Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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alcuna traccia nè dell'uomo nè del tempo, lo scopo del  nostro  viaggio, i nostri interessi, il nostro paese, tutto ci
tempo, lo scopo del nostro viaggio, i nostri interessi, il  nostro  paese, tutto ci appar così lontano, confuso, piccolo,
da loro, ci rattrista. Distanza enorme? Per scemarla nel  nostro  concetto, ci proviamo a rimpicciolire il pianeta col
Rabbrividendo, ci raffiguriamo allora la discesa lenta del  nostro  cadavere, giù di zona in zona, a traverso ad altrettanti
sono cessate, che la nostra coscienza può scrutare nel  nostro  intimo un sentimento, che ha fatto sempre parte integrante
ci si arresta appena un momento di troppo a compiacerci del  nostro  apprezzamento, si diventa egoisti, e il piacere che si
pensare, senza volerlo ci rallegriamo anche di sentire il  nostro  io che vede, ascolta o pensa. Tutti i sentimenti poi che
civiltà da noi raggiunto, e la raffinatezza e nobiltà del  nostro  sentire, non possono che elevarci dal campo della
moderati, perchè ogni loro eccesso debilita il  nostro  corpo, affievolisce la nostra resistenza, demoralizza il
corpo, affievolisce la nostra resistenza, demoralizza il  nostro  spirito. Un giusto e saggio equilibrio fra i piaceri dei
di possedere, e possiamo, in faccia a tutti, considerare  nostro  un oggetto qualunque. Allora noi mentalmente improntiamo
ai nostri occhi. Pare che si marchi un carattere del  nostro  individuo sulla cosa che è nostra. Noi possiamo benissimo
perchè noi possiamo muoverlo e trasportarlo, può esser  nostro  finchè si vuole, ma sentiamo che può facilmente cambiare di
degli oggetti, che si presentano contemporaneamente al  nostro  occhio, e gli elementi fisici del loro movimento e della
è un'emanazione indefinita e indefinibile, che dal  nostro  io si porta al di fuori, traendo seco una forza latente di
se noi vediamo un bel fiore nello stesso tempo in cui il  nostro  orecchio è rallegrato dalla musica, le due sensazioni
si fa interprete del sentimento che ci ispira. Se questo  nostro  sguardo, penetrando nel cuore dell'uomo che soffre, viene
prestezza del calore che continuamente si forma nel  nostro  corpo, o che riceviamo dall'esterno, proviamo un vero
avidamente quei corpi che sottraggono una parte del  nostro  calore. La soddisfazione di questo bisogno arreca sempre un
però deve esser sempre moderato e in proporzione del  nostro  bisogno. L'alitar della brezza della sera dopo una calda
dal valore della moneta e dallo stato finanziario del  nostro  borsellino; mentre, nel secondo, il valore dell'oggetto è
soldino è per noi un vero tesoro, perchè riflette nel  nostro  cuore l'immagine della persona che amiamo. Del resto poi
insieme, e noi possiamo amare un oggetto perchè è  nostro  e perchè ci ridesta una cara memoria. Il più delle volte,
caso, senza volerlo, esso ci rammenta indistintamente il  nostro  passato, quasi che i nostri piaceri, i nostri dolori, le
Difatti, noi amiamo la nostra casa, le nostre sedie, il  nostro  tavolo, perchè sono stati compagni inseparabili della
che si adattano all'imperfezione della nostra mente e del  nostro  cuore; sono incarnazioni del sentimento nella materia,
in esame i muscoli ed i centri nervosi, e cercare se nel  nostro  organismo si producono altre sostanze, oltre l' acido
esso ricuperava la sua forza. Una prove evidente che nel  nostro  corpo si producono delle sostanze velenose, l' abbiamo
di Bologna, ai quali egli ha dato il nome di ptomaine. Nel  nostro  organismo si producono continuamente delle sostanze
N. 3., Nella stessa maniera che i batterii, le cellule del  nostro  corpo, supponiamo del cervello, eliminano, delle sostanze
suppongono che il  nostro  corpo abbia molte provvigioni di forza, diverse una
