mattina, appena alzati di letto, di mandare a mente pochi versi di qualche poesia, che loro meglio fosse andata a genio. Il nostro Enrichetto, che
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? Chi può leggere nel futuro? Un rovescio di fortuna, una disgrazia quale che sia, nostro padre perdesse l’impiego, il fiume portasse via quel po’ di
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nostro giovinetto aveva scritto sopra, tutti i suoi quaderni per epigrafe: chi ha tempo non aspetti tempo; e occupava tutti i ritagli che gli
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coi compagni non appoggiarsi sulle spalle del vicino, nè, dando braccetto, far sostenere tutto il peso del nostro corpo sul braccio dell’amico; non
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Non vorrei che alcuno si desse a credere, avendo visto il nostro Enrichetto così savio e circospetto in ogni cosa, che egli fosse poi uno di que
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premio e de' più segnalati. A volte andavano a far qualche visita a parenti o ad amici. E qui vale il pregio notare il contegno del nostro Enrichetto
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qualunque 'siasi diritto non voile punto valersi il nostro Enrichetto; egli pensava che quanto maggiore è la cultura e più alti sono gli studi, più gentili e
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nostro buon genio! Che volete andar a confondervi in un ospizio? là in mezzo a tutti quei letti siete di nessuno! E tutta quella buona gente si divise
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manifattorìa, penserà meglio a' casi suoi. — Ma il nostro principale, saltò su il primo, ha fatto i milioni col nostro lavoro; è una solenne
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nostro decoro personale non permettono di più. Credete voi che l'attore tema più i fischi dell'indifferenza? Siete in inganno. Nove su dieci
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nostre forze, la nostra intelligenza, il nostro cuore, la felicità di noi e delle famiglie nostre alla sciagurata abitudine di ubbriacarci!».
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Ancora vogliamo parlare di un'altra magnifica usanza invalsa nel nostro popolino e particolarmente nel ceto operaio. Usanza che collima perfettamente
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un saggio ed onesto uomo, che è capo di prospere e gloriosissime industrie nel nostro paese, non v'ha che la probità, commerciale che possa mutarne i
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, al dir dello Smiles «il dovere dei gentiluomini, e la necessità degli uomini d'affari. La puntualità, è uno dei modi con cui dimostriamo il nostro
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, segnatamente verso le persone che sono o ci paiono da meno di noi, i quali servono a denotare il nostro interessamento, il nostro rispetto, la nostra
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nostro paese così forte, così rispettato, così civile, via! gli affari cessino una volta di andare alla carlona. È naturale adunque codesta avversione
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soffrire grandemente la gentilezza; non viene neanche a guadagnarne il credito nostro presso gli estrani i quali, giudicando alla stregua di quegli astii e
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nostro secolo, le turpi scede che si rappresentavano un giorno in alcune scuole, scede in cui ne andava di mezzo ogni decoro di maestri e di scolari
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Il nostro popolino, tutto buono ch'egli è, non vuole smettere quel brutto vizio di parteggiare talvolta pei bricconi. Una falsa compassione lo rende
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un balocco da gente annoiata ed oziosa; e che è un'offesa recata alla maestà delle leggi il dimostrare colla nostra disattenzione, col nostro incivile
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renderci complici allorché ci studiamo di esonerarci dal nostro debito di giurati. Ah ciò non può a se stesso permettere chi ha giusto l'animo e il
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trascorsi per trovare simili esempi; nel nostro paese, nella nostra curia non fanno difetto i Bourgelat: essi sono, diciamolo altamente, in assai
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nel nostro paese. Ciò che si scriveva dei giornali d'allora può con leggere modificazioni applicarsi anche ai giornali d'oggidì. Prendo adunque il
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parte del nostro giornalismo; fra i quali sarei a notare, specialmente, quella trascuranza di studio e di riflessione che è causa di que' tanti
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eruzione del nostro giornalismo rassomigliasse a quella di certi vulcani muti da un pezzo e che a un tratto vomitano rena, fango, acque e lapilli e cento
