lunghi pattini, detti, con termine danese, schi. In verità lo schiare - o sciare - ha avuto una meritata fortuna; ed è veramente salutare che i nostri
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buon senso non può non convenire che « ostentare » la propria tristezza - misurata dai nostri simili dal nero piú o meno opaco e dalla maggiore o minor
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riguarda la scuola, se si deve prestar fede a ciò che dicono tutti gl'insegnanti, e se si deve credere a ciò che i nostri stessi occhi vedono nei
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rifiuti di ferro, di vetro, di legno, di stoffa; sí che, imparando a metter da parte qualsiasi avanzo, i nostri scolari potrebbero compiere una grande
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sangue ». Colpa, in gran parte, dei nostri sistemi educativi, anche i piú moderni, che non mirano ancora a una educazione gioiosa »: essi non dànno una
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presume una media di cento alunni per ogni convitto, ne deriva che almeno trecentomila dei nostri giovani sono educati in convitti. Da ciò si rilevi
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foss'altro, dimostra che la cortesia è cosí connaturata con i nostri ufficiali che, pur fra le responsabilità gravi degli alti comandi, pur nel meritato
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all'Estero i nostri aviatori, per i quali la vita recente è già tutta una serie ininterrotta di magnifiche affermazioni e di superbi trionfi. L'eroismo
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invidioso, non sopporta volentieri l'esposizione dei nostri pingui mezzi finanziari, delle cose preziose possedute o or ora acquistate e, in genere, di
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« gentilezza d'animo »; e che nessuna educazione fu e sarà mai piú virile di quella dei nostri grandi condottieri, i quali furono sempre ben lieti
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signora; di toccare i nostri interlocutori nei momenti di enfasi e quasi perché ci stieno ad ascoltar meglio; di infiorare il nostro discorso di
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dell'igiene e della buona creanza; quelli specialmente dei nostri che sono emigrati, e che non son sempre dei migliori, almeno per quel che qui importa. Mi
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sarà riservato, ma anche quella dei più significativi scrittori dei giorni nostri. In tal modo questa «Medusa» italiana si affianca allo «Specchio
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nostri piedi» disse Cosima, tentando di scherzare. «C'è poi Andrea, che ci bada: non pensateci. E poi il tempo si cambia: minaccia di piovere. Non
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Nell'azzurro, raccolto nel 1890) «la penna d'uno dei nostri piú grandi scrittori - del De Amicis, per esempio - per scrivere le memorie della mia infanzia». Ma
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Accademia della crusca
