Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 O  piccoli giardini addormentati in un sonno di pace e di
giardini addormentati in un sonno di pace e di dolcezze,  o  piccoli custodi rassegnati di sussurri, di baci e di
custodi rassegnati di sussurri, di baci e di carezze;  o  ritrovi di sogni immacolati, di desideri puri e di
sogni immacolati, di desideri puri e di tristezze infinite,  o  giardini ove gli alati cantori sanno di notturne ebbrezze,
giardini ove gli alati cantori sanno di notturne ebbrezze,  o  quanto v'amo! I sogni che rinserra il mio core, fioriscono,
quanto v'amo! I sogni che rinserra il mio core, fioriscono,  o  giardini, lungo i viali, ne le vostre aiuole. Io v'amo, io
lungo i viali, ne le vostre aiuole. Io v'amo, io v'amo,  o  fecondati al sole di primavera in languidi mattini, o
o fecondati al sole di primavera in languidi mattini,  o  giardini, sorrisi de la terra!
e sussurrando: come è bella la sera in mezzo ai monti?  O  pace, o solitudine, o dolcezze! Tu appoggiavi i piedini al
come è bella la sera in mezzo ai monti? O pace,  o  solitudine, o dolcezze! Tu appoggiavi i piedini al
è bella la sera in mezzo ai monti? O pace, o solitudine,  o  dolcezze! Tu appoggiavi i piedini al focolare, ed io la
le tue carezze; e il lieto grillo era il nostro compare:  o  pace, o solitudine, o dolcezze! Chi, chi di noi più puri e
carezze; e il lieto grillo era il nostro compare: o pace,  o  solitudine, o dolcezze! Chi, chi di noi più puri e più
lieto grillo era il nostro compare: o pace, o solitudine,  o  dolcezze! Chi, chi di noi più puri e più beati in quei
il tuo sorriso... tu prevedevi un serto alle mie chiome!  O  sante gioie, o speranze divine! Che ce ne resta, o mia
tu prevedevi un serto alle mie chiome! O sante gioie,  o  speranze divine! Che ce ne resta, o mia donna, a quest'ora?
chiome! O sante gioie, o speranze divine! Che ce ne resta,  o  mia donna, a quest'ora? Ma non è tutto, non è tutto spine
non è tutto spine l'oggi, se, uniti, sussurriamo ancora:  o  sante gioie, o speranze divine! Rifioriran, mia mesta
spine l'oggi, se, uniti, sussurriamo ancora: o sante gioie,  o  speranze divine! Rifioriran, mia mesta giovinetta,
insieme alla partita! Nessun ci toglie un angolo di terra.  O  pace, o solitudine, o dolcezze! Ti rivedrò seduta al
alla partita! Nessun ci toglie un angolo di terra. O pace,  o  solitudine, o dolcezze! Ti rivedrò seduta al focolare,
Nessun ci toglie un angolo di terra. O pace, o solitudine,  o  dolcezze! Ti rivedrò seduta al focolare, sognerò ancora fra
fra le tue carezze; e il lieto grillo ci sarà compare:  o  pace, o solitudine, o dolcezze!
le tue carezze; e il lieto grillo ci sarà compare: o pace,  o  solitudine, o dolcezze!
e il lieto grillo ci sarà compare: o pace, o solitudine,  o  dolcezze!
