. -Ecco il garzone! Meno male! -esclamò don Pietro, sentendo il rumore dei passi della mula. Il garzone, entrando con le bisacce piene di provvisioni a una
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venti passi di distanza, i trombettieri si schieravano fuori, e tatà, taratatà, quasi don Mimmo fosse stato Re Umberto in persona. Egli si accostava
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dietro per la china, insieme col pecoro che le ruzzava tra le gambe e le impediva i passi. E lo segui fino a Catania, strappandosi i capelli
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erano venuti, nella notte, a spargergli la maledetta polvere bianca davanti a la porta di casa. Ma dal letto, egli aveva udito i loro passi cautelosi
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fretta e furia i galantuomini accorsi a confessarsi da lui. Inginocchiato a pochi passi di distanza, lo sentiva brontolare: Avanti! Avanti! e poi gli
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. Usciti fuori Porta Vecchia, infilavano il gran viale alberato a passi gravi e lenti, come si addiceva a persone serie e che non avevano fretta, il
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pochi passi, alla vista del padre che la fulminava con lo sguardo. - Ah, tu mi mandi il confessore! Lisa accennò di sì con la testa. Il notaio allibì
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per quel sentiero da capre, e perciò si voltava e rivoltava a ogni dieci o venti passi, quasi volesse dirmi: - Mi faccia il piacere di tornarsene
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. Già si vedeva su la collina di faccia, tra gli ulivi, la masseria dei Marrana. Prendendo la scorciatoia, a una cinquantina di passi, don Pietro scorse
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Non sapeva decidersi a dire: Vado via. Trovandosi a due passi dalla Trisuzza, non voleva tornarsene a casa, lasciandola là quasi tra le mani dei
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