Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170768
Mantegazza, Paolo 40 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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sconosciuto; e deve consistere certamente in un mutamento particolare del sistema nervoso, che sfugge ai nostri sensi. - Questa modificazione specifica può

riunire nel più felice accordo tutti i piaceri sensuali, sì da formarne un'orgia sublime, questa non durerebbe che poche ore, e nella stoffa dei nostri

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nostri atti morali, che più d'una volta è bastato a calmare o a sollevare una procella, ma che noi non abbiamo mai saputo scorgere. È allora soltanto

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ai giorni nostri. Se si volesse credere volgare, si dovrebbe dire che noi siamo più egoisti dei nostri padri, e che questo affetto morboso vada

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di tutta la vita, ma che nei vili cessano con la giovinezza. Passata quest'età, i nostri nemici morali crescono di numero e di forza; e se la nostra

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calice della lode anche se sproporzionata ai nostri meriti. In questo caso, anche quando la ragione in sulle prime si rifiuta a ricevere la lode che

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lasciare i nostri giuochi e le spensierate gioie della nostra libertà per appressarci al tavolo del lavoro. Allora ci rifiutiamo alla imposta fatica e

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nostri occhi, i nostri capelli, la nostra cravatta, noi proviamo sempre un certo piacere, che varia secondo il grado della nostra piccolezza morale

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ai nostri occhi. Pare che si marchi un carattere del nostro individuo sulla cosa che è nostra. Noi possiamo benissimo entro di noi confrontare la

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porta agli oggetti delle nostre ricerche e dei nostri studii, ciò che si osserva nei malacologi, nei botanici, nei numismatici, nei bibliofili e in

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di un sentimento o di una facoltà della mente. Un corpo, più interessante per i suoi caratteri fisici, può occupare i nostri sensi sino a che si vuole

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noi con qualche legame di affinità, non fosse che quello del sangue caldo. Allora i nostri occhi, possono cominciare a incrociare i loro assi con

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. La forma meglio definita di questi piaceri consiste nel godere e nel soffrire delle gioie e dei dolori che non sono nostri. Parrebbe a prima vista, che

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nella sua primitiva forma, provando il piacere che dovettero gustare i nostri primi padri antichi. A questa ospitalità primitiva si deve la fondazione

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doppiamente delle sensazioni di un altro uomo riflesso in noi, e dei nostri atti morali riflessi in lui. Dal momento in cui due uomini si son dati una

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dell'amore prima dei quattordici anni e dopo i cinquanta, sono nei nostri paesi pallide ombre o giuochi di fantasia. I fiori più splendidi e più profumati

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delizioso profumo su tutti i nostri giorni, a render calma una intera esistenza. La civiltà può elevare queste gioie ad un grado maggiore di

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con noi dei nostri grandi dolori. La sorella, d'altra parte, fino dalla fanciullezza trova nel fratello un essere che ama e al quale può dedicare tutte

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tanto facilmente, quando si parla delle regioni più misteriose del cuore umano, provano chiaramente come tutti i nostri vocaboli, che non sono altro

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invisibile come l'aria, entra in tutte le nostre azioni, in tutti i nostri pensieri. La speranza non è un sentimento primitivo, nè una forza originale che

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del giorno. Gli endiometri più perfetti non sanno trovare che variazioni appena sensibili nell'aria di opposti emisferi, mentre i nostri polmoni

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insetti che il caso invia sotto i nostri passi, o godiamo nello strappare ad una ad una le ali di una farfalla. In qualche caso la manìa di

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Noi non giungiamo a conoscere i caratteri fisici degli organi che costituiscono il nostro corpo, senza anatomizzarli sui cadaveri dei nostri fratelli

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, si vuol conservare l'immagine dell'oggetto che ha impressionato i nostri sensi, e lo si affida alla memoria, che fa da archivista. Qui vi ha un fatto

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studio. I nostri libri, i nostri giuochi, i nostri parenti, gli amici nostri, tutti ci vengon davanti, tutti ci salutano e passano. Quanta gioia si prova