amanti, pallide di languore e di piacere, orsù, apparite,  o  ciclopi, o giganti, e danzatemi intorno al tavoliere! Sento
di languore e di piacere, orsù, apparite, o ciclopi,  o  giganti, e danzatemi intorno al tavoliere! Sento il raggio
- giganti, il vostro mistico balletto ama la nota flebile  o  sonora? Volete le cadenze imbalsamate di fragranze di rosa
le cadenze imbalsamate di fragranze di rosa e gelsomino,  o  le rime dal turbine accozzate, come foglie cadute in sul
dal turbine accozzate, come foglie cadute in sul cammino?  O  la canzon della notturna pesca che naufraga piangendo fra i
della notturna pesca che naufraga piangendo fra i marosi,  o  lo stridor con cui la tigre adesca l'arabo in caccia fra i
i palmeti ombrosi? Volete il canto che intuonò Maometto,  o  il salmodiar che il Nazareno onora? Giganti, il vostro
Giganti, il vostro mistico balletto, ama la nota flebile  o  sonora? - Sento un odor di grandine e di rose, e il vo'
flebili, amorose, cantin le cetre dai sonori crini! Ma,  o  sedicenni danzatrici bionde, volete i nostri balli, o i
Ma, o sedicenni danzatrici bionde, volete i nostri balli,  o  i balli antichi; dell'India amate le danze feconde, o il
o i balli antichi; dell'India amate le danze feconde,  o  il rustico ballar nei piani aprichi? Volete in giro rotear
rotear sul prato, le mani unendo, e accelerando il piede,  o  amate saltellar lungo il selciato, come le donne sue Napoli
saltellar lungo il selciato, come le donne sue Napoli vede?  O  come anella musiche, alle dita i legnicciuoli della
del francese amato, da cui l'uom pio scandalezzato riede,  o  amate saltellar lungo il selciato, come le donne sue Napoli
sedicenni amanti, pallide di languore e di piacere;  o  eroi di fiamma, o ciclopi, o giganti, dite, entrar posso
amanti, pallide di languore e di piacere; o eroi di fiamma,  o  ciclopi, o giganti, dite, entrar posso nelle vostre
di languore e di piacere; o eroi di fiamma, o ciclopi,  o  giganti, dite, entrar posso nelle vostre schiere? L'anima è
in martello, ond'è che appari simile a un castello,  o  mole strana! * * * Ti contemplo quaggiù dalla vallata
contemplo quaggiù dalla vallata dell'erbe in sullo smalto,  o  mio bel campanile, o chiesa, o spalto, che il sole indora!
vallata dell'erbe in sullo smalto, o mio bel campanile,  o  chiesa, o spalto, che il sole indora! L'ellera, amica agli
dell'erbe in sullo smalto, o mio bel campanile, o chiesa,  o  spalto, che il sole indora! L'ellera, amica agli ermi, ha
ermi, ha incoronata la tua vetusta fronte, e tu rammenti,  o  campanile, un monte e una calma dimora! Come t'aman le
e a Quasimodo, bel campanile! Che l'Angelus tu pianga  o  canti l'Ave, canti e piangi d'amore: e fai pensare ai
e fai pensare ai poveri e al Signore superbo e umìle.  O  mole strana! e alle rondini accanto l'upupa tu ricetti: da
in te mi specchiai! Nel tuo destino il destin mio guardai,  o  pieno d'ale: o pieno d'ale, o pieno di mistero, di memorie
Nel tuo destino il destin mio guardai, o pieno d'ale:  o  pieno d'ale, o pieno di mistero, di memorie e d'oblio, muro
il destin mio guardai, o pieno d'ale: o pieno d'ale,  o  pieno di mistero, di memorie e d'oblio, muro triste e leal,
tutto si trasforma: la casa non è più occupata,  O  non c'è, o è diversa, o siamo diversi noi che adesso
tutto si trasforma: la casa non è più occupata, O non c'è,  o  è diversa, o siamo diversi noi che adesso comprendiamo solo
la casa non è più occupata, O non c'è, o è diversa,  o  siamo diversi noi che adesso comprendiamo solo il mare e la
 O  bella donna di latte e di rosa, donna sdegnosa, m'han
petto è un corsaletto dei vecchi dì colla malìa nascosa;  o  bella donna di latte e di rosa. O bella donna che sembri
dì colla malìa nascosa; o bella donna di latte e di rosa.  O  bella donna che sembri uno stelo mietuto in cielo, m'han
che uscir di vita sotto le spire del tuo corpo anelo;  o  bella donna che sembri uno stelo. O donna piena di gioie e
del tuo corpo anelo; o bella donna che sembri uno stelo.  O  donna piena di gioie e di luci, se tu conduci al cimitero,
un usignuolo, ed il lenzuolo è porpora regal se tu lo cuci,  o  donna piena di gioie e di luci! O donna piena di
regal se tu lo cuci, o donna piena di gioie e di luci!  O  donna piena di delicatezze, le tue bellezze fan sognare a
sfinge, occhio che pinge e monti e mari d'inudite ebbrezze!  O  donna piena di delicatezze, o donna fortunata ed infelice,
e mari d'inudite ebbrezze! O donna piena di delicatezze,  o  donna fortunata ed infelice, e a me non dice, a me
esiliato, e condannato a subir la materia peccatrice!  O  donna fortunata ed infelice, se v'ha nume che ascolta, e se
 o  vita! dal cielo illuminato dai primi raggi del sorgente
