venuta la notte, e Orlando non fiatava più; forse dormiva. La Giulia cominciò a fantasticare su' casi suoi: perchè non aveva mai potuto avere un'ora
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da notte, accollata e con le maniche lunghe, gliela infilò addosso; le intrecciò i bei capelli, che chiuse in una reticella di seta rossa, e poi la
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, che si può dire vivesse nel campo, tranne poche ore della notte, e rassettavano la cucina. In questa più che in ogni altra stanza, era per loro il da
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, le braccia aperte, il corpicino coperto di polvere, quando, una notte, le parve udire un rumor leggiero, insistente, eguale, come quello d'una
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non era quasi notte. Allora accendeva il lume, un lume piccolo, comprato per lei, apposta perchè consumasse poco petrolio: e si rimetteva a leggere o
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suo corpo roseo per ogni singhiozzo che agitava il pettuccio della bimba; tanto più che quel pettuccio rintronava spesso, massimamente di notte
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che il calore venisse e la facesse addormentare. Al mattino, dopo una notte dal sonno interrotto, sentiva una spossatezza generale; per cui le dava
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novembre, una di quelle belle mattine dell'estate di San Martino, venne proprio la morte. Camilla, che sua madre aveva assistita l'intera notte in
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tutta la notte, sul pavimento umido, fino che il giorno di poi il vecchio la raccattò per portarla in una soffitta che gli serviva per la roba da
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