sia dall'altra parte una vera malvagità: in quest'ultimo caso, resta sempre la consolante coscienza di aver fatto il nostro dovere. Ci sono poi
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suo ufficio. Diremo, per esempio: - Le presento il cav. De Stefani, sindaco del nostro comune. - Le presento il conte Baldi, segretario di S. E. tal
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diffuse per opera della civiltà odierna in tutto il nostro ambiente, ma sono anche innate e spontanee figlie della natura. Vedete due sorelle: hanno
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aggiungono efficacia e chiarezza al nostro dire, e ne sono spesso il miglior commento, ma non si devono muovere le braccia come banderuole, non si deve
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ricevere le notizie dei nostri congiunti, dei nostri amici, e nel sentire le loro espressioni d'affetto? E non godiamo anche nell'aprire il nostro
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il piacer nostro; perchè questo è un diritto che il regolamento concede; ma si abbia anche riguardo a persona che mostrasse di soffrire, sebben lontana
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anche ragionevole e conveniente, e direi persino rispettoso, portar nella casa di Dio anche la massima cura che ci sia possibile nel nostro vestiario
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soverchiamente la voce, di non rider troppo, di non far cenno che sembri offesa o scherno a chi si trova sul nostro cammino. E' poi molto scortese, come
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denti non siano ben tenuti: e non è da credere che sia cosa che passi inosservata. Quando parliamo con una persona il nostro sguardo non è diretto
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dal passeggio o da altro luogo pubblico, e anche diciamo tutto, se abbiamo dovuto stringer le mani del nostro prossimo; mani immacolate, vogliamo
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pel nostro diletto, sia un severo dramma che ci faccia palpitare il cuore in un'ansia affannosa come a un pezzo di vita vissuta e tendere il pensiero
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fosse quell'esclamazione spontanea e rapida che la passione commossa ci chiama nostro malgrado alle labbra), criticare, far confronti, mostrar erudizione
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trattarle con ogni cortesia. La tolleranza e la discrezione debbono essere una regola costante del nostro contegno, e se non sappiamo imporcela, sarà
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, biscotti e confetture, aranci e mandarini. Per bevande, vini bianchi, asciutti e dolci, e lo champagne che può benissimo essere sostituito dal nostro
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finalmente quelli che ci sentiamo in bisogno di offrire a testimonianza del nostro affetto o in ricambio d'un favore ricevuto. Spesso accade, però, che il
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di corruzione, anzi afferma che le epoche più corrotte sono anche le più rozze. Discuter su questo, sarebbe veramente uscir dal limite del nostro
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mensa quanto si conviene a persona temperata e civile, e in proporzione ai bisogni del nostro organismo. L'avidità e l'ingordigia destano l'idea di
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' di lingua sul conto del nostro prossimo: per es. la voglia di parer più informati degli altri, la vanità di fare un po' di psicologia, il piacere di
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