primi raggi del sorgente sole all'azzurra campagna! Salve,  o  vita! potenza misteriosa fiume selvaggio, poderoso eterno
poderoso eterno ragione e forza a tutto l'universo salve  o  superba! Te nel silenzio gravido di suoni te nel piano
Te nel silenzio gravido di suoni te nel piano profondo  o  palpitante cui nuovi germi agitano il seno te nel canto
a esequie, un feretro s'avvia, un prete è in allegria.  O  mio canestro di olezzanti fiori, tavolozza di forme e di
di olezzanti fiori, tavolozza di forme e di colori,  o  stelle che dal ciel mi sogguardate collo splendor delle
un feretro s'avvìa, un prete è in allegria. Voi che vivete,  o  fior, nell'ozio blando, l'aria che in mezzo a voi vien
lungo lo stelo, verso i petali schiusi, e verso il cielo?  O  fior, centuplicatemi l'olezzo... ch'io non senta il mio
di me stesso a ingannar la tenebria! Rinnegate il Signore,  o  fiori, o stelle, che vi fe' così puri e così belle, mi creò
a ingannar la tenebria! Rinnegate il Signore, o fiori,  o  stelle, che vi fe' così puri e così belle, mi creò sì
 O  notturno splendore, o vergine divina! Tu che commuovi,
notturno splendore,  o  vergine divina! Tu che commuovi, sorridendo, il core
fanciullo io vidi e ad astro mio ti scelsi; fosse felice  o  in lagrime, da quel giorno, o mia Dea, quest'anima
mio ti scelsi; fosse felice o in lagrime, da quel giorno,  o  mia Dea, quest'anima sperando, a te volgea! Come sei bella,
mia Dea, quest'anima sperando, a te volgea! Come sei bella,  o  luna, quando il viso ti specchi nel mite tremolio della
dimessa e stanca, seguiti il sole in camiciuola bianca!  O  vergine d'amore, se tua beltà lo vince, non indugia a
quante favole, che follie, che visïoni, non scandemmo,  o  Musa, al facile rimeggiar delle canzoni! Si cantò la luna,
dubbio e speme... quanti sogni, quante favole non cantammo,  o  Musa, insieme! Mi credetti il santo apostolo, il Veggente,
abbandoni, ebbrezze, incurie della vita e del destino!  O  memorie!... beatitudini come nuvole svanite! O miei fiori
del destino! O memorie!... beatitudini come nuvole svanite!  O  miei fiori in preda al turbine, o mie ninfe incanutite! Tu
come nuvole svanite! O miei fiori in preda al turbine,  o  mie ninfe incanutite! Tu lo sai, Musa, nell'estasi quanto
- un tumulo- e un'epigrafe : - Passato! - Disperammo,  o  cosa orribile! Giovinetti ancora e buoni, l'empietà
all'orecchio del mio pallido bambino: non un verso a Bruto  o  a Cesare, non un sol gettato ai venti in cui freme e rugge
Diedi il braccio alla mia patria, le negai la poesia. Beli  o  ragli altri! - Io, mia Vergine, io ti amai ben d'altri
ben d'altri amori! Dappertutto dove nuvole van pel cielo  o  spuntan fiori, dappertutto dove un atomo l'universo mi
astro od una lucciola mi rivelano la chiesa, dappertutto,  o  bionda Vergine, o mia santa, o Musa mia, fosti il culto e
mi rivelano la chiesa, dappertutto, o bionda Vergine,  o  mia santa, o Musa mia, fosti il culto e la vertigine,
la chiesa, dappertutto, o bionda Vergine, o mia santa,  o  Musa mia, fosti il culto e la vertigine, gaudio, amor,
vi sfavillano, molte lagrime rinserra... L'uom nol curi  o  lo ripudii; non mi cale...: - è l'umil fiore che, borsel
 O  vita, o vita ancor mi tieni, indarno l'anima si divincola,
vita,  o  vita ancor mi tieni, indarno l'anima si divincola, ed
so se tra rocce il tuo pallido Viso m’apparve,  o  sorriso Di lontananze ignote Fosti, la china eburnea Fronte
lontananze ignote Fosti, la china eburnea Fronte fulgente  o  giovine Suora de la Gioconda: O delle primavere Spente, per
eburnea Fronte fulgente o giovine Suora de la Gioconda:  O  delle primavere Spente, per i tuoi mitici pallori O Regina
O delle primavere Spente, per i tuoi mitici pallori  O  Regina o Regina adolescente: Ma per il tuo ignoto poema Di
delle primavere Spente, per i tuoi mitici pallori O Regina  o  Regina adolescente: Ma per il tuo ignoto poema Di voluttà e
serto di spine, e sento l'onda che hai qui dentro ascosa,  o  mio dolce poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi
tuo canto incoronavi? Ah dimmi che fu larva antica e bruna,  o  mammola di monte, o fil di luna, o vecchio frate, o bambolo
Ah dimmi che fu larva antica e bruna, o mammola di monte,  o  fil di luna, o vecchio frate, o bambolo ricciuto, o
fu larva antica e bruna, o mammola di monte, o fil di luna,  o  vecchio frate, o bambolo ricciuto, o cadavere, o uccello in
bruna, o mammola di monte, o fil di luna, o vecchio frate,  o  bambolo ricciuto, o cadavere, o uccello in mar veduto, ah
monte, o fil di luna, o vecchio frate, o bambolo ricciuto,  o  cadavere, o uccello in mar veduto, ah dimmi, dimmi che nel
di luna, o vecchio frate, o bambolo ricciuto, o cadavere,  o  uccello in mar veduto, ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora.
