vino e distribuirlo a mio nome ai mietitori. Avevo fatto qualche centinaio di passi quando due di essi mi raggiunsero e mi si misero uno per fianco
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Passavano i giorni, le settimane. In fondo io li contavo, come a volte meccanicamente si contano i passi che ci conducono al termine di una strada
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proverbio: ride bene chi ride l'ultimo. Intanto al rumore dei passi era venuta fuori Ia zia; pareva si fosse preparata per questa visita, aggiustata
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parve più di sdegno che di affetto. Subito però si dominò, mi accennò di avanzare. AI rumore del miei passi l'uscio della cucina si socchiuse e subito
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ricondotto sui miei passi per farmi ravvedere: ma intanto faccio il giro della casa del dottore, e arrivato alla parte del mare seguo la strada lungo la
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superficiali, pensieri inutili, ombre vane; qualche cosa di più forte mi tiene, in fondo: il proposito di riuscire nel mio intento. E faccio alcuni passi
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rumore dei miei passi, il fruscio delle foglie, e un suono lontano che dapprima mi sembrò fosse dentro di me: il mormorio del mare. Poi d'un tratto mi
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ieri ch'egli mosse i primi passi. Eravamo lì, nella stanza da pranzo; già da qualche giorno egli si attaccava a tutti i mobili e rideva, rideva, come
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: - ah, bravo! - e l'accolse fra le sue braccia. II bambino gli sorrise. Davide allora si volse a pochi passi dal muro e lasciò andare il bambino: e il
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la ragazza sui miei passi. Io m'ero alzato, ancora stordito dal vino e dai mali sogni, e andavo lungo la siepe, guardando dal di fuori il mio terreno
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