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gioie! Il mondo è grigio ed è la fantasia che lo colorisce; l'orizzonte dei nostri sensi è ristretto, ma la fantasia ci illude con giuochi sublimi di

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occhi esprimono chiaramente il piacere. I mammiferi, che vivono liberi nelle loro foreste, nascondono ai nostri sguardi i loro piaceri, per cui non ne

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sguardo pieno di desiderio e di affetto alle cose care che si stanno per abbandonare. Il capitale dei nostri piaceri è nelle mani della natura finchè

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Lo stato di salute può influire in modo straordinario sulla natura dei nostri piaceri. Le malattie, arrecandoci dolori positivi, diminuiscono anche

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da chi ne gode o ne abusa; sicchè nel nostro modo di sentire e di pensare, senza saperlo, paghiamo a caro prezzo gli errori dei nostri padri, e

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corpo con una materia, che tanto facilmente cede ai nostri movimenti. In un lago o nel mare mossi dalle onde si aggiunge il piacere dell'alternarsi

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, sicchè abbia a camminare lento e zoppicante, quando uscirà nel mondo a spendere i nostri denari. Fatto questo, ci sarà possibile impiegare i nostri

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leggere una sillaba sul muso dei nostri parenti lontani. Io sfido lo stesso Lavater a rappresentare la fisonomia di un luccio che gode nel ghermire una

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nelle stesse nostre condizioni di desiderio e di forza, e che quindi possano soddisfare i nostri bisogni. Questa tendenza è nella sua natura intima

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dell'udito furono così intensi come ai nostri giorni. Crebbero sempre pel perfezionamento dell'arte e del senso e per l'accumularsi dei tesori

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ogni altro caso la luce ci dà la vita e la gioia, e noi ne godiamo fino agli estremi gradi di tolleranza dei nostri sensi. Quando si è restati sepolti

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Una locomotiva che passa innanzi ai nostri occhi ci interessa, perchè si muove con rapidità, e presenta una infinità di moti alterni e continui. Noi

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Un oggetto qualunque che ferma sopra di sè i nostri occhi con una sensazione piacevole, può interessare alcune delle facoltà superiori della mente e

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sempre nuove. Le sensazioni però, in questo caso, non sono mai identiche, perchè il senso si modifica sempre coi nostri organi e con le condizioni

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suono di una musica deliziosa, i nostri sensi provano un piacere che non è sorto da alcun bisogno e che non è stato preceduto dal minimo dolore. Il

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Come presentarmi in società

199852
Erminia Vescovi 10 occorrenze
  • 1954
  • Brescia
  • Vannini
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reminiscenza della scuola, sanno che certe cose non si devono fare. Eppure, la lista dei nefas non si è per questo raccorciata. Ai tempi nostri, mutati gli

ricevere le notizie dei nostri congiunti, dei nostri amici, e nel sentire le loro espressioni d'affetto? E non godiamo anche nell'aprire il nostro

rimedio alla bruttezza, perché riesce a nasconderla alcuni istanti». E c'è nell'aria la persuasione, anche ai nostri giorni, che la finzione regni in tutte

conformarsi a quello della maggioranza. E' evidente che altro è andare pei nostri affari nelle ore della mattinata, altro è camminare intorno alla rotonda

dei tali. - La signorina Mori, insegnante alla Scuola Magistrale. E anche non eviteremo di dire: - La signorina Tonini, istitutrice dei nostri

signorile semplicità del tratto? Sarebbe una vera originalità, ai tempi nostri, e una originalità, finalmente!... di buon gusto. Fanno noia e

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massimo rispetto anche a ciò che può prendere un tantino la sembianza di uno spettacolo profano. Avviso specialmente ai nostri fratelli meridionali, o ai

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sempre ad ogni vanità mondana, onora e vuole onorato l'abito che porta. Rinunziare dunque al rispetto dei nostri simili, tra cui dobbiamo vivere, è

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alla legittima tutela dei diritti nostri. Al teatro d'opera, si sa, ognuno che deva occupare un posto in palchetto o una delle prime file delle

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professionale si può usare nelle presentazioni. Parlando poi dei nostri familiari è doverosa la massima semplicità, come già si è detto a proposito

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