confido e credo ; il futuro lo sento, il Dio lo vedo!...  O  puri affetti, o rime pensierose di farfallucce, di baci, e
; il futuro lo sento, il Dio lo vedo!... O puri affetti,  o  rime pensierose di farfallucce, di baci, e di rose! Il nido
di baci, e di rose! Il nido facciamolo, dicevi,  o  ben mio, coi fili di paglia che piacciono a Dio; coi raggi,
 O  Musa bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi
Musa bionda,  o  giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin
una sorella e una madre miraggio dei miei pensieri facesti,  o  mia Musa. soccorrimi! un bel canto ispirami! ... E’ una
La chioma orna di viole, di rose e di verbene, e adergi,  o  Dea, nel sempiterno sole le pupille serene! E allor non mi
in fondo al cor deposi! Oggi piangendo vi rammento insieme,  o  mia madre, o Poeta!.. Ella che vive di fede e di speme, te
deposi! Oggi piangendo vi rammento insieme, o mia madre,  o  Poeta!.. Ella che vive di fede e di speme, te arrivato alla
dell'ospizio, dove usciste in lenta schiera, che vi dice,  o  miei vecchietti, questo sol di primavera? Oh narrate di che
all'arrivo dell'aprile ; della speme tornan gli angeli,  o  vi afferra il disinganno? Dice il cor: siam vivi ancora, o
o vi afferra il disinganno? Dice il cor: siam vivi ancora,  o  vi dice : è l'ultim'anno ? Quest'auretta carezzevole,
? Quest'auretta carezzevole, vecchierelli, vi innamora,  o  vi strazia col pensiero ch'ella è muta in cimitero? Oh il
questo povero petto che sospira all'odor del cataletto...  o  donna buona, o fonte d'allegrezza, o virtù, mansuetudine, e
petto che sospira all'odor del cataletto... o donna buona,  o  fonte d'allegrezza, o virtù, mansuetudine, e dolcezza,
del cataletto... o donna buona, o fonte d'allegrezza,  o  virtù, mansuetudine, e dolcezza, giuro al demone mio che,
velata la morte. Una folla, in cammino verso il giorno  o  la notte, verso il ricordo o la dimenticanza, sosta dentro
in cammino verso il giorno o la notte, verso il ricordo  o  la dimenticanza, sosta dentro il presente. Che vale di
accendersi dei continenti ignoti; egli sognava,  o  limpido raggio, o profondo velo! la vastità del cielo, e
dei continenti ignoti; egli sognava, o limpido raggio,  o  profondo velo! la vastità del cielo, e della donna il cor.
dell'orror tuo ridente, del tuo feroce amor? Cantate,  o  antiche vittime, cantate, o giovinetti, arche di lunghe
del tuo feroce amor? Cantate, o antiche vittime, cantate,  o  giovinetti, arche di lunghe lagrime, nidi di brevi affetti;
abbatti, uccidi, interroga i morti e le rovine, cingimi,  o  bardo, al crine l'irrevocato allòr! - Egli lasciò le facili
Che tolse al foco arcano che strepita lassù? Cantate,  o  antiche vittime, cantate, o giovinetti, arche di lunghe
che strepita lassù? Cantate, o antiche vittime, cantate,  o  giovinetti, arche di lunghe lagrime, nidi di brevi affetti;
accendersi dei continenti ignoti. Egli sognava,  o  limpido raggio, o profondo velo! la vastità del cielo e
dei continenti ignoti. Egli sognava, o limpido raggio,  o  profondo velo! la vastità del cielo e della donna il cor.
