fece un boccone. — Mille grazie, re Corvo. Ora potete andar via. — Cra! Cra! Cra! Ma prima di andar via, debbo mangiarti gli occhi. — E con due beccate
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i vostri occhi son riposti in buon luogo; son nella gobba della Reginotta di Spagna. Il Re si trascinò fino al palazzo reale, dove questa abitava, e
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. - Colla fatatura, ci volle un batter d' occhi per tornare al luogo dove trovavasi l'albero che parlava. La strega non e' era, e l' albero gli disse
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finestra per mostrare al popolo la Regina. — Ecco la vostra Regina! — Non avea finito di dirlo, che gli cadde coma una benda dagli occhi e si vide lì
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prenderei per moglie. - Il Re, che voleva bene al figliuolo quanto alla pupilla degli occhi suoi, mandò subito un ministro a domandarle se mai fosse di
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occhi e colla sciabola in pugno, correva verso la camera di Tizzoncino: volea tagliarle la testa. L'uscio era chiuso. Il Reuccio guardò dal buco della
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glielo dicia. La Regina perdè il lume degli occhi: — Sporco galletto! ora ti concio io. Chiamatemi il cuoco. — Il cuoco si presentò. — Mi si faccia con
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lettera, e la lasciò sul tavolino ad asciugare. Va il galletto, e gliela insudicia proprio dov' era la firma. Il Re perdè il lume degli occhi: — Sporco
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: non avea lingua, nè occhi, nè orecchi; era rovinata dalle fiamme. E se lui non la guariva intieramente, non potea diventar genero del Re. Partì e
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malaugurio per la sua discendenza fosse sparito. Gli occhi della povera donna parevano un fiume. Andava attorno tutta la giornata, fermando la gente
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divorava cogli occhi, mentre quella ballava. Dovea fare proprio un grande sforzo per non slanciarsi ad abbracciarla e non dirle: Sarai Regina! La
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Regina dovette inghiottire quest' altra pillola amara, e che pensò? Pensò di accertarsi coi suoi occhi di quello che il Reuccio aveva detto: — Testa-di
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occhi. Le zecche erano sparite, e non se ne vedeva neppure il segno. Il Reuccio di Portogallo e la Reginotta si sposarono; e se ne stettero e se la
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congegno della bambola chiamò: Topolino! Topolino! Ma chi sa dove lucevano gli occhi di Topolino in quel punto? Per sei notti l'inganno non giovò. Alla
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Ed ecco, sul tardi, il mago Tre-Pi, nero come il pepe, con una barbona nera e certi occhi neri che schizzavano fuoco. — Ah, buon mago Tre-Pi
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traditore, questa volta non ti giova! — Ma durava fatica a tener aperti gli occhi. Il cardellino cominciò a canzonarlo: — Pss! Pss! il Re dorme! Pss
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occhi, fata Fantasia s' intenerì: — Vado e vengo. — Rientrò nella grotta, e dopo un pezzetto, ricomparve col grembiale ricolmo: — Tieni; con questa roba
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Il Re non lo potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, ostinata: — Non lo voglio! Non lo voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio
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passati sette anni. Intanto la Reginotta s' era fatta una ragazza, che ci volevan quattro paia d' occhi per guardarla. Una notte non potendo prender
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attorno impazienti, che diventavano muti e tutti occhi ed orecchi appena incominciavo: C' era una volta..., mi davano una gran suggezione. Pochi autori
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Pagina Prefazione
sentinella, notte e giorno; e tutte le mattine scendeva lui stesso a osservare coi suoi occhi se mai mancasse una foglia. Una mattina va in giardino
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Pagina Titolo
LA FIGLIA DEL RE C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla de' loro occhi. Mandò il
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Pagina Titolo
i vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho veduto con
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Pagina Titolo
pupilla degli occhi. Un giorno venne uno, e disse al Re: — Maestà, passavo pel bosco qui vicino, e incontrai l'Uomo selvaggio. Mi disse: Vai dal Re, e
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Pagina Titolo