minestrone di pensieri che rni bolliva nel cervello, non sapevo neanch'io cosa dire. Fu di nuovo Ippolita a parlare. - Loro sanno bene, - disse, - che se
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' male, si vede che non ci teneva proprio alla mia compagnia, in quel periodo, oppure le premeva molto di parlare da sola con sua nipote. Ma ci voleva
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la panca a mettersi a parlare e per di piú avesse detto chissà quale enormità. - Prego? - fece il conte, molto dall'alto in basso. Da congelarmi sul
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bene che i conti avessero troppa fretta di riguadagnare il tempo perduto per occuparsi ancora di me. Mentre tornavamo di sopra li sentivo parlare tra
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andava, continuando a parlare fin sugli scalini del portone di non so che regole di latino che Ippolita doveva ripassare. Era una tipa cosí, se non
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a un'altra persona. - Pardòn! - scattò lei, e poi diventò rossa come il fuoco. Le seccava sempre quando le scappava di parlare come sua zia Augusta
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passeggiata barbosa. Non potevamo parlare di quel che piú importava, caso mai ci sentisse, cosí non dicevamo niente. Si sentiva solo lo sguisc sguisc
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