, l'eterna Chimera teneva fra le mani rosse il mio antico cuore. ... Ritorno. Nella stanza ove le schiuse sue forme dai velarii della luce io cinsi, un
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fusa in pietra di cenere: Pei vichi antichi e profondi fragore di vita, gioia intensa e fugace: Velario d'oro di felicità È il cielo ove il sole
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immacolati, di desideri puri e di tristezze infinite, o giardini ove gli alati cantori sanno di notturne ebbrezze, o quanto v'amo! I sogni che
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colse, e cadde, morta, al suolo? o pur, libera, dopo lungo palpito d'ale, giunse all'immenso, azzurro Oceano natale, ove ne l'aria, ondeggiano
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tempo della terra, ch'è il ritmo del mio petto, ove mi parli. Dagli spazi lucenti, sulla soglia della notte, al fiorir delle tue stelle, trasaliscono i
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mio, tomba ove giace estinto un giovinetto, tu fai l'effetto di un bell'inno pensato in paradiso; e il tuo sorriso è l'aura pura, fulgida, felice che me
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; toglili al buio ove sepolti sono, e un inno sol redimerà la ignava vita che persi! Inno, inno santo, e varcherai l'oceano! L'amor che ti conduce guida
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, meste, tarlate, mute... dell'eterna salute ove, ove trovi un segno? Bambino, l'ineffabile tuo visino d'amore giace fra questi ruderi, circondato d'orrore
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, quella è la perla che nessun mi toglie. Perla ove splende un'iride celeste: un sorriso di donna amante e bella, il crin di un bimbo, e le pupille meste
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agonizza sul campo di battaglia: quando pei valli dell'orrenda lizza la morte raglia, chi nei sentieri ove palla non giunge sta in guardia dei giumenti
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, la mota e gli steli. Dacché l'ottobre, soffiando, spruzzando, ingiallì tutta la vasta campagna, fuor da' miei vetri, ove, fievole urtando, la
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avvinghierei sprezzando il tuo rifiuto, e se il preludio dei baci incomincia ove finisca ignori!. . . Oh abbassa il velo, fuggi, e prega il Signore
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d'Icaro assai, passero greco, più del vate che al fulmine attentava, le speranze mi avviva il sacro speco ove il deforme Ciclope vegliava. Forse che fra
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; sull'ara ove sacrifica e si lagna la creazione. Crederò, se tu credi, a questo Iddio senz'occhi e senza trono; se ti piace e ti serba al tetto mio
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convento, ma per poco, la scarna, vi vivrà; le innalzeranno in chiesa un monumento, ove il Priore a ridere verrà. Immemore così del calendario, starò in riva
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macilento le ragnatele che vi scuote il vento. Ed io siedo a un gradino ove devoti innumeri han pregato, ove ginocchia che or son fango o fiori una traccia
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, l'orto ecco, e la oscura stanzetta della sera, ove lasciai partendo una pittura; ecco la croce nera, e i santi scarni appesi alla parete, taciti amici
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l'arte congiunge in un sorriso Golgota e gloria; tre di costoro per salir sui monti ove l'Eterno addita ch'è infinita - la via degli orizzonti! E
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vergini, e le pietose donne? Ove son iti i bamboli e le povere nonne? Mentì il profeta o l'augure, l'apostolo, o il bramino? Chi giunse al Dio divino? O
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inossati; è la palma ove bee la carovana dei desiderii oscuri e sterminati; è il sacro Ver per cui l'idea s'inciela, è la Materia, la divina antica, l'eterna
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hai teco un rimario, viaggiatore?… - Ove fuggisti, o mio lepido umore, in che borgo ho smarrite le parole? Sì, al focolar del prima albergatore, sento
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Oh bello è pure, al soffio dell'aura mattutina, il Corso, ove s'esercita la boria cittadina quando sui tetti e i platani da lunge il sol si specchia
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nubi dalle sue sembianze, guidala mollemente ove, al sereno, le stelle dei felici intreccian danze. Ma neghittosa se tu resti ancora nella tua danza
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Quando scendo alla riva del mare lungo il lido di sabbia minuta, ove tragge la barca sparuta il nocchiero che all'alba tornò; o fanciulla, vien meco
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appar nel piano interminato; solo un tempio romano, ove facella più di vestal da secoli non splende, e ai sacrifici l'augure non scende, innalza
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- Giovinettina pallida, deh mostrami, se il sai, mostrami il mio sentier! - Come potrei mostrartelo, se ignoro ove te 'n vai, leggiadro cavalier
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giovinetti dalla toga bianca salìa pei nervi un fremito, e pensavano ai bagni ove Eulïade e Lidia e Pirra altra non portan tunica che il crin
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