sereni riposi dopo l’aspre fatiche, O cortili ingombrati dai cardi e dalle ortiche, O gotici leggii, o vetri istoriati, O figlie flessuose di padri
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Noi siamo figli dei padri ammalati; aquile al tempo di mutar le piume svolazziam muti, attoniti, affamati, sull'agonia di un nume. Nebbia remota è lo
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santi padri!
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, o Pio, che il Campidoglio avrà; siam gli implacati vindici del pianto delle madri, siam l'egida dei padri risorti a libertà!
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dì! E adesso ? ... oh torna all'anima sempre l'antica fede; cinto di pie memorie, il Dio dei padri riede; riede possente, e il bacio che al libro or
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