circa 4 miliardi ed il nostro più di 2, e che tutti gli economisti si accordano nel ritenere, che la ricchezza francese è per lo meno sei volte quella
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Quanto alla Francia, il rinvio del portafoglio nostro può attingere la sua ragione di essere ad una politica che io ho già chiamata infelice. Ma per
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E non vedo neppure iniziata alcuna trattativa, alcun avviamento per aprire al nostro paese altri sfoghi, in Europa o in America, che valgano a
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Io ricordo i tempi felici in cui molte e molte centinaia di milioni del nostro portafoglio privato trovavano collocamento ad un interesse del quale
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Io ricordo i tempi felici in cui noi, grandi industriali, trovavamo in Isvizzera lo sconto del nostro portafoglio al tre, al due e mezzo per cento; i
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Ma io credo che questa sia un'illusione; perchè i mercati esteri hanno già risposto a questo nuovo indirizzo del nostro tesoro ribassando di due
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tutte quelle formalità vane che noi riscontriamo ogni giorno nella nostra vita quotidiana, se non disperdimenti del nostro tempo, del nostro ingegno e
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alcuna speranza di salvezza. E sono convinto che questo nostro modo di discutere dei nostri interessi più gelosi e più gravi, non serva ad altro che
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Qual credito volete che rimanga al nostro paese, quale fiducia credete di poter ispirare agli altri, se, continuamente, se, in ogni occasione, si
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Ho la ferma convinzione, e non da ora soltanto, che uno dei guai principali della nostra finanza, una delle cagioni del malessere del nostro paese e
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Vada anche più indietro, legga le discussioni parlamentari del periodo glorioso del nostro paese, quando il conte Di Cavour era alla testa del
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nostro sistema di piangere sempre sulle sorti del nostro paese.
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nostro è di mostrare che il paese uno sforzo di 20 milioni lo può fare ancora, lo deve fare, e lo farà senza dubbio.
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e non è conforme al decoro del nostro paese.
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Per mala ventura, o signori, il deficit del 1891-92 supererà in modo sensibile i 17 milioni. Alcuni anni or sono, quando il nostro bilancio era
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E che questi timori non fossero vani, lo hanno dimostrato alcuni valenti indagatori del nostro bilancio, come l'onorevole Bertollo. E mi sembra che
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nostro paese, e può acquistare un'importanza tale da redimerci economicamente; ma è a desiderare che i sacrifizi, anche grossi, che si devono
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soprattutto alle classi popolari. Esso è domandato od almeno desiderato da alcuni industriali, da alcuni grandi proprietari, non dico del nostro, ma di
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la somma enorme di carta su cui si asside il nostro fragile edificio monetario, ma fa credere che qualunque sacrificio ci riesca meno acerbo del
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passati, la condizione delle cose non sarebbe sensibilmente mutata. L'essenziale è di vedere quale sia realmente la situazione del nostro bilancio
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So bene che il risparmio nazionale non si concentra tutto negli istituti destinati a raccoglierlo; ma so altresì che il nostro paese, per forza di
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altri pubblici istituti, imperocchè, o signori, so bene che il reggimento parlamentare in tutti i paesi, ma specialmente nel nostro, oppone a tutto
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presidente. Dalla vedova del compianto nostro collega Angeloni è pervenuto il seguente telegramma:
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forestali, che dopo aver preso i provvedimenti non debbono concorrere ad approvarli, è stato nostro studio determinare in modo più esatto le
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Sovvenuto ad altre mende non poche della legge, nostro precipuo studio è stato quello di meglio armonizzare la parte contenente le sanzioni coi
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Nella presente coedizione di cose ce ne saremmo però guardati per non rendere più torbide le acque del nostro bilancio che, secondo quanto dicono gli
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si fanno nel nostro paese; di fronte ad una Esposizione Nazionale che, là, a Palermo, attende ancora, nel suo eloquente silenzio, di essere
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nostro desideratum, ma soltanto ai nostri più vitali interessi. Giova esaminarli anzitutto separatamente, per poi raggrupparli insieme in un pensiero
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facendo. Non l'Italia, come io sosteneva, ma l'Austria fu la danneggiata dal trattato del 1887. Quindi nostro precipuo, quasi unico obiettivo, difendere le
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uno ad un tempo? Rispondeva all'interesse del nostro paese? Quale la ragione determinante?
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questo terreno era l'Italia, specialmente per quel che riguarda l'Austria-Ungheria, la quale ha sul nostro mercato una posizione invidiabile.
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ma, francamente parlando, a me pare che il nostro Governo non poteva seguire altra politica, giacchè
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il dazio dei vini in Germania; e che il Governo stesso proclama il punctum saliens del nostro trattato con la Germania.
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di prendere il nostro vino e possono darne affidamento le circolari che per lo addietro vennero emesse dal principe di Bismarck, e quelle che
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Nel momento in cui infieriva questa crisi il nostro Governo denunziò il trattato di commercio con la Francia. S'iniziarono le trattative per un altro
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, l'argomento col quale ci ha rassicurati nel nostro congresso degli agricoltori in Napoli, quando ci disse che sino a questo momento il Governo ha
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La riduzione della tariffa pei vini d'immediato consumo da 24 a 20 marchi non è di un gran giovamento al nostro paese.
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industrie; e questi scopi doveva attingere il nostro Governo quando cercò o fu invitato a firmare i trattati con la Germania e con l'Austria.
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poi i dazi sul bestiame, sui formaggi ed altri prodotti agricoli importanti pei quali il nostro paese era ed è soggetto alla concorrenza straniera.
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eccessive dei Comuni e delle Provincie, la guerra fatta dalla Francia al nostro credito, ed anche le condizioni monetarie del mondo;
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estratto secco e che non sono fondati i timori elevatisi in questi ultimi giorni nel nostro paese in riguardo a questa quistione.
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Avete fatto questi trattati per facilitare l'esportazione dei prodotti del nostro suolo e avete lasciato indifesi molti di questi senza pensare che
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Da quando si sono applicate le tariffe del 1887, esse sono state con leggerezza accusate di essere state causa di tutti i guai economici del nostro
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le industrie del nostro paese e sono quindi nocivi agl'interessi nazionali che il Governo era in obbligo di salvaguardare.
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in cui il nostro vino può essere consumato in grandi proporzioni; non credo che si debbano fare trattati con grandi sagrifizi con paesi che poche
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In qual modo, mi si può domandare, credete voi che si possa migliorare l'economia pubblica del nostro paese? La risposta mi par facile: credo che si
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Finalmente c'è un'altra grande ragione. L'Italia è un paese fiacco; non ha l'energia che hanno altri paesi più importanti del nostro. E questa
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Queste cifre rappresentano alcuni elementi della potenza economica del popolo francese, messe in confronto con quelle che riguardano il nostro paese:
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Difendiamo dunque il nostro lavoro nazionale e il Governo faccia di tutto per riguardare il programma della restaurazione delle finanze dello Stato
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degna del nostro Parlamento. Udrò molto volentieri le sue osservazioni; ma è chiaro che non possiamo interrompere la discussione dei trattati di
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Accademia della crusca
