ricevente, discenderà come deduzione da quell’unico modo soggettivo attraverso cui l’opera giunge a manifestarsi. Non si può dunque parlare dell’opera d
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E in quanto al Finnegans Wake si deve piuttosto parlare di criptografia che di opera aperta, criptografia e stenografia verbale che, nelle varie
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foro interiore di una coscienza individuale. E pertanto, o non si ammette la possibilità di parlare di opere d’arte, in quanto le proposizioni che le
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effettualmente svolto, e non già, come vorrebbe il Poggioli 21 perché non si dovrebbe parlare di avanguardia «se non quando ne emerga, almeno in potenza
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intenzione». Weber negava naturalmente che si potesse parlare di un «progresso» dell’arte, nel senso della valutazione esteriore di opere d’arte come opere
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al 1622, nel quadro del Guercino (Galleria Corsini, Roma), dove, essendo sottoposta ad un teschio, nel teschio farebbe parlare la morte e
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L’unica conclusione logica che dovrebbe trarsi da tale aporia, se veramente fosse irresolubile, è che non si dovrebbe parlare più né d’arte né di
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o comunque contenere un messaggio. Ma parlare di messaggio, è porre al tempo stesso la necessità di decifrarlo. Si domanda perciò in seconda istanza
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non è, in definitiva, una ricchezza intrinseca che va esumata dall’immagine, sia essa fotografica o no: più che di polisemia occorrerebbe parlare di
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