impiastricciature, che l’artista, incerto nel pensiero e nella forma, fa subire alla sua povera tela.
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pensiero svaporati in quelle nebbie allegoriche! Peccato. Michelangelo Buonarroti, lui solo forse, avrebbe potuto dare un corpo ai cavalieri della
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trovare qualche frase ingegnosa e qualche pensiero brillante; ma soggiungeva che anche nelle cloache si può trovare qualche moneta d’oro. È forse una
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di avvizzire nella ricerca lunghissima e faticosa del meglio la freschezza del suo pensiero. Venezia ha messo nelle opere del Ferrari un certo che di
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singolare come i Veneziani, i quali hanno prontissimo ed astutissimo il pensiero, sieno pigri non di rado appunto nel pensare, contentandosi di
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effettiva, spesso conviene umanizzarla con le minuzie del naturale; ma dove la radice del pensiero è la stessa realtà, questi accorgimenti della forma non
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finalmente lo stesso pensiero al lezioso. La facilità del mostrare nella superficie del marmo ogni cianciafruscola, con grande compiacimento dei
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negli accessorii; si vede che il pensiero, concepito nelle furie di un animo infiammato, ha preso corpo nella ragione e nella coscienza dell’artefice.
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un maestro, andavano cercando qualcosa di non comune; volevano trovare una forma più rapida della consueta e più efficace per incarnare il pensiero
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— Vedete, amico — dissi al Caffi — sono tutto ilare nel pensiero di scapparmene via, dopo sei mesi, da questa città dove l’arte mi si è rivelata
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E pure anche l’architettura del Bramante è in Roma un poco secca e monotona. Castigata nel pensiero, sempre tranquilla nelle masse e sempre misurata
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pomposo, tutto a curve carnali. Se non che in questo e in parecchi altri mobili milanesi la poca unità del pensiero e la poca purità della forma sono
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ragione. E così accadde. Le Bue teste ed il Trovatore del 1865 furono uno scandalo: in quegli sgorbii, non più pensiero, non più composizione, non più
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La fatica delle gambe, degli occhi e della memoria non uccide solo il diletto, uccide anche l’ingegno: il pensiero svanisce. Si esce tra i vecchi
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strumento non lo abbia troppo a ferire: pare più invaso dalla idea della propria invenzione in sè, che non dal pensiero del suo figliuolo, e la mano che
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Tunisi, cosa accademica davvero, senza sugo di pensiero o di forma. Lasciamo stare il Wiertz, che nella sala maggiore del Palazzo per le Arti ha il più
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vedere tutte intiere, ma ci lascia indovinare ogni cosa. La sua maniera di dipingere è degna del suo pensiero, profonda, e pure compassata e, nell
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forme insignificanti e volgari; unirla in un solo concetto con l’opera; fare che rappresenti l’idea simbolica, il pensiero morale del tema figurato
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quale si stirava e quasi si strappava. Rideva con gli occhi imbambolati. Ma quando l’Amendola volle esprimere in una grande figura il pensiero che lo
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Ma questa seconda maniera classica il Duprè inaugurò con una opera ammirabile di pensiero e di forma, una opera che, sebbene risalga al 1854 e non
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vorremmo definirlo imitando la formula famosa del Gioberti: l’ente crea le esistenze. Vorremmo dire: il pensiero crea la forma. Per noi lo stile sta nel
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’un modo o nell’altro al pensiero del quadro, e serve a creare l’ambiente.
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