Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Nuovo galateo

189826
Melchiorre Gioja 22 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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bucato, come costumavano i personaggi dell' Iliade, e che i moderni si sdraiassero sulla paglia nelle chiese come usarono i nostri maggiori negli scorsi

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toletta. La polve di Cipro è scomparsa da' nostri capelli; quindi men lordi serbiamo gli abiti. Un parrucchino modesto biondeggia sopra canuti crini; quindi

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fossero nostri inferiori) pregare, che si continui il discorso se venne interrotto, e non mostrar di sapere dove va a finire.

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6.° Finalmente nessuno va scevro di difetti; ora dissimulando, allorché conviene, gli altrui, riusciamo non di rado a far dissimulare i nostri, e

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disse: » Sire noi apportiamo a Vostra Maestà » il nostro vino, le nostre pere e i nostri cuori: » è tutto ciò che abbiamo di meglio nella nostra

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, l'obbligo di ricordare a' nostri benefattori che non gli abbiamo dimenticati, il rispetto che richieggono le persone in carica di qualunque specie, le

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che, nel presente stato dei nostri costumi, una manifesta freddezza in chi riceve una visita importuna tolga la voglia di replicarla. ll nostro tempo

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Siccome il nostro piacere comunicato agli altri cresce, e il dispiacere scema; perciò é chiaro il motivo per cui