Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180391
Barbara Ronchi della Rocca 42 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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secoli fa... Poi ci sono schemi e regole, modi di fare e di dire che andavano così bene per i nostri genitori (o per i nostri nonni), ma ai quali oggi

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nostri ospiti, e magari cambiare vicino di tavola giova al loro umore...; -anche al momento del caffè si può fare brutta figura: un tempo l'errore più

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usano! Se i nostri ospiti ce li chiedono, indirizziamoli verso la mensolina del lavabo della stanza da bagno, che l'unico posto in cui è concesso usarli

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Ai giorni nostri il rispetto di rigide regole di galateo si impone solo in casi molto particolari, mentre per gli inviti «normali» non si segue più

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sappiamo che i nostri ospiti hanno un'intensa vita mondana, possiamo prendere in considerazione l'idea di anticipare l'invito spedendo, con largo anticipo

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. Se conosciamo bene i gusti dei nostri ospiti, potremo sempre portare loro un bel CD, o un libro - uno solo e non costoso, per non dare l'impressione

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per i rifiuti; -in bagno, uno spazio per i suoi accessori da toeletta. Poi, riconosciamo ai nostri amici il diritto a godere di un po' di intimità, a

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L'amicizia e la confidenza non ci autorizzano a comportarci senza rispetto e senza discrezione, né a fare i nostri comodi, ignorando orari ed

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tazzine già riempite dalla macchina a cialde. Non è affatto un obbligo, ma i nostri ospiti potranno gradire dei pasticcini mignon (senza crema o

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corti in città, a jeans a vita bassissima che mostrano la biancheria intima, a gioielli vistosi e logo disseminati in ogni dove. Nei nostri ambienti

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maggioranza dei nostri «peccati» si consuma però nelle soste: auto abbandonate in doppia fila «per una commissione velocissima» o arrampicate sul

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eventuali avanzi, in uno degli appositi cestini per rifiuti. -Il galateo non ci impone affatto di fare partecipare i vicini ai nostri spuntini. Chi è

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Con i nostri vicini di tenda e di camper comportiamoci con lo stesso garbo e rispetto dovuto ai vicini di casa in città, ma... all'ennesima potenza

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tutto quanto ci può servire; per i nostri bagni di sole usiamo creme e lozioni non unte (così useremo meno acqua per lavarci), e sediamoci solo sui

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cui siamo ospiti, anche solo per un pasto: verrebbe interpretato come l'affermazione (gravemente offensiva) che i nostri anfitrioni non sono in grado di

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spreco come qualcosa privo di senso, una volgarità che banalizza i nostri consumi. Preoccuparsi di spegnere le luci uscendo da una stanza, non lasciare

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nelle vite dei nostri amici credenti e che possono essere comunque punti di riferimento e occasioni di riflessione anche per chi non crede.

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Nel XXI secolo non ci si fidanza più. O almeno, non come lo facevano i nostri nonni. Però arriva prima o poi il momento in cui si decide di sposarsi

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essere seccanti, ma che segreti non solo nostri vengano raccontati in giro. Per quanto riguarda l'ex, evitiamo di chiedere sue notizie, di compiacerci

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persone anziane) i nostri, parenti e amici si meritano che una volta all'anno non chiudiamo il cuore (e il portafoglio) per celebrare la loro presenza

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fortunati possessori di un conto in banca molto florido, ricordiamo che i nostri amici di condizione più modesta sarebbero delusi da una bagatella

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siamo i fortunati possessori di un giardino o di un terrazzo, possiamo regalare i nostri fiori, che hanno ancora il profumo «di una volta» e durano

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buon rendere», che riduce il tutto a un triste principio di dare e avere. Una regola di galateo che secondo me non regge più ai giorni nostri è

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Da persone di garbo, non metteremo mai in imbarazzo un nostro superiore o l'insegnante dei nostri figli con un regalo troppo impegnativo. Ma come

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declina, cerchiamo di salvare quella dell'intelletto, rigenerando i nostri interessi con nuove idee, conoscenze, curiosità, letture, buoni sentimenti

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rispetto del ruolo. Quindi, se i nostri obblighi di lavoro prevedono occasioni sociali, viaggi, cene, party, presentazioni, incontri, per essere

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accontentarci di cibi e bevande tanto al di sotto dei nostri livelli: sarà anche vero, ma siamo pregati di non darlo a vedere.

