Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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previsto: nello scenario bellico della famiglia, Erika è il  nostro  Irak a domicilio,
comprendiamo solo il mare e la sua fluidità di roccia.Il  nostro  mare è Milano, l'Italia, e non ci sta davanti ma intorno.
fino al giusto rettangolo di neve di Giuseppe, proprio il  nostro  sento che dico a mio padre curvo accanto a me, con il fiore
ciò che avverrà di me e di tutto questo insieme; forse il  nostro  cambiamento assomiglia a ciò che entra dal portone, a ciò
le stanze. Di queste si compiace la vista, anche se il  nostro  cuore batte per le prime.
rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col  nostro  sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che
mai diventare adulti siamo di colpo vecchi e noi che il  nostro  unico obiettivo è scivolare, per guardarli dal basso, gli
Fontana? Ch'io vada pescandoti, per darti la cena, nel  nostro  naviglio delfino, o murena ? Ch'io danzi coi trampoli su un
lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il  nostro  dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né
d'amore, se tua beltà lo vince, non indugia a pregar  nostro  Signore, che, quando il sol ci illumina, ti tenga in
candido fiore tolto all'allòr delle tue bianche chiome, del  nostro  pianto asperso, e profumato sul nostro cuore! Inno, inno
bianche chiome, del nostro pianto asperso, e profumato sul  nostro  cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che
lungo lo sporco lastrico seguitemi cantando, il campo è  nostro  e in bando è l'alta società! Tornano a coppie i poveri
e delle pure mammole, e dell'alpestre timo lungi dal  nostro  limo cresciuto in libertà. Ma le campane vigili già suonano
di spica, che effluvi di fior. Un serto facciamogli del  nostro  pensiero, ma casto, ma placido, ma bello e leggero; ci
da tempo compagni! e fu la bella allegria dei fanciulli il  nostro  invito: fu certo un cenno della mia sorella che di me ti ha
viso, a baciarla sul core!... Oh gli orrendi spettacoli del  nostro  cimitero! Un muricciuolo squallido, un campo grasso e nero,
fiutò votivi incensi ... Ma al tempio il danno e il  nostro  oblio che importa? Gli idoli infranti, e fu l'oro rapito:
ed io la testa fra le tue carezze; e il lieto grillo era il  nostro  compare: o pace, o solitudine, o dolcezze! Chi, chi di noi
l'anima e il corpo insiem perdano il perno, e a conto  nostro  danzino i demoni nel loro inferno! Brindisi ad essi, e agli
mai più: prole di ignoti profanò la casa che fu sua casa, e  nostro  tempio fu. Ma non tutto esulò nel cataletto l'idolo mio;
girando, scorrerà, quasi ai pigri insultando, l'uragano del  nostro  vapor? Ahi l'aratro, il congegno diletto, che diventa al
fianco. Un ridotto di terra alzò la fronte, e questo è il  nostro  fulgido orizzonte. Dimmi, in che selve vergini anderemo a
tutto il peso del dolore, il coraggio di navigare verso il  nostro  libero mare, il coraggio di non sostare nella cura
navigare, se non copri la faccia al dolore giungeremo al  nostro  mare. Senia, il porto è la furia del mare, è la furia del
e dell'amor. Ma vedi? è solitaria, vana la nostra gioia, il  nostro  salmo il secolo delle macchine annoia; cantiamo in ritmo
io mi dissolvo; nell'oscuro giro della diuturna noia il  nostro  sogno parmi tradito e per ignote voci con parole di scherno
immensa è la natura; che è scintille la polvere scossa dal  nostro  piede, e che talor si vede qualche fiammella errar; ei ti
il core altero. - Che è questo che s'attarda insidioso nel  nostro  sguardo allor che senza fine immoto intenso dalle nere
solo il dominio quando insiem sognavamo alcove e seni del  nostro  amor sol pieni, e un sorriso di donna il cor ci empiea come