alle funzioni genitali e via dicendo. Io non credo che il  nostro  organismo sia fatto a questo modo. Vi è una provvista unica
devono spegnersi le ultime onde delle nostre passioni? È il  nostro  amico, che, non avendo potuto scongiurare l'impeto della
col capo chino sopra di noi, spiando gli aneliti del  nostro  cuore e commentando coll'avida impazienza dell'affetto ogni
cuore e commentando coll'avida impazienza dell'affetto ogni  nostro  movimento, ogni nostro sospiro. E appena noi, confortati da
impazienza dell'affetto ogni nostro movimento, ogni  nostro  sospiro. E appena noi, confortati da un sonno benefico,
un sonno benefico, riapriamo gli occhi alla luce, è l'amico  nostro  che ci sorride per primo, e ci accarezza, e ci richiama al
potrà ricavare, allora soltanto potremo fare i funerali al  nostro  cuore, perchè esso sarà morto, inevitabilmente morto. Le
affetto particolare. Noi indirizziamo loro l'emanazione del  nostro  cuore; ma essi non la possono sentire, e ritorna a noi
con quelli dell'animale che ci sta davanti, e il raggio del  nostro  cuore può ritornarci con qualche nuovo elemento che non fu
ma la piccolissima parte che prende l'altro essere al  nostro  sentimento, dà al piacere un carattere tutto nuovo, che
in questo modo che noi possiamo divenire debitori verso il  nostro  cavallo o il nostro cane. Il piacere essenziale che è a
noi possiamo divenire debitori verso il nostro cavallo o il  nostro  cane. Il piacere essenziale che è a base di tutte le gioie
ad un ragno; sia che, liberi e felici, possiamo riporre il  nostro  affetto in una donna che ci adora. L'affetto alle bestie in
fosse uno scherzo ci potrebbe far rider di cuore, ma il  nostro  amor proprio, offeso da una superiorità usurpata, le si
mente piegata in sessantaquattresimo, come avrebbe detto un  nostro  celebre Italiano, perchè esse partono da un errore
la scienza e obbligano entro limiti molto ristretti il  nostro  perfezionamento.
la terra, ogni felicità degli altri sarà egoismo, e ogni  nostro  vanto, menzogna.
del cuore il merito della vittoria è sempre reale, e il  nostro  libero arbitrio ci rende responsabili delle nostre azioni;
facce del suo poliedro. Così la menoma scalfittura fatta al  nostro  onore guasta completamente tutta la fisonomia della nostra
ed era difficile: il riuscirvi lusingava quindi il  nostro  amor proprio, il quale non può essere soddisfatto che dalla
fu la prima causa del loro moto. Ma cosa è che riscalda il  nostro  corpo e lo fa muovere? Sulla fine del secolo scorso
istintivo di compiacenza ogni qual volta l'occhio  nostro  si posa sopra una ricca vegetazione. "Le piante ricevono
aria col carbonio dei tessuti, e che la temperatura del  nostro  corpo, e le funzioni dei nostri tessuti, erano dovuti ad
fecondi. Nel buio che avvolge questa suprema metafisica del  nostro  cervello, si possono con sottigliezza di dialettica
dell'elaborazione intellettuale; ma è la riflessione del  nostro  io nel mondo che lo circonda, è il prolungamento indefinito
sottile, è modificata da chi ne gode o ne abusa; sicchè nel  nostro  modo di sentire e di pensare, senza saperlo, paghiamo a
in qualche galleria un'immagine che si è scolpita nel  nostro  cuore per non cancellarsi mai più. L'abitudine di provare
perchè noi, appartenendo all'umana famiglia, non possiamo a  nostro  solo vantaggio scindere o ruinare il capitale sociale col
o ruinare il capitale sociale col diminuire il valore del  nostro  individuo. XLVII. - Le forme della civiltà sono più variate
- Gli speculatori dell'imbecillità umana rovesciano sul  nostro  cammino cumuli di paroloni per arrestarci nella nostra
invece il piacere proviene dall'aggiunta di calorico al  nostro  corpo, la mimica è molto varia secondo il modo col quale ci
diversa secondo le condizioni reciproche di temperatura del  nostro  corpo e delle materie in combustione che ci riscaldano.
