lume di luna, per uno scherzo di luce e d'ombra, assumeva sembianze umane, atteggiamento umano. Masino spalancava gli occhi e seguiva, un po
Villa Corsini. Passeggiavo lungo quei viali che non rivedevo da un pezzo. Quanti dolcissimi ricordi riprendevano vita all'ombra fresca dei rami densi
bruciava. Quando si trovò nel fresco, alto vallone che chiamano il Campò, sedette all'ombra del colossale castagno che vive ancora, ultimo di tre o
sulla fronte ch'era solito raderne una lista, restandogliene spesso un'ombra, quasi di bestialità. Prontissimo di persona, d'occhi e di lingua, parlava un
Il sole calava dietro al ciglio del monte Brè e l'ombra oscurava rapidamente la costa precipitosa e le case di Oria, imprimeva, violacea e cupa, il
, benché nell'ombra, di aver dato i propri figli alle schiave montagne lombarde, tragiche nell'aspetto benché illuminate dal sole. Luisa si sentì un
batteva sul viso di Luisa. Il tavolino era nell'ombra. Dopo undici minuti di silenzio profondo il professore mormorò: "Si muove". Infatti il tavolino si
bianche. Lo credette spavento e non gli pareva possibile. Era gioia: la busta non conteneva che un fodero vuoto. Luisa si trasse nell'ombra
l'ingegnere. "Ci voglion due mesi per questo? Non par vero." Un soffio prolungato, nell'ombra, ricordò in quel punto la presenza del signor Giacomo che
traverso, quale nella luce più opportuna ad un devoto atteggiamento e quale nell'ombra più propizia ad un sonnellino proibito. Franco entrò in sala
stesso, null'altro rimanendo dell'apparizione che poca fosforescenza poi assorbita dall'ombra. La marchesa si svegliò di soprassalto, ansante, non si
povero carrubo perché manda ombra in cucina e gli augurava di crepare. "Taci!", le intimò Maria con una forza inesprimibile. "Ti mando via se non taci
latte, davanti alle ultime brage moribonde del ginepro. Gli restava sul viso una leggera ombra di disapprovazione. Franco faceva troppo il poeta! Adesso
cavalleresco soldato accanto a una seducente figura di fanciulla briosa. Sì la prima che la seconda volta un'ombra di corruccio passò sul viso della
cui s'intravedeva un palpitar lento nell'ombra. Franco si fermò un momento sulla riva con la speranza che qualcheduno fosse venuto ad aspettarlo e
parola spiacevole, e s'impermaliva d'ogni ombra. Non parlò più, e passato un paio di minuti prese congedo con dignitosa freddezza, si ritirò masticando
giallognole della Valsolda picchiettate di ulivi, mentre dall'altra parte del lago scendevano sino all'acqua, nell'ombra azzurrognola, i grandi padiglioni
l'ombra del monte Bisgnago si profilava sull'acqua ondulando, c'era una barca ferma. Franco riconobbe la lancia delle guardie di finanza. "Scommetto che
si allargava immensamente, avvolgendo l'ombra intera dei due grandi fusi, che pareva immersa in un cerchio di luce dagli splendidi colori; ora
dall'immensa ombra che i due palloni proiettavano sull'oceano e dalle grida dell'ingegnere, non si erano arrestati. L'irlandese li udiva dietro di sé
era limpida, e si poteva scorgere, a grande profondità, un pesce di grosse dimensioni. Guardò a destra e a sinistra e vide una grande ombra che pareva
vedevano emergere le teste di voraci pescecani, senza dubbio attirati dall'ombra immensa che l'aerostato proiettava sulle acque. Quei mostri, che misuravano
dell'Irlanda dall'oppressione dell'Inghilterra e che, all'ombra della bandiera stellata del vostro paese, ha dichiarato una guerra di sterminio alla potenza
momento, poi passare oltre. - Se fosse il capitano! - esclamò. Lasciò lo stanzone e tornò nel corridoio. In fondo scorse un'ombra appena distinta, che
di carne umana, è là che vaga il formidabile rinoceronte a cui tutto fa ombra e lo irrita alla pazzia; ed è là che vivono e muoiono le numerose varietà
sipai, risoluto a scovare l'assassino. Dopo due ore d'infruttuose ricerche, si fermava sotto la fresca ombra di un borasso per riposarsi un po
denti e curi l'alito. Passarono due ore lunghe come due secoli, durante le quali nessun rumore turbò il silenzio che regnava sotto la fitta ombra del
ogni notte si radunano sotto la fosca ombra del banian sacro. - Sta bene, - disse Tremal-Naik. - Kammamuri, prendi i remi. - Cosa vuoi fare, padrone
simile a quello di una porta che gira sui cardini, giunse ai suoi orecchi. Guardò sotto di sé e gli parve di scorgere, fra le tenebre, un'ombra che
. - Hai visto qualche ombra? - No, ma fui urtato da una lancia. La punta mi toccò il petto e per poco non mi ferì. - Eppure Darma non dà segni