La scelta dei nostri quadri, fatta in diverse città, senza che gli uni sapessero degli altri, con uno spazio assai ristretto a Parigi; il non avere
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riferisco Fig. 39. Nicolas Poussin, L'inverno o Il diluvio, 1660-64, Parigi, Musée du Louvre. Fig. 40. Anne-Louis Girodet-Trioson, Scena di diluvio, 1806
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. Come per il Barocco, anche per il Rococò si potrebbero proporre Fig. 55. Nicolas Poussin, Morte di Narciso, 1627 ca., Parigi, Musée du Louvre. Fig
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Vediamo qualche esempio. L’interno della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi (fig. 66) è spoglio di ogni decorazione: ne viene esaltato il carattere
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, Funerale a Ornans. Parigi, Musée d'Orsay. 104. Honoré Daumier, Il vagone di terza classe. Ottawa, National Gallery of Canada. 105. Edgar Degas, L'assenzio
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Da Venezia spostiamoci all’altra regina del Settecento, cioè a Parigi. I venti di novità soffiano in tutta Europa, viaggiando con i libri e le stampe
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Ritratto di Stéphane Mallarmé dipinto da Edouard Manet, conservato nel Musée d’Orsay a Parigi, oppure il Ritratto di Claude Monet che legge di Auguste
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Parigi (figura 144). Figura 144 - GUSTAVE COURBET, Pigrizia e lussuria, 1866, Petit Palais, Parigi. L’opera mette in scena una rappresentazione di
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Pompidou di Parigi; di Francis Bacon, che è stata trasportata in blocco da Londra a Dublino, città natale dell’artista, e che ci mostra un accumulo
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Il nucleo di ciò che sarebbero diventati i gesuiti fu fondato nel ferragosto del 1534 in una chiesa di Montmartre a Parigi, sei studenti animati di
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Nei primi mesi del 1830, a Parigi, nel clima greve del regno di Carlo X, una generazione di artisti e uomini di cultura esprime il proprio dissenso
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Attraverso la tempesta del 1848, il fallimento del Secondo impero e i sanguinosi esiti della Comune di Parigi, si esaurisce l’influenza sulla
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Fra i vari motori che hanno mosso negli ultimi due secoli la creatività d’Europa v’è senza dubbio la competizione fra Londra e Parigi, quella
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Milano-Parigi: 1898 — primi anni Dieci. L’Italia giolittiana e le proteste di piazza, la repressione poliziesca e i fermenti anarchici. Uriltalia
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Cosa li portava tutti a Parigi? Cosa avrebbe portato lì, due anni dopo, anche il giovane Ungaretti per studiare alla Sorbona da Bergson? Cosa rendeva
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Jorio. Il supervate a Parigi è già noto e tradotto ma vi giunge stabilmente, spinto alla fuga dai creditori, solo l’anno dopo. Gino Severini è già lì
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Aires una logica continuità alle fortune che incontrano nei rispettivi Paesi. A onor del vero i francesi sono più valorizzati, come nel passato. Parigi
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; quando nel 1665, si recherà a Parigi per progettare il palazzo di Luigi XIV, non troverà l’ambiente adatto per la sua invenzione e la sua tecnica fallirà
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L’altro è LORENZO BARTOLINI (1777-1850), che fu allievo del David a Parigi e col Canova non ebbe un rapporto diretto; ma che indubbiamente contribuì
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vissuto oltre il tempo giusto per morire) appartiene ormai ai pochissimi parenti che lo amano così com’è? Le calunnie che circolavano a Parigi qualche
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Verso quell’epoca, infatti, egli compì il suo primo viaggio a Parigi, dove ebbe modo di approfondire questa lezione all’Académie Jiulian e
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galleria «Der Sturm», e conobbe in quel tempo lo stato maggiore dada tra cui Schwitters. Verso il 1923 si stabili a Parigi (ricevette la cittadinanza
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pittore norvegese, per la prima volta intorno al 1885, e la seconda volta dal 1889 al 1892, con gli Impressionisti nei suoi viaggi a Parigi; non v’è
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Nel 1900 circa Braque fece il gran viaggio a Parigi: il viaggio di tanti altri giovani intraprendenti, chi prima, chi dopo: Chagall, Modigliani
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incontro coi modi della scuola di Parigi e particolarmente con Brancusi, fino alla sua avventura surrealista, mai del tutto accettata, fino alla fase
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Dicevamo «per via umanistica erudita»: in effetti la grande lezione della «scuola di Parigi», prima dei fauves e poi dei cubisti analitici e
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una grandiosa mostra retrospettiva di Nicolas de Staël, il pittore astrattista di origine russa formatosi alla scuola di Parigi, passato negli ultimi
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quasi visivo della immagine che lo commosse; eppure la Venezia di De Pisis pare Parigi, e Parigi Roma, tanto poco il pittore si preoccupa di documentarsi
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Poi, come succedeva a tutti gli inquieti e i curiosi del tempo che per i concittadini «imbrattavano le tele», andò a Parigi. In una zona dove era
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l’ambiente della Bauhaus e diventò amico di Gropius, Klee, Schlemmer. Dal 1925 si stabili a Parigi e due anni dopo conobbe Mondrian, Vontongerloo.
