. "Cicci!" gridò. "Dov'è il mio Cicci?" "È qui il suo Cicci!" rispose Morgan, ironicamente. "Oh, meno male!" esclamò Giovanna in tono sollevato. "Avevo paura
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dobbiamo fare?" domandò un soldato spagnolo che la vista di tutte quelle ricchezze aveva completamente rincretinito. "Oh, bella, riempirle d'oro e
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. "Oh," esclamò. "Meno male." "Vedete nulla?" gli domandò il Corsaro Nero. "Un luccicar d'armi nella boscaglia... Sono soldati spagnoli..." "E che cosa
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tua torcia..." "Oh, mamma mia bella!" gemette Nicolino. "È svenuto un'altra volta!" disse il maggiordomo. "Per forza" disse Jolanda. "Quando rinviene e
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soccorso pietoso d' alcuno, finito con la paura, il freddo, la fame, la solitudine!... Oh, dolce e fìda quella casa ospitale dov' era nato e cresciuto
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per forza, ed esclamarono subito: - Oh carini! oh come sono piccini! oh poverini! - Ci volle del bello e del buono prima che la contessa potesse
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, e amava i comodi e il benestare: oh quello sì! Specialmente dopo che una volta, per fare un salto da una sedia su la tavola da pranzo, era ruzzolato
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! - pensava Moschino; e soggiungeva a voce alta: - Oh, Dodò, un poco d' olio trovato in cucina per terra! L' avrà versato il cuoco, per caso. - Tu se
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nell' unghie del gatto per la smania di girare. - E tu gira! - diceva Dodò filosoficamente. - Oh, io no! Non voglio mica morire di mala morte, io
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! — Oh, Mamí... mi fa male qui, — pigolò Cipí cercando di strappare la cordicella che gli faceva sanguinare la zampa. A quel punto, i bambini litigarono
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La passeretta dall'ala spezzata si rannicchiò tremante in fondo al cespuglio: — Cipí... oh che male... non posso piú volare, che farò? — Zitta
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l'aiutavano a portare pazienza. — O bella... — ripeté Cipí, — ma si può sapere chi è lui? — Un uccello! — spiegò Passerì. — Un uccello come me e te? — Oh no
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- Lo credo anch'io una buona cosa; ma allo studio della lingua non ci ho attitudine. - Oh bella! Che risponderebbe lei a chi le dicesse: - Non son
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accelerò la discesa, con la poppa alzò grandi schiume e infine, arrivata stabile e trionfante nel mare, parve essere soddisfatta ed esprimere: - Oh
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spaventò, tornò a sorridere a Dorotea. - Lei è mia figlia - disse piano. - Non è bellissima? - ...Oh, sì! - biascicò a stento la Pinuccia. E si
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. - Guardare avanti è sempre meglio che guardare indietro. Perlomeno non ti viene il torcicollo. Tu che ne dici, Attilio? - Oh, be' si capisce
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fossero degli orfanelli? - concluse la Clotilde. - Oh no, la maggior parte di loro ha una mamma o un papà, a volte anche tutti e due. Ma sono quasi tutte
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, eh, come va? - Oh, caro dottor Casnaghi... Va male, va malissimo... Sempre così fiacca, sempre così stanca... Vede che brutta cera che ho? Non va
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provi tu una contentezza nel cuore? E quando hai fatto qualche cosa che è male, non senti dentro di te un rimprovero, un rimorso? Oh sì! Prima che i
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, guasta dalle infiltrazioni del vicino letamaio: e infatti l'acqua di quel pozzo, lasciata per un giorno in un bicchiere, puzzava di marcio. Oh che! Ci
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calze da rammendare ? - Oh, finalmente siete venuta! Ecco qua; ho dodici e cento bambini da custodire e sedici calze da rammendare. Vi pago anticipato
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strada buia. — Oh, Bellissima, dove sei, dunque? — piangeva Caterí. Piangeva, piangeva tanto, povera
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è? È proprio tanto bella? — Oh, Tit, non chiederlo! Era la bambola piú carina del mondo. Aveva dei begli occhiettini di filo rosso e i capelli tutti
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, — ed è buona, tanto buona che meraviglia. Non parla mai e lavora sempre ed ogni volta che le do un soldo d'oro, lo mette da parte nella sua sacca. — Oh
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Pineto entrò in casa, e si pose in piedi vicino al letto, con l'aria di una padrona. — Oh, Tit! Oh, Tit! — piangeva la povera Caterí. La Signora si fece
