Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: occhi

Numero di risultati: 49 in 1 pagine

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Fedora

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Colautti, Arturo 14 occorrenze

(Olga riapre gli occhi: Fedora e De Siriex la guardano sorridendo. – Olga manda un lungo sospirone: poi si soffrega gli occhi.)

(Fedora si copre gli occhi inorridita.)

(Boleslao guarda Olga con occhi esageratamente dolci, sospirando.)

(Borov, per tutta risposta, crolla il capo: Fedora, riaprendo gli occhi, vede e comprende.)

(Loris la trae a sé violentemente, fissandola forte negli occhi, esprimenti terrore e supplicazione insieme.)

(Loris risale sdegnoso per seguire Fedora. Borov gli tien dietro degli occhi, dolorosamente: poi s’allontana.)

(Loris la stringe al suo petto: Fedora lo trae a sé, e lo fisa nel profondo degli occhi.)

gli occhi in silenzio.)

smarrimento di Fedora: questa, sempre seduta, asciugandosi gli occhi, cerca di ricomporsi.)

avvicina e rompe il fascio: Fedora lo segue ansiosamente degli occhi.)

’attorno Boleslao, confusosi tra la folla. – Loris non abbandona degli occhi la Principessa.)

, la quale, dopo alquante moine, si decide per quello del secondo, che sospira come un mantice, facendole gli occhi teneri. – Gli altri escono a gruppi

viale, che conduce al giardino. – Fedora, che accompagna Loris con gli occhi, non può vederlo; ma Olga, che è risalita, lo scorge e lo riconosce. Basilio

(Fedora rimane per alcun tempo come schiacciata dalla sciagura, il capo riverso sulla spalliera della seggiola, gli occhi sbarrati, le mani penzoloni

Iris

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Illica, Luigi 18 occorrenze

E le mani alte si stendono sopra le teste dentro ai cui occhi passa il rapido incendio della più esaltata cupidigia!

E Kyoto sogghigna, sporgendosi sul parapetto della sua verandah, bonariamente ammiccando degli occhi scaltri all’amico suo e suo padrone, il pubblico!

Tu mi hai tolto la vista, ma mi hai dato quella degli occhi di Iris; mi hai dato un Genio buono e gentile;

Là in un angolo un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti, la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.

Bouddah, lontano, dietro a lei, la grand’epa floscia a sfascio sul suo piedestallo fatto del loto mistico, ride sempre, i piccoli inesprimibili occhi

Iris prorompe in gran pianto; – le lagrime che le tumultuano nel cuore sono salite agli occhi e pel varco dei bruni sguardi che esse velano, inondano

L’annoiato signore guarda a lungo, con bocca semichiusa, con occhi larghi, le mani stese in atto di afferrare, poi scostandosi e allontanando

’incendio che infuoca intorno a sé tutti quegli occhi.

Ed è in quella trionfante visione che gli occhi della mousmé si chiudono, onde sul suo pallido viso è ancora la calma della tenera giovinezza

Oh, il disperato urlo di terrore di Osaka, ritto davanti alla finestra spalancata, gli occhi in quel profondo nero dell’abisso nel cui fondo, ironia

ascoltato le tue parole e con occhi avidi hanno contemplato la bianca bellezza del tuo viso.

(Il giovane s’avvicina alla intimorita mousmé che non osa sfuggirgli, tocca colle mani la testa di Iris; costei chiude timorosa gli occhi. Al tocco

Il Cieco tocca e ritocca, uscendo in gridi soffocati, il foglio ed il denaro – e i larghi occhi bianchi, senza luce e vita, che egli ruota intorno

E il vecchio cerca intorno a sé; cammina, incespica, cade! Si rialza, chiama a gran voce! E quella notte implacata negli occhi suoi accresce tutto l

si agita, ognuno tratto da una febbre, gli occhi accesi, violento il sangue nelle vene, le labbra umide, semiaperte e il respiro ad aneliti brevi, di

occhi di Iris si arrestano su di una piccola tavola dove tutto vi è pronto per dipingere, essa vi si accosta e, tentata ora dal mistero dei colori

Allora un grido – breve – supremo – poi negli occhi della mousmé passa la stranissima luce di un pensiero terribile; e Iris, forte, una Iris nuova

furibondo, – e il fango va pure a colpire la buona mousmé, penetra in quei dolcissimi occhi, sulla bocca dove poco prima si è posato fremente e impossente

XX Legislatura – Tornata del 28 gennaio 1898

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Chinaglia; Biancheri 2 occorrenze
  • 1898
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
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. Intanto debbo rilevare qui una differenza che pongo sotto gli occhi del ministro del tesoro pregandolo di darmi una risposta.

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era fatta sperare e che non può avere alcun effetto. Ove ciò non si facesse la promessa rimarrebbe un miraggio, una lustra agli occhi degli ingenui; e

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SCURPIDDU

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Capuana, Luigi 15 occorrenze

! - Chi gliel'avea detto? Le Nonne ? Socchiudeva gli occhi, immobile: e non si curava di aizzare Massaio e Don Pietro che si azzuffavano. La tàccola

capelli che le scendevano su gli occhi. - Quella che vi siete presa ieri. - Sei pazzo? - Sì, se l'è presa la tua mamma che la voleva per chioccia

lucevano gli occhi! E vedeva quegli occhi azzurri e il viso pallido e scarno di lei, com'erano l'anno della mal'annata, quando era andata via con tanti

le aveva detto così, dopo aver udito le tristi avventure di quella donna. - Ho voluto venire a morir qui! Almeno mio figlio mi chiuderà gli occhi

. Scurpiddu ebbe quasi paura vedendo le pupille nerissime tra il bianco degli occhi, e le due file di denti bianchissimi tra le labbra rosse e sottili

di Santa Maria in Mineo. Di notte, sembrava che l'orologio fosse dietro la collina di rimpetto. Non voleva andare a coricarsi. Se chiudeva gli occhi

sapere tante e tante cose, che gli aveva messo paura con gli occhiali d'oro davanti a quegli occhi sbirri (intendeva dire scrutatori). Per ciò sul

Col cencetto nero del lutto che la massaia gli aveva messo attorno al collo della camicia, con lo sbalordimento che gli si leggeva ancora negli occhi

riconobbe subito. Era una di quelle sperdute, e si fermò, spalancando gli occhi dallo stupore quasi vedesse un portento incredibile ... Sì, sì, una delle

Quattro giorni dopo, Scurpiddu tornò dal pascolo senza marcia e senza banda di tacchini, Aveva gli occhi rossi dal pianto. - Ne hai smarrito qualcuno

voleva essere una carezza. Quel ragazzo bruno, magro, con quegli occhi neri, intelligenti e pieni di tristezza, con quei capelli neri, arruffati, che

finta, sciocco! A metà della salita il Soldato si era fermato. - Che guardate? - Niente, - rispose. Con gli occhi avvezzi a veder bene molto lontano

tratteneva il fiato e stringeva le labbra tra i denti, spalancando gli occhi nell'oscurità del bugigattolo, proprio come doveva tra dieci o dodici

cocco anticipatamente infilati nel fil di rame; e intanto che le dita sembravano occupate per proprio conto, gli occhi lucidi e neri pareva contassero i

Scurpiddu dalla testa ai piedi. Scurpiddu intanto, coi libri in mano, rivolgeva spesso gli occhi a quel pilastro che faceva i terremoti , e avrebbe voluto