via, pensò di montare in cima .a un albero per passarvi la notte; altrimenti, le bestie feroci n' avrebbero fatto un boccone. Ed ecco, a mezzanotte, un
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. — Anime cristiane, datemi alloggio per questa notte! - La padrona pareva una buona donna, e si misero a ragionare in cucina, mentre la pentola
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e notte finchè non arrivò in Inghilterra. Era una fatalità! Anche la figlia del Re d'Inghilterra s' era maritata il giorno avanti. Figuriamoci il
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dirgli sciò per rispetto del Re; s' appollaiava dovunque, insudiciava perfino il soglio reale e lo riempiva di pollìna. E poi, notte e giorno
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. Il mio destino è questo: di giorno son rospo, di notte son fata. Ai tuoi comandi! — Buona fata, c' è la Reginotta ch' è diventata di stoppa, e chi la
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— Ed ora che fare ? Come tornare indietro con quella mostruosità? - Risolse di tornar di notte, perchè nessuno lo vedesse. La Regina, accortasi di
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tanto, la notte, il contadino cavava di tasca lo zufolo, e prima di sonare, gli diceva: — Maestà, rammentatevi bene: Chi tocca stronca, Chi parla falla
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bocconi; poi ne riempiva il grembiule e scendeva giù, nel canile. — Mamma cagna, mangiate; la mia vera mamma siete voi! - La notte dormiva lì, con
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-rospo, vorrei vedere il tuo palazzo. Maestà, quel canile lo chiamate palazzo? Testa-di-rospo, una notte vorrei dormire con te. — Chiedetene il permesso
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! Topolino! con lo stesso tono della voce di questa. Collocarono la trappola nel giardino reale, ed aspettarono fino alla dimane. Tutta la notte, il
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finestra che glielo strappò di mano e sparì. La Reginotta piangeva giorno e notte. Povera figliuola, faceva pena! E tutta la corte stava in lutto. Intanto in
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uccellacci e vi porteranno lassù. La notte, spaccherete il cuoio col coltello di diamante; e la mattina quando l' aquila e gli uccellacci saranno andati
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boccettina, che gli spariva fra le dita e disse: Ecco il rimedio. Questa notte, appena la Regina sarà addormentata, Vostra Maestà glielo versi tutto
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passati sette anni. Intanto la Reginotta s' era fatta una ragazza, che ci volevan quattro paia d' occhi per guardarla. Una notte non potendo prender
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concesso! Sarai mangiata domani. - La notte, all' ora fissata, lei s' affacciò alla finestra: — Ah, mammina mia! Mi scappò detto di no; sarò mangiata
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IL LUPO MANNARO C'era una volta un Re e una Regina che non avevan figliuoli e pregavano i santi, giorno e notte, per ottenerne almeno uno. Intanto
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non aversela avuta a male e la notte dopo mandò cento guardie a scalpicciare, zitte zitte, quel seminato, da non lasciar ritto neanche un filo d'erba
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, sarai regina se Dio vuole! — E Tizzoncino che faceva l' uovo: — Se lo dicevano che erano ammattite! - Ogni notte così, fino alla mezzanotte: — Spera di
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palazzo, non si terrebbe per Re. E partì, travestito. Cammina, cammina, dopo molti giorni la notte lo colse in una vallata dove non c' era anima viva
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sentinella, notte e giorno; e tutte le mattine scendeva lui stesso a osservare coi suoi occhi se mai mancasse una foglia. Una mattina va in giardino
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qualunque grazia. - Ma passò un anno, e al palazzo reale non si presentò nessuno. Il Re era inconsolabile: piangeva giorno e notte. Nel giardino reale
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Re non seppe resistere: — Figliuola mia, parti pure! - Le diè quattrini a sufficienza, e una notte, mentre tutti nel palazzo reale dormivano, la
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, si mise a camminare senza sapere dove lo portassero i piedi, e si trovò in mezzo a un bosco. Sopravvenuta la notte, si stese sull' erba, sotto un
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per ora ce l' abbiamo. - Stava per passare un altr' anno. La minore restava sempre in casa, e il padre non faceva altro che brontolare giorno e notte
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