servono a presentare al calore la maggiore superficie del  nostro  corpo. Quando invece lo stare al fuoco diventa quasi una
di vita che tiene in sè latente. Comunicando ad altri il  nostro  piacere, veniamo a scaricarci dell'eccesso di sensazione
che si rallegra con noi occupa già un posto distinto nel  nostro  cuore. Allora la gioia arriva ad una vera frenesia, e senza
di effetti, non ultimo dei quali è l'agiatezza. Si vede al  nostro  tempo i popoli settentrionali non invidiare più ai
Heft. 1, 1891. dice: "Può l'educazione accelerare il  nostro  pensiero, e il lavoro dei nostri nervi? Prima di
tintinnare giocondamente nella nostra mano, sentiamo che è  nostro  più di ogni altra cosa, e che il pronome possessivo arriva
della parabola. Nella giovinezza predomina quasi sempre nel  nostro  libro mastro il dare sull'avere, mentre nell'età adulta e
animale, ma la somma dei piaceri deve sempre essere in  nostro  favore. L'eroe del Rajberti, il gatto, ospite egoista delle
oppure se saranno nostri posteri nelle età più mature del  nostro  globo. Ogni organo, ogni funzione che si aggiunge
che lo fecero chiamare dal Giordani un miracolo del  nostro  secolo, a lui costarono il benessere di tutta la vita, ed
lavoro fosse bene apprezzata, fino dal principio del  nostro  secolo. Leopardi scriveva fra le altre cose: "L'educazione
proviamo un vero bisogno di aprire agli altri i tesori del  nostro  cuore, mostrando le disposizioni nostre a sodisfare i loro
si unì in famiglia. L'ospitalità ci fa accogliere sotto il  nostro  tetto il pellegrino sconosciuto, e ci fa prodigare a lui
le cure più sollecite che dimostrano l'affetto che pel  nostro  prossimo proviamo. È un servigio reso da uomo ad uomo,
altrui, come sarebbero quelle che si hanno dedicando il  nostro  affetto a una persona lontana o ad un essere immaginario. I
innalza da noi indistinta e senza forma. Se effondiamo il  nostro  affetto in uno sguardo compassionevole, noi proviamo un
noi asciughiamo una lagrima, consolando o soccorrendo un  nostro  fratello, noi ci sentiamo completamente soddisfatti, e
dispiacere altrui. Se la nostra vittima non s'accorge del  nostro  dispetto, o non dà segno di avvedersene e di soffrirne, noi
più doloroso è lo stupore, e ridicola la posizione del  nostro  avversario; non si può quindi negare che questa gioia sia
che gli oggetti esterni hanno lasciato dentro il  nostro  cervello. La coscienza, come dice WundtOpera citata, p.
contenuto non il contenente che ci lascia l'impressione del  nostro  io.
morto perchè son morte quattro povere illusioni nel  nostro  povero cuore.