errarmi intorno mi parea sentire l'alito della morte.  O  mia ricchezza unica, o bimbo mio, lo sai tu chi son io?
parea sentire l'alito della morte. O mia ricchezza unica,  o  bimbo mio, lo sai tu chi son io? Sono il povero armadio e
io potrò ancora credere e sperare di valer qualche cosa;  o  mio bambino, unica mia dolcezza, o mio giglio, o mimosa,
di valer qualche cosa; o mio bambino, unica mia dolcezza,  o  mio giglio, o mimosa, qui chiamato da un attimo di ebrezza
cosa; o mio bambino, unica mia dolcezza, o mio giglio,  o  mimosa, qui chiamato da un attimo di ebrezza per esser
comperar domani un famoso gingillo? Non so se oggi lo vidi,  o  un altro giorno: rappresenta un pastore che accarezza una
infrangerlo sai, quel dono mio! Del pastor che avverrebbe,  o  santo Iddio, se la pecora muore? Gennaio 1872
rimasta la tua gonna, se a Fiesole sul muro della casa  o  in un albergo d'Arno; chissà dove ho lasciato me ad
dove ho lasciato me ad attendermi, contemplando un cancello  o  a un tavolino di caffè all'aperto, fosse Lucca o Volterra,
cancello o a un tavolino di caffè all'aperto, fosse Lucca  o  Volterra, fosse l'ansia di una via alberata, Val di Chiana
volta, guardando un ramo,  o  un passero, o una foglia stagliarsi oltre la finestra, era
volta, guardando un ramo, o un passero,  o  una foglia stagliarsi oltre la finestra, era sempre aperta
alla mia porta udìa, la notte della santa Epifanìa,  o  son morti di freddo, o son malati, nei paesi del sole, i
udìa, la notte della santa Epifanìa, o son morti di freddo,  o  son malati, nei paesi del sole, i bei vegliardi dallo
alla mia porta udìa, la notte della santa Epifanìa,  o  son morti di freddo o son malati nei paesi del Sole, i bei
udìa, la notte della santa Epifanìa, o son morti di freddo  o  son malati nei paesi del Sole, i bei vegliardi dallo
e un fremito d'orrore, come note di cembalo che canta,  o  stride, o geme, coll'ugna rea mi spreme. - O fedeli! o
fremito d'orrore, come note di cembalo che canta, o stride,  o  geme, coll'ugna rea mi spreme. - O fedeli! o cattolici!
che canta, o stride, o geme, coll'ugna rea mi spreme. -  O  fedeli! o cattolici! alme beate e pure, nel dogma e nel
o stride, o geme, coll'ugna rea mi spreme. - O fedeli!  o  cattolici! alme beate e pure, nel dogma e nel misterio
d'incenso l'aria e cantici mi apporta... deh, come sposi,  o  prossimo, la fede all'ignoranza, l'ignoto alla speranza?
Ove son iti i bamboli e le povere nonne? Mentì il profeta  o  l'augure, l'apostolo, o il bramino? Chi giunse al Dio
e le povere nonne? Mentì il profeta o l'augure, l'apostolo,  o  il bramino? Chi giunse al Dio divino? O fedeli, o
l'apostolo, o il bramino? Chi giunse al Dio divino?  O  fedeli, o cattolici, pura e beata greggia! Mentre la luna
o il bramino? Chi giunse al Dio divino? O fedeli,  o  cattolici, pura e beata greggia! Mentre la luna candida in
e bello, le tende d'Israello. Dormi nei letti tiepidi  o  progenie d'Abele, e al capezzal ti piovano sogni di rose e
precipita dal carro di Boote piangendo, e a mani vuote...  o  fortunate lagrime, o povertà felice! Ti sta dell'uomo
di Boote piangendo, e a mani vuote... o fortunate lagrime,  o  povertà felice! Ti sta dell'uomo libero il serto alla
aureole, visioni, amicizie coll'aquile e i leoni,  o  colloquii con Dio, o lotte, o tentazioni! O templi, o tombe