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, scompartimenti ferroviari in cui stiamo entrando, o che incontriamo insieme a nostri conoscenti cui rivolgiamo il saluto. Quanto al baciamano, un tocco di

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interlocutore che pensiamo non meriti tutta la nostra attenzione. Non facciamo ricadere sull'ospite/cliente i nostri problemi, quindi non lamentiamoci

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rivolto, a non buttare sugli altri la colpa dei nostri insuccessi, a condividere il merito dei successi, a criticare in modo costruttivo, s enza prese in

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, dove le colpe più veniali diventano insopportabili. Quindi se siamo fautori del disordine creativo, pratichiamolo solo nei nostri cassetti personali

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Conversare è un'arte, dicevano i nostri nonni. Oggi dovrebbe essere un piacere condiviso, una specie di partita di ping-pong virtuale... Ma purtroppo

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del tipo «Alcuni ristoratori non hanno proprio pudore!» davanti al conto del ristorante, non aiuteranno certo i nostri ospiti ad apprezzare di più

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-Coltiviamo nei nostri figli il rispetto per nonni e parenti anziani: in loro presenza, non critichiamoli, non prendiamoli in giro per le loro «manie

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disinvoltura verso gli adulti, ma è giusto porre agli «ospiti» gli stessi limiti che imponiamo ai nostri figli: proibendo loro di fumare in casa nostra

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I nostri figli non sono più bambini, e non accetterebbero certo che fossimo noi a organizzare i loro intrattenimenti. Giustissimo. Quindi limitiamoci

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calcetto, la moto, l'aeromodellismo o il ballo latinoamericano e approfittare dell'occasione per organizzarci degli spazi nostri, non come ritorsione o

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d'impaccio con un «Non saprei, non lo conosco abbastanza bene». Non facciamo né sollecitiamo confronti tra parenti «nostri» e «suoi» e, se il nostro partner

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I nostri animali domestici fanno parte della famiglia, devono adattarsi alle nostre esigenze e hanno il diritto di veder rispettate le loro. Non

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dopo. Se diamo una festa, scusiamoci in anticipo per il disturbo (ma chiediamo con fermezza ai nostri ospiti di astenersi da rumorosi convenevoli sul

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fatti nostri. Piuttosto diciamo subito il nostro nome, cui farà seguito la garbata domanda: «Puoi parlare?» o «La disturbo?»; -è obbligatorio spegnere

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fa il nostro vicino, è vietatissimo chiedergli conto e ragione dei suoi malanni; -versiamo acqua e vino nei bicchieri dei nostri vicini prima che nel

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IL nuovo bon ton a tavola e l'arte di conoscere gli altri

191351
Schira Roberta 8 occorrenze
  • 2013
  • Salani
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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sia. Con un po' di esercizio si arriva a cogliere l'aggressività che c'è in noi, le abitudini alimentari dei nostri genitori, il tenore di vita e il

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Ora riprendiamo come lasso di tempo le nostre famose quattro ore a disposizione, dalle 20 alle 24, e immaginiamo che i nostri protagonisti si siano

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, mostrare i palmi, reclinare il capo) il nostro interlocutore si adeguerà inconsciamente ai nostri gesti, in una sorta di sintonizzazione emotiva. Provare

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Odiato o amato, preparato con cura o consumato al volo, il cibo è sempre in cima ai nostri pensieri, anche quando non vogliamo. Lo sa bene chi, in un

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Austen in Orgoglio e pregiudizio, al banchetto del Gattopardo: cosa sarebbe accaduto ai nostri protagonisti se non si fossero seduti proprio su quella

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respirare ai nostri attori- commensali. Non trascurate questa fase fondamentale. Una volta decisa, entrate nella parte e fate in maniera che tutto, dalla

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di munificenza. Insomma, diciamo che quando la pronunciamo è come se dessimo dei «pezzenti» ai nostri commensali, e non è carino, soprattutto se a

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nessun interesse per i nostri commensali. Chiediamoci sempre: quanto può interessare quello che sto raccontando alle persone sedute a questo tavolo

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