletto di una cultura ormai borghese: la cosa non è l'oggetto, ma l’occasione di un pensiero e, non avendo un significato in sé, vale
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date come rappresentazioni, diventino . idee-oggetti, è possibile assumerle come occasioni di pensiero. Il processo imitativo dell’artista consiste
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L'idea che l’immagine sia momento e fattore del pensiero apre il problema della possibilità di influenzare od orientare il prodursi delle immagini
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pensiero illuministico, fino a Kant. Ma, dialetticamente, lo pone: nell'arte fors'anche più chiaramente che nella filosofia. facile riconoscere la diversa
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del pensiero nella pratica della vita. Non v’è dubbio che l’irrazionalità è il carattere dominante di questa cultura; ma è un’irrazionalità voluta
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, limitando l’antico prestigio del pensiero astratto ed escludendo tutti i valori che non possano tradursi in fenomeni. In questa cultura, l’arte ha una
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o a priori; il mondo è bensì, e non potrebbe non essere, l'oggetto del pensiero umano, ma poiché non abbiamo alcuna notizia della sua struttura e
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Nella seconda metà del Cinquecento entra in crisi il pensiero che la ragione umana non sia che il calco della logica divina ugualmente espressa nella
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contraddittori di riconoscere il creatore nella creatura e di condizionare il pensiero e l’agire umani alla logica eterna di Dio. Il domma è verità di fede
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, e allora è peccato: di fronte alla minaccia dell’eresia, i peccati di pensiero non sono meno gravi che le cattive azioni. Se rivolta al bene, la
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per raggiungere un fine e precisamente il fine della meraviglia, cioè della rottura con ogni consuetudine e della proiezione del pensiero, per mezzo
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della filosofia dell'esperienza. Le due grandi fonti del pensiero estetico sono la Poetica e la Rettorica di Aristotele, e le loro derivazioni latine.
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Collegato alla Poetica: è il pensiero del carattere più etico che gnoseologico della mimesis. Essa infatti non è prescrittiva perché si possono
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