mettevate a dire piangendo: « Figliuola sventurata, sei nata Regina e non puoi godere della tua sorte »? — Il Re e la Regina rimasero. Quelle parole non
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. — Montò sul cavallo di bronzo, e dette le parole fatate, in un colpo sparì. La Reginotta e il Nano (lo chiamarono sempre così) furono moglie e marito. E
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, quando le riferivano queste parole, si metteva a ridere: — Verrà, non dubitate; verrà. — Verrò? Guarda come verrò! - Il Reuccio, perduto il lume degli
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fece condurre dalla Reginotta. Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole
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, figliolino mio! - E si mise a piangere. Il Re, a quelle parole, montò in furore. Diè un calcio al puttino di terra cotta e lo ridusse in mille pezzi. Alla
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grazia e ti verrà concessa. Ma per la Reginotta néttati la bocca. — Maestà, e la vostra parola? — Le parole se le porta il vento. — Quando sarete al
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rispondeva nessuno. Ma le parole erano, precise, quelle dell'albero che parlava. — Chi sei tu ? — Non rispondeva nessuno. La mattina, come aggiornò
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tutta, come gallina da tirargli il collo. — Ancora una settimana, — disse il cuoco - e sarà un boccone reale. Come intese queste parole, la Reginotta si
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