buon uomo di notaio non la finiva di ripetere che erano maggiorenni. Oh mio Dio! Chi ne dubitava? Udii un cugino della sposa che diceva ad un altro
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critica, e carattere pieghevole? Oh, le delizie del viaggio di nozze! Avere innanzi a sè una lunga serie di giorni, completamente liberi da qualunque
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suocera; quanto alla mamma.... - Oh! alla mamma ho scritto sempre. Me lo figuravo. Eppure là l'indulgenza era sicura, l'affetto non correva pericolo
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piatto! - Oh che noioso! risponde la signora, la quale avrebbe ai suoi ordini tutto un frasario di scuse, se, invece che a suo marito, avesse urtato i
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altro di meglio a fare che ammalarsi. Oh! una malattia senza gravità, che non ne alteri la freschezza, che non la obblighi a star in casa, ne a
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prima. Oh!Lla libertà delle signore, che vuole le sue piccole cospirazioni, che suscita i suoi piccoli odii, ed i suoi piccoli amori, e le sue guerre in
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la madre, anche una signora giovine manda la sua carta; ma dicono i galatei francesi, vi aggiunge due parole di condoglianza. Oh Dio! Anche in quel
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esita un momento. La mamma se ne accorge. - Oh ma che naso avete! e colla sua pezzuola fa la pulizia di tutti i piccoli nasi, e non transige sul bacio
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pettegolezzi. - Tu cos'hai portato alla maestra? - Un ventaglio d'avorio. E tu? - Oh, io le ho dato un braccialetto; costa tanto. - Io l'orologio colla catena
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. Un anno solo! e dopo un anno le vedove possono danzare, i vedovi possono vestire la casacca d'arlecchino. Chi muor muore, e chi vive si fa cuore. Oh
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della Caterina sono buoni. - Oh! quelli poi sono troppo buoni. Li ha visti Teresita, a passeggio ? Si figuri che vanno a braccetto della Caterina come
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tutti i piatti appena entrano in sala da pranzo, come fossero personaggi importanti. - La minestra! Mamma, mi permetti ch'io non mangi minestra ? - Oh
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compenserà con una buona parola, con un ringraziamento, con qualche elogio. Oh, se lo sapessero tutti gli uomini, che largo compenso possono dare con una
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lei. Non mi disse nulla. Non una parola di rimprovero. Capì che ero già castigata. Oh se lo ero! Pochi giorni dopo si disponeva ad uscire, senza
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, senza una parola affettuosa! Quel maestro vive per loro. Oh! se si voltassero indietro a vedere com'è triste, quell'essere solo in una scuola
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aveva le treccie cadenti; due lunghe treccie bionde, morbide; lucenti.... Oh le belle treccie di Jolanda! Non c'era partito così splendido, che fosse
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vezzo grazioso, tutto femminile, dicono ad ogni tratto : - Voi altri che sapete di politica.... Oh, io di politica non ne capisco nulla c'è ancora il
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già incapaci di divertirsi. Oh giovinezza! Si può, non divertirsi a vent'anni? All'atto di ritirarsi le signorine debbono mettersi la sortita da sole
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discorsi incominciati.... Oh! non s'inquietino, signore mamme, so press'a poco di cosa si parla; ed anzi, ci conduco le loro figliole per questo; è il
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punto di maritarsi, e sarebbe dispiacentissima di lasciarli. - Hai veduto quel signore che venne in palco l'altra sera? riprende il capo di casa. Oh
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venire qui? piange sempre, la povera Rosetta. — Oh, Rosettina mia! — gridò Caterí scoppiando a piangere. — Me l'ero quasi dimenticata. Ma ora abbiamo
calze da rammendare ? - Oh, finalmente siete venuta! Ecco qua; ho dodici e cento bambini da custodire e sedici calze da rammendare. Vi pago anticipato
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strada buia. — Oh, Bellissima, dove sei, dunque? — piangeva Caterí. Piangeva, piangeva tanto, povera
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è? È proprio tanto bella? — Oh, Tit, non chiederlo! Era la bambola piú carina del mondo. Aveva dei begli occhiettini di filo rosso e i capelli tutti
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, — ed è buona, tanto buona che meraviglia. Non parla mai e lavora sempre ed ogni volta che le do un soldo d'oro, lo mette da parte nella sua sacca. — Oh
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Pineto entrò in casa, e si pose in piedi vicino al letto, con l'aria di una padrona. — Oh, Tit! Oh, Tit! — piangeva la povera Caterí. La Signora si fece
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se rivivrò del tutto, — osservò. — Sono stato proprio in punto di morte. — Oh, sí, Tit! Precisamente, — confessò Caterí, e, non sapendo che dire, si
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È una cosa inverosimile e non la direi se non fosse vera. Nell'occhio destro dell'eroe si vide una lagrima. — Oh, Caterí, avevo creduto che ella
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letto, il quale, con la coperta di damasco giallo, diventò proprio una meraviglia. — Viaggiate molto da queste parti? — domandò Tit. — Oh, sí, — disse
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vendendo stoffe. — Sí, sí, certo! — gridò Tit. — Ma qui non c'è posto, — osservò Caterí. — Oh, non importa! — esclamò il mercante con entusiasmo. — Rimarrò
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La Regina delle Fate le disse: — Sai che hai trovato marito? — e le diede una leggera spinta. Ed ella disse: — Sí. Allora Caterinuccia esclamò: — Oh
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Oh, povela pincipessa! Sono una povela pincipessa! — e piangeva sempre. Sperava che essi avessero almeno sentito notizie del suo aeroplano, ma si
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trombetta d'argento? Oh, mi dimenticavo. Una volta, suonò. Suonò tanto piano che la udí soltanto Caterinuccia che la teneva sotto il cuscino. Aveva
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, però ho sempre paura che risponda sua madre. Ci provo. - Pronto? Con chi parlo? - Calzoleria Scarpetti! - Oh, scusi, ho sbagliato numero! - Non si
OH, MI RENDO CONTO DI NON ESSERE UN OSPITE GRADITO. PECCATO! L’AMICO DARCY FA DELL’OTTIMO CAFFÈ! DAVVERO OTTIMO!...