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se rivivrò del tutto, — osservò. — Sono stato proprio in punto di morte. — Oh, sí, Tit! Precisamente, — confessò Caterí, e, non sapendo che dire, si
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È una cosa inverosimile e non la direi se non fosse vera. Nell'occhio destro dell'eroe si vide una lagrima. — Oh, Caterí, avevo creduto che ella
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vendendo stoffe. — Sí, sí, certo! — gridò Tit. — Ma qui non c'è posto, — osservò Caterí. — Oh, non importa! — esclamò il mercante con entusiasmo. — Rimarrò
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La Regina delle Fate le disse: — Sai che hai trovato marito? — e le diede una leggera spinta. Ed ella disse: — Sí. Allora Caterinuccia esclamò: — Oh
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Oh, povela pincipessa! Sono una povela pincipessa! — e piangeva sempre. Sperava che essi avessero almeno sentito notizie del suo aeroplano, ma si
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trombetta d'argento? Oh, mi dimenticavo. Una volta, suonò. Suonò tanto piano che la udí soltanto Caterinuccia che la teneva sotto il cuscino. Aveva
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, povera donna! Prima di mezzogiorno infatti era andata a vedere. - Perché non è venuto? - le domandò don Pietro vedendola fermare su la soglia. - Oh, Dio
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galline razzolano, si spollinano, sfaccendano. - Oh povera me, povera me! - sembrano dire, guardando il gallo che sorveglia, altezzoso - Riusciremo a
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sfavillano. - Oh sì - risponde - qui sono a casa mia.
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alla battaglia navale. A un tratto Rosina caccia un urlo. Che avviene? Tremante, la piccola accenna Pinuccia caduta in acqua. Oh, la corrente la
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. Adagiato nella greppia, il Bambino Gesù sorride a tutti; anche ad Anna. Anzi sorride proprio a lei. Oh diventasse vivo un momento solo e Si posasse tra
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la signorina sorridendo. Davvero? oh ma allora... che cosa le ha raccontato la nonna? Felice, torna a casa di corsa con la sua bambola stretta al petto
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- mormora quello che ritrova per primo la voce. Il cieco lo cerca con le mani e lo accarezza. Accarezza tutte testoline che ha intorno. - Oh cari
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giochetti dell'angiolo e battè le manine: - Oh bello, bello! Vedo le pecorine, vedo i pavoni. Da allora tutti gli angioli custodi si sono messi a modellare
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chiamano anche profani inchiostri, e que' de' santi sacri inchiostri." "Oh! ora tutto mi torna a capello, e la ringrazio." "Gl'indovinelli propriamente
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rumore assordante per- tutto il bosco. Era un Orco che tornava a casa coi suoi cento mastini, che gli latravano dietro. — Oh, che buon odore di carne
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. Non fiatare! — L' Orco, vista la figliuola, si fermò. — Che fai lì? - Mi riposo. — Oh, che buon odore di carne cristiana! — Passava un ragazzino, e ne
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, dimagrava a segno che era ridotto una lanterna. Un giorno il Reuccio trovossi affacciato a una finestra del palazzo reale, e vide passar la Reginotta. — Oh
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prese a pigione una casa dirimpetto al palazzo reale. Il Reuccio rimase sbalordito: — Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Se fosse sangue reale, la
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la Reginotta. — Ci ho qui un anello raro; le piacerà. — E il finto gioielliere mostrò anello incantato. — Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Quanto
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A quella vista il Re ammattì: — Oh che bellezza! Dovrà esser mia! dovrà esser mia! — E, senza metter tempo in mezzo, picchia all' uscio a più riprese
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in fretta quei morticini e buttatili nell' olio bollente, cominciò a rimestare col suo bastone, e intanto cantava: — Oh, il bel ranno! Oh, il bel ranno
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— Maestà, ho il rimedio per guarir la regina. Ma prima facciamo i patti. — Oh, bravo! facciamo i patti. — Se nascerà un maschio, lo terrete per voi
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testa di rospo. — Oh Dio, che orrore! — Benchè fosse figlia unica e le volesse un gran bene, quella testa di rospo le facea schifo, e non volle più
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, però ho sempre paura che risponda sua madre. Ci provo. - Pronto? Con chi parlo? - Calzoleria Scarpetti! - Oh, scusi, ho sbagliato numero! - Non si
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