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quella del Museo d’arte moderna di Parigi, di opere quasi tutte appartenenti all’artista. Per di più nel 1939 Brancusi aveva compiuto un viaggio negli
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formò la «scuola di Parigi»: giovani artisti stranieri dalla espressione affamata e stupefatta, capitarono a Parigi dalle più lontane parti del mondo
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Giunto a Parigi in un clima post-impressionista dove imperavano Rodin e Maillol, l’artista intuì per primo la forma pura, avvalendosi solo
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iscorcio, i risultati delle sue ricerche ed attuazioni pittoriche a Genova, a Torino, a Parigi, a Londra.
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-24 è a Genova e Torino; nel 1625 circa a 'Parigi; nel 1625-26 passa a Londra; vi rimane ed opera sino alla morte 9
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È probabile che a quest'ora Gentileschi si sia già incamminato per la via che in qualche anno - per Genova, Torino e Parigi - deve sbarcarlo a Londra.
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nota, alcune attribuzioni sue personali, come per un tondo della collezione Schlichting a Parigi (Incontro di San Giovanni Battista col Bimbo Gesù
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Ecco due disegni per gli affreschi della scuola del Santo a Padova, uno a Francoforte, uno all'Ecole des Beaux Arts a Parigi. Ma a dir vero, ci pare
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Aggiungete infinite altre sorgenti, sboccando tutte nella cloaca massima degli snobismi di Parigi Alessandrina, e comprenderete meglio il porsi di
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. Ben presto si vollero quadri, manoscritti italiani. Si ricordino le miniature senesi del ms. n. 9561 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che
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La storia esterna - ch'io appresi più recentemente in Parigi - di questa Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Giovannino [figura 178], è davvero
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Il Guercino è in Pommersfelden eguale a se stesso nel solitissimo San Gerolamo desto dall'Angelo in picciol quadro, simile all'altro in Parigi; lo
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24. Santa Famiglia. Parigi, Coll. Brunner. Nulla da spartire col gruppo già raccolto dal Voss al nome dell'Amorosi, e piuttosto lombardo o veronese
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dei cechi della Coll. Romanelli di Parigi [figura 248] che a me pareva, per ipotesi, in qualche rapporto mentale col Ceruti. I miei dubbi servirono a
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682, 683. Opere dubbie. [Mi chiedevo poi, per altre cose viste, se non fosse suo il quadro del Prof. Romanelli a Parigi con Due cechi (920 A, seconda
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vengono a studiare in Italia, altri vanno a Monaco, altri a Parigi; talchè si sente l’influenza ora de’ vecchi Veneziani, come nel Barzaghi-Cattaneo
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grandi centri dell’arte contemporanea: New York, Parigi, Tokio, Milano, Colonia, Zurigo, ecc. ma perché il più delle volte i valori sono
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, Boriani, Varisco, De-Vecchi) o degli artisti delle "Recherches visuelles” di Parigi (Morellet, Le Pare, Schöffer, ecc.). Alle volte anche prive di
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“Nuove tendenze: gruppo di artisti riuniti per la prima volta in una mostra a Zagabria nel 1961, in seguito a Parigi (1962), di nuovo a Zagabria
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scritture ideografiche, e l’influsso che, di rimbalzo, vi giungeva da New York e da Parigi e dagli altri centri europei. Parecchi giapponesi nel
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