amicizie coll'aquile e i leoni, o colloquii con Dio,  o  lotte, o tentazioni! O templi, o tombe di profondo oblio, o
coll'aquile e i leoni, o colloquii con Dio, o lotte,  o  tentazioni! O templi, o tombe di profondo oblio, o monaci
e i leoni, o colloquii con Dio, o lotte, o tentazioni!  O  templi, o tombe di profondo oblio, o monaci guerrier,
o colloquii con Dio, o lotte, o tentazioni! O templi,  o  tombe di profondo oblio, o monaci guerrier, monaci maghi! O
o lotte, o tentazioni! O templi, o tombe di profondo oblio,  o  monaci guerrier, monaci maghi! O visi smunti in mezzo a
o tombe di profondo oblio, o monaci guerrier, monaci maghi!  O  visi smunti in mezzo a pergamene e cantilene! o intenti, al
maghi! O visi smunti in mezzo a pergamene e cantilene!  o  intenti, al suon dei bronzi e dei flagelli, penne e
 O  armoniosa quiete del villaggio, balsamo sospirato un anno
quiete del villaggio, balsamo sospirato un anno intiero,  o  pace della mia anima, e raggio del mio pensiero! Come sei
del mio pensiero! Come sei tutta buona e tutta bella,  o  ammaliatrice, o santa, o cortigiana! La tristezza, tua
Come sei tutta buona e tutta bella, o ammaliatrice,  o  santa, o cortigiana! La tristezza, tua pallida sorella, è
sei tutta buona e tutta bella, o ammaliatrice, o santa,  o  cortigiana! La tristezza, tua pallida sorella, è la
è qui la settimana un bimbo il mese. Era ben mesto,  o  miei poveri amori, ché sulla strada, quando son venuto, mi
suoni in lontananza, qualche canzon furbetta e spensierata,  o  il mar che danza; poi paroluccie tutte vispe e fresche
portano a passeggiar l'acuta e lunga tosse ferina.  O  Noli, o solitaria pescatrice tutta cinta di torri e di
portano a passeggiar l'acuta e lunga tosse ferina. O Noli,  o  solitaria pescatrice tutta cinta di torri e di madonne, Dio
Per la deserta strada,  o  viaggiatore, dove t'affretti ai raggi della luna? una madre
un davanzal fiorito, un letticciuolo, la portinaia,  o  un cane che ti aspetta, cedi al mesto pensiero, e torna a
pappagallini muore, nessuno in casa appura se il maschio  o  la femmina. La vecchia donna teme che, presto, il
La vecchia donna teme che, presto, il sopravvissuto, lui  o  lei, morirà per quell'assenza. Invece l'uccelletto vive a
parlare di questi sassi, ma non della loro forma  o  del loro colore, e nemmeno della loro sostanza o del loro
loro forma o del loro colore, e nemmeno della loro sostanza  o  del loro peso. Vorrei parlare di questi sassi, ma prima
folletti in casa. Quando spariscono le chiavi  o  l'accendino, prima se ne lagna a voce alta, poi esce dalla
tu conoscerlo ed affisarlo ignudo, come una compra femmina,  o  il conio di uno scudo? Ma tu, da culla a feretro lasci un
l'indole del cuore e del cervello? Dio che a ragione,  o  tanghero, di te più furbo è assai, t'acqueta, la sua
pescandoti, per darti la cena, nel nostro naviglio delfino,  o  murena ? Ch'io danzi coi trampoli su un filo di seta, che
su un filo di seta, che un ago ti fabbrichi di carta  o  di creta? Ch'io strozzi un canonico coll'irte tue chiome,
il tuo nome? Ch'io rubi nell'etere di stelle un collare,  o  fili il tuo strascico col raggio lunare ? ... E sì che le
Compieta ai Vespri trascorse nel traffico sugli autobus  o  in metropolitana.
basso, gli ostacoli più ardui. Anche se qualcuna, un giorno  o  l 'altro, dovrà pure spiegarmi cosa vuol dire “adulti” nel
più scaltri, essere un top troppo presto scavalcato  o  insegnare a dei figli straviziati la correttezza politica e
del labbro mio e la mia chioma d'or! - Se basta amarti,  o  pallida bimba, per esser tuo, vale il mio cuore il suo, e
l'abbandono, ch'egli potrìa morir! - In groppa, in groppa!  o  pallida bimba, avrai perle e fiori sull'abito nuzial; avrai
mi dai la mano come potrei salir? %II Vorrei vederla nuda!…  o  Anacreonte, o Teocrito, o mio fulgido Orazio, per veder le
come potrei salir? %II Vorrei vederla nuda!… o Anacreonte,  o  Teocrito, o mio fulgido Orazio, per veder le beltà
salir? %II Vorrei vederla nuda!… o Anacreonte, o Teocrito,  o  mio fulgido Orazio, per veder le beltà dell’Ellesponte,
di prode, mirifiche parole! Ma tu più bella d'ogni Bello,  o  Diva, la abbellirai cantando! Andiam nei prati. E intorno a
"...Giuliva coppia di innamorati! ". - Deh! resta, resta,  o  santa Musa, il mio immacolato amor! l'ultimo... eterno, se
certo un cenno della mia sorella che di me ti ha invaghito,  o  un sospir di mia madre! - Ero un intruso di cui dicean "
sorella... E fui poeta. - Un povero poeta di te indegno,  o  divina; un sognatore cui mancâr l'ali alla celeste meta, ma
muro il sol rischiara e ombreggia qualche immaginetta cara:  o  bimbi, o cenci, o rose. Dove il paffuto ostier ti accoglie
rischiara e ombreggia qualche immaginetta cara: o bimbi,  o  cenci, o rose. Dove il paffuto ostier ti accoglie umano, e
e ombreggia qualche immaginetta cara: o bimbi, o cenci,  o  rose. Dove il paffuto ostier ti accoglie umano, e la cuoca
farmi carnefice, vorrei farmi becchino per lacerarti,  o  secolo, quel manto d'arlecchino; e sul tuo muto Golgota
ignoto abisso: brandisti il crocefisso e la fede crollò. -  O  musa! a questo pallido tuo giovane poeta, o eterna dea, tu
fede crollò. - O musa! a questo pallido tuo giovane poeta,  o  eterna dea, tu mormori il nome della meta; tu di Corani e
cantiamo in ritmo algebrico del Cenisio le porte, cantiamo:  o  Roma o morte Tribuni o senator Forse se ha senso pratico o
in ritmo algebrico del Cenisio le porte, cantiamo: o Roma  o  morte Tribuni o senator Forse se ha senso pratico o di
del Cenisio le porte, cantiamo: o Roma o morte Tribuni  o  senator Forse se ha senso pratico o di attualità, forse se,
o Roma o morte Tribuni o senator Forse se ha senso pratico  o  di attualità, forse se, posto in musica, al volgo piacer…,
se, posto in musica, al volgo piacer…, le vecchie note,  o  vergine, le troveranno ammodo, e ci diran sul sodo: - Bene,
qui fra l'erbe sulla terra, più ch'io non sia gli insetti  o  l'erbe o i fiori o i falchi su nell'aria o il vento o il
l'erbe sulla terra, più ch'io non sia gli insetti o l'erbe  o  i fiori o i falchi su nell'aria o il vento o il sole. Io
terra, più ch'io non sia gli insetti o l'erbe o i fiori  o  i falchi su nell'aria o il vento o il sole. Io son solo,
sia gli insetti o l'erbe o i fiori o i falchi su nell'aria  o  il vento o il sole. Io son solo, lontano, io son diverso -
o l'erbe o i fiori o i falchi su nell'aria o il vento  o  il sole. Io son solo, lontano, io son diverso - altro sole,
mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso  o  un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un
ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio.  O  cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la
della percezione. ll risultato è un'opera di fantascienza,  o  «scienza fantastica», nel senso letterale del termine.
e che potrà essere assalito nel sonno da un hippy ubriaco  o  da un arabo pazzo.
lontano e solo, anco s'a te vicino parlo ed ascolto,  o  mia sola compagna. Mentre di tra le dita delle nubi a che
terra e qui si muore, cantano i galli e stridon le civette.  O  gioia del novello nascimento, o nuovo amore e antico! O
galli e stridon le civette. O gioia del novello nascimento,  o  nuovo amore e antico! O vita, chi ti vive e chi ti gode che
O gioia del novello nascimento, o nuovo amore e antico!  O  vita, chi ti vive e chi ti gode che per te nasce e vive ed
infinito l'indifferente tramutar del tutto. Pur tu permani,  o  morte, e tu m'attendi o sano o tristo, ferma ed immutata,
tramutar del tutto. Pur tu permani, o morte, e tu m'attendi  o  sano o tristo, ferma ed immutata, morte benevolo porto
del tutto. Pur tu permani, o morte, e tu m'attendi o sano  o  tristo, ferma ed immutata, morte benevolo porto sicuro. Che
tormento senza via né speme, tu mi sei cara mille volte,  o  morte, che il sonno verserai senza risveglio su
seguendo il suo strascico di seta, il mio cor sospirava: -  O  bella creta, va', domanda alla Venere di Milo la lista dei
stolto e profano il basso incenso dell'ossequio umano!  O  bella creta passa nella festa poiché sei tanto bella e
è l'angelo, il santo e la madonna! E tu non sei del mondo,  o  bella creta, no, del mondo non sei, nè del poeta; nè del
creta, no, del mondo non sei, nè del poeta; nè del poeta,  o  stella passeggiera, nè del marito che ti abbranca a sera! -
clangore del ferro, lucido e nero di pioggia senza passato  o  futuro. Il desiderio non è più l'affamato che guarda dalla
dalle convesse plaghe dell'orizzonte, dalla boscaglia nera  o  dal ceruleo monte, o dalla siepe che cinge le aiuole più
dell'orizzonte, dalla boscaglia nera o dal ceruleo monte,  o  dalla siepe che cinge le aiuole più non sparissse il sole?
avverse, dona a chi segue la sua legge Iddio d'esultanza  o  d'oblio! Né più il pastore, dalle prime stelle accorto e
il tiepor del focolaro ai riflessi del faro. Che avverebbe,  o  pittore? addio le tinte delle nubi, procaci come donne
che ci viene da chiedere che cos'è questo rumore, del vento  o  del mare, e ascoltando ci dimentichiamo di donnire, e
e le nubi impariamo una distanza che di giomo non c'è,  o  non vogliamo che sia nostra.
allo stagno, immobil lagno! Tutto che in terra fulge  o  soffre od ama, nell'onta o nel decoro, tu mi assimili, o
lagno! Tutto che in terra fulge o soffre od ama, nell'onta  o  nel decoro, tu mi assimili, o Musa, e me ne fai e ditirambi
o soffre od ama, nell'onta o nel decoro, tu mi assimili,  o  Musa, e me ne fai e ditirambi e lai! Amo, per Te, la
crudi e cotti. I crudi sono quelli che non sono; gli altri,  o  Musa, li sai!... Oh! come fumo è tutto, e la letizia, e la
alla sera, Sia la pioggia imminente che vi serpe nell'ossa,  O  sia un presentimento lontano della fossa: Fatto sta che i
nelle vene Mi serpeggiasse il freddo, ma, sia pigrizia  o  grillo, Sopportavo quei brividi, pure di star tranquillo.
informe, malcerta, prepotente, severa, Assoluta giustizia  o  generoso errore, Inflessibile al pari del cristallo:
Che chiamavano le lacrime su quei volti abbronzati.  O  storie di battaglie, d’amor, di cortesie, Nuvolette vaganti
d’amor, di cortesie, Nuvolette vaganti per quelle fantasie,  O  sereni riposi dopo l’aspre fatiche, O cortili ingombrati
per quelle fantasie, O sereni riposi dopo l’aspre fatiche,  O  cortili ingombrati dai cardi e dalle ortiche, O gotici
fatiche, O cortili ingombrati dai cardi e dalle ortiche,  O  gotici leggii, o vetri istoriati, O figlie flessuose di
ingombrati dai cardi e dalle ortiche, O gotici leggii,  o  vetri istoriati, O figlie flessuose di padri incappucciati,
cardi e dalle ortiche, O gotici leggii, o vetri istoriati,  O  figlie flessuose di padri incappucciati, O sciarpe ricamate
vetri istoriati, O figlie flessuose di padri incappucciati,  O  sciarpe ricamate fra l’ansie dell’attesa, O preludi
incappucciati, O sciarpe ricamate fra l’ansie dell’attesa,  O  preludi dell’arpa, o nenie della chiesa, O mura dei
ricamate fra l’ansie dell’attesa, O preludi dell’arpa,  o  nenie della chiesa, O mura dei conventi malinconici e
dell’attesa, O preludi dell’arpa, o nenie della chiesa,  O  mura dei conventi malinconici e queti, Celle di sognatori,
in una notte, son sorrisi al nuovo dì! Sù, coraggio,  o  musa pallida, vieni meco al cimitero; ve' di croci il campo
è nero, e siam soli in mezzo a lor! Ma non val sospiro  o  lagrima quest'oblio dei visitanti: siamo tutti commedianti,
degli eredi gli conforta i vecchi dì. Se ... ma tremi  o  musa? debole, tanto inver non ti credeva ; che? tu pur se'
dell'apparenza tutto è festa, e buon umor! E stassera,  o  mesta vergine, noi stassera, danzeremo, e nel vino
russa lo sveglia e lo manda in terrazza a spandere i panni  o  al supermercato per il fabbisogno di domani. Il vecchio