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a riguardo di un fratello nostro, perché prete,le sante parole di Colui che disse: «Chi di voi è senza peccato, sia il primo a lanciare la pietra». Si
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Per quanto è delle reciproche relazioni fra militari, dire che neanche la disciplina, del secolo nostro, non deve mettersi in urto colla civiltà; e
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noi stessi i materiali quell'edifizio di diffamazione che gli stranieri si mostran già troppo disposti a fabbricarci senza il nostro concorso. Italiani
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maglie, qualcuna anche leggeva; gaie come tante rondini, parecchie altre cantavano, e non interrompevano il loro canto sul nostro passaggio, fuorché
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rispetto alle altre classi della società, né deturpa cosi oscenamente i luoghi sacri ed illustri come ha il vezzo di fare il nostro popolino. E una cosa
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han tuttavia vigore in certi Stati, di avvilirli, di maltrattarli in veruna guisa. Ma ciò non basta; nel nostro modo di condotta coi servitori noi non
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. Eppure in nessun luogo come nel nostro paese si trovano tanti miserabili sparsi per le strade delle città e vaganti in cerca di danaro e di pane. La
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, la propria stanchezza col mostrarsi un cotal poco educati. Come il nostro spirito si rinvigorisce e s'innalza al contatto dei vigorosi ed onesti
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di che natura sia il suo discorso, giacché, sempre colle parole del nostro carissimo Tommaseo «i sentimenti buoni e degni acconapagnansi naturalmente
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Calmi adunque sempre nel conversare; non voler sempre aver la ragione dal nostro canto. Nelle contestazioni che succedono adoperarsi con qualche
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e da indigeste ed immorali letture. E qui cadono in acconcio alcuni saggi detti del nostro giovane di anni e oramai vecchio di gloria, Leopoldo
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potuto giammai ascoltare un waltzer dello Strauss o del nostro bravo Capitani, senza sentirmi profondamente commosso. Essi mi fanno, per così dire, rêver
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nostre scampanellate, col nostro cicalìo, si consegnerà la propria carta di visita al portinaio o si scriverà il proprio nome su apposito registro che
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divagazioni per dar a conoscere il nostro vero od apparente spirito e sapere. Esattezza ci vuole, semplicità; scrivere bisogna alla buona, senza lisci, senza
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ribrezzo, di evocare nei quotidiani discorsi, nelle veglie di famiglia il nome di coloro che si assidevano un giorno al nostro fianco, che prendevano
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sorge, col sole che muore l'angolo della terra ov'essi riposano, lasciamo trasportarsi lo spirito nostro a quei misteriosi lidi ove le ombre di
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dall'amor nostro, dagli sforzi che adopreremo a conservare immacolato il loro nome, a mantener vivo quel sentimento di onestà a cui essi dovettero di
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mani straniere della salma del padre, quel disertare vergognoso dalla stanza in cui giace la nostra morta sposa, il nostro figliuolo morto mi sa di
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, questo borghese gentiluomo è tutto una gloria per l'Italia che lo volle a suo figlio; è tutto un esempio pel nostro paese cosi scarso di uomini senza
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sono insolenti e villani). «Io deploro — scrive lo Stuart Mill — che i nostri usi sociali e il nostro Galateo non ci permettano di far questo buon
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medicina in men nobili, in men virtuose soddisfazioni. Udite quel che ne ragiona il nostro Balbo. «Le occupazioni dell'ingegno crescono grazia ed
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mai soverchie le dimostrazioni di tenerezza verso coloro che deggiono occupare il primo posto nel nostro cuore; non saranno mai soverchie le cure
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qualche suo ufficio in Torino. «Ah il nostro Silvio non è venuto a Torino per veder noi...!» «Io mi rimproverava - scriveva quel pio uomo — di non
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cortesie che prodighiamo ad un amico? Vedremo noi con indifferenza un nostro fratello colpito dallo sdegno paterno, privato della materna tenerezza? non
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strepito colla bocca né farsi altrimenti sentire, sapevamo che ogni contravvenzione ci conduceva prestissimo al bando per lo meno. Ogni nostro studio
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