difficile. Appena usciti dal seno materno, quando il  nostro  orecchio comincia a distinguere i suoni, e la ragione
brancola ai primi passi del pensiero, la madre accheta il  nostro  facile pianto, dicendoci che è cosa vergognosa, e
noi possiamo colla mente uscire dai limiti del  nostro  orizzonte materiale, ma non possiamo pretendere di
congenite o accidentali che possono modificare il  nostro  modo di sentire. Gli individui nervosi e irritabili sentono
ed espansivo. Nella giovinezza rappresentiamo meglio nel  nostro  volto le gioie burrascose; nell'età adulta esprimiamo nella
quand'anche si sappia che noi non potremo mai pagare il  nostro  debito. Bisogna proprio, in questo caso, rassegnarci ad
Se noi avremo figli, sconteremo sicuramente in parte il  nostro  debito, diventando creditori verso di essi. Il padre e la
vaghe e nebulose. che vagano oscillando nel più lontano  nostro  orizzonte, rammentiamo qualche scena di famiglia nella
lo stato piacevole, ma indefinito, nel quale si trova il  nostro  animo. Il canto disarmonico e bizzarro rappresenta la
dolore. Non di rado però siamo trascinati a descrivere il  nostro  piacere dalla prepotenza della sensazione che ci ispira, e
loro affanni; le seconde sono date dai malanni fisici del  nostro  corpo e dalle delusioni morali. Vi è un mezzo colpevole
tutto ciò che onestamente potevamo fare per diventarlo. A  nostro  contorto, poi, ricordiamo sempre che la felicità non è uno
esse si trova, perchè essa non è che l'armonia completa del  nostro  io col mondo che lo circonda. Le felicità nè si possono
intervalli e con leggeri strofinamenti alcune regioni del  nostro  corpo, o colle dita nostre o d'altri, od anche con un corpo
i caratteri fisici degli organi che costituiscono il  nostro  corpo, senza anatomizzarli sui cadaveri dei nostri
consumo del  nostro  corpo non cresce in proporzione del lavoro. Se faccio un
altri passi più difficili, quando si era meno stanchi. Il  nostro  corpo non è fatto come una locomotiva che consuma la stessa
negli ultimi giorni della inanizione. Ho detto che il  nostro  corpo risente un danno maggiore per il lavoro che fa quando
infinito di oggetti che si presentano nello stesso tempo al  nostro  occhio, può arrecarci una piacevole sorpresa. Questi sono i
col ridestarci idee o sentimenti diversi. I limiti del  nostro  orizzonte visuale sono immensi, e vengono segnati, da una
simmetria: esse stanno scritte a caratteri indelebili nel  nostro  cervello, come condizione necessaria della sua funzione.
ci incontriamo in un passeggero assalito da ladri, e con  nostro  pericolo lo liberiamo, proviamo una gioia complessa, nella
Le sostanze velenose che si producono continuamente nel  nostro  organismo, e che si distruggono continuamente, devono
maggior purezza atmosferica, di quel che si vedano sul  nostro  orizzonte. La chiarezza del cielo era tale che il
sua maestà, il sentimento della dignità, che si fa  nostro  inseparabile compagno di lotta. Questo nobile sentimento
del movimento e del frangersi dell'acqua contro il  nostro  corpo. Nei fiumi, che hanno un rapido corso, la voluttà è
faticosi. Il subito cessare di una resistenza sotto il  nostro  sforzo, l'alternarsi dello sforzo col riposo e il
un cenno della mano ha dato il passo al destriero, il  nostro  corpo vien mosso e prova il piacere di un moto regolare,
che offre una bastevole resistenza per produrre intorno al  nostro  corpo un vento che ci rinfresca e ci esalta. L'esser
siamo trascinati da una forza misteriosa a dimostrargli il  nostro  affetto e a farci a lui vicini. Per lo più la simpatia
più profonda, o godiamo di uno spettacolo della natura, il  nostro  orecchio è ferito dalla invocazione di un uomo che chiede
vista ci ispiri alcun affetto o eserciti in qualche modo il  nostro  pensiero. È un'emanazione armoniosa del cuore che si
quale spesso si associa anche la compiacenza di potere col  nostro  occhio abbracciare tanta vastità di orizzonte. Quando
rianima a vita anche il sentimento, facendolo concorrere al  nostro  piacere; e nello stesso tempo gustiamo l'idea purissima
e le idee che egli ci ha destate si chiudono nei limiti del  nostro  io. Ma se ad un tratto i nostri occhi si incontrano, noi ci
farsi che fra esseri della stessa specie: e quando anche il  nostro  sguardo s'incontrasse con quello del cane che ci ama o del
affetti la nostra coscienza riflette una immagine del  nostro  io, la quale però è già secondaria, ad è ritornata a noi
in noi con lo sviluppo completo della nostra mente e del  nostro  cuore, e che da quel momento si costituì in una vera
un momento, e noi desideriamo vivamente di penetrare col  nostro  occhio in quelle regioni sconosciute, che sembrano
ed ha fecondato, si può dire, tutto lo scibile del  nostro  secolo. Nel piccolo villaggio di Down, sotto l'ombra dei
che egli ripeteva spesso, cioè che noi arriviamo a fare il  nostro  compito economizzando i minuti. Darwin faceva questa grande

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