amiche e dagli stessi compagni. Quindi, in particolar modo da evitare quel vezzaccio - proprio del nostro tempo - di deridere piú o meno apertamente
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È una delle cose a cui bisogna badare e tenere di piú, prima di venire a contatto col nostro prossimo. La buona educazione non riguarda soltanto il
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nella miglior maniera, perché il nostro prossimo è, spesso, piú sensibile a questo che all'eccellenza del pranzo. I criteri generali da seguire sono
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per un favore ricevuto, ma soltanto se chi ci ha favorito è del nostro rango. Se di rango superiore, si ringrazia per lettera. Le visite di
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, in ogni caso e sopra tutto, « essere se stessi ». Ecco ciò che, a questo proposito, è scritto nel nostro Dizionario della moda: « Personalità. - Le
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, riveliamo qualcosa del nostro mondo interiore dalla maniera di camminare; dall'atteggiamento del capo, del petto delle braccia; dalla direzione dello sguardo
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, che fa onore a quell'Azienda e a quella città; iniziativa che, per il nostro buon nome e nell'interesse del costume nazionale, meriterebbe di essere
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. Ciò non può che farci piacere e rendere sempre piú legittimo il nostro orgoglio di popolo genialissimo, che ha saputo scrivere canti immortali anche
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nostro godimento, non per gli altri; il secondo luogo, se c'è della gente che crede di « essere onorata » da una poltrona o da un palco delle file cosí
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dal modo nostro; e poiché a tutti piace di esser ben giudicati, bisogna mettersi in condizioni di esserlo. Le valige. Se si vuol viaggiare
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. Per i posti, durante il viaggio, regolarsi come negli altri casi. Se ci crediamo lesi in qualche nostro diritto, non reclamare strepitosamente, ma
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prender viva parte al nostro dolore. Quanto al lutto - e ai segni esteriori di esso - ci sono stati sempre e dovunque, andando daI tragico al grottesco e
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famosa « anima gemella », che sia degna del nostro affetto, della nostra fiducia, della nostra devozione, e che sappia, da parte sua, essere affettuosa
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, bisogna evitarla nelle lettere, esponendo il nostro pensiero con naturalezza: naturalezza che si potrebbe chiamar « abbandono » nelle lettere familiari
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loro può inculcarle nelle nuove generazioni e, attraverso queste, nelle famiglie, nel popolo, in questo nostro popolo, esuberante piú d'ogni altro di
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odierna quel carattere di lugubre serietà che è la nota dominante della nostra epoca: in una parola, noi siamo diventati civili a prezzo del nostro buon
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, cavallereschi, nobiliari: a quali dare la preferenza? Dal momento che il nostro tempo comincia - finalmente - ad esser tale che ciascuno deve essere
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quasi una linea di condotta perfettamente e costantemente aderente alla vita; una regola che non è fuori di noi, ma deve essere un nostro proposito
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rispettati! virtú, del resto, istintiva nel nostro popolo. Durante la penultima guerra, a un mio bersagliere, che stava per tirare contro un soldato
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qui che ho adoperato l'indicativo - invece del condizionale, che sarebbe stato piú proprio e piú vero - per eufemismo; giacché, molto spesso, il nostro
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signorilità del nostro prossimo.
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. Per un popolo civile, non ci dovrebbe esser bisogno d'un articolo come il 724 del nostro C. P.: la bestemmia, spasimo di anime corrotte e inquiete, è un
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la rappresentazione schematica di un mondo di ebeti o di pazzi, ed è il nostro mondo: quel mondo nel quale ciascuno di noi è non soltanto spettatore
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qualcuno che trovi, nelle vostre parole, un'allusione al caso suo, alle sue condizioni? Sarebbe - lo dice un nostro proverbio popolare - come parlar di
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carità sociale: l'educazione, diciamo in Toscana, è mezza santità; e un nostro filosofo la definì « luce che risplende dalla convenevolezza delle cose
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signora; di toccare i nostri interlocutori nei momenti di enfasi e quasi perché ci stieno ad ascoltar meglio; di infiorare il nostro discorso di
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. L'amicizia vera è leale e sincera; quindi, da escludere ogni dubbio e ogni sospetto. Né si ascolterà chi parli male del nostro amico. Alcuni dicono che la
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La crisi piú grave del nostro tempo, dopo quella economica, è, senza dubbio, quella del « servizio ». Ovunque andiate, se ci sono soltanto due
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nostro prossimo - ma tant' è: con una mancia piú o meno pingue, piú o meno ben fatta « scivolare », si aprono le porte piú chiuse, si parla ai personaggi
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nostra riconoscenza per un favore ricevuto. Chi ci favorisce non lo fa perché si aspetti questo nostro attestato; però si può esser sicuri che anche lui
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desidererebbe tutte le indicazioni utili; e c'è chi tutte le escluderebbe. A mio giudizio, date la tendenza e le esigenze del nostro tempo
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pensa con una punta di nostalgia al nostro bel tempo antico, quando mettevamo la letterina augurale, dettataci generalmente dal maestro, sotto il piatto
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abbastanza alla prova il loro sentimento a nostro riguardo, accettando di prendere parte alla vita di famiglia per parecchie ore della giornata. Per chi è
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valutazione, è rappresentato dal nostro cosí detto « tatto », da « quel senso di rispetto che dobbiamo agli altri » - e a noi stessi - e nel quale appunto
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fondo, squisitamente cavalleresco e signorile, del nostro popolo rimase sostanzialmente lo stesso, ma quante sovrapposizioni, quante soppressioni
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: - Vado a Palermo anch' io. Tra poveretti bisogna aiutarsi... L' hanno mezzo bruciato il nostro bel Palermo!... Càpiti male. - Chi l' ha bruciato? - I regi
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(Nostro servizio particolare)
mantenimento del nostro bucefalo, neppure lui si salverebbe dalla morte per esaurimento. Per ciò noi presentiamo questo nostro caso per un giudizio equo, anzi
importanti nel nostro commercio di importazione degli anni normali) alimenteranno le mille nostre piccole e medie industrie di trasformazione e il
nostro reddito nazionale, ed è spiegabile come sia fonte perenne di amare delusioni e abbia trovato nel recentissimo convegno di Milano tanti oratori
Ma il nostro maggiore punto polemico è un altro. Se dovessero continuare i vincoli attuali del commercio estero, e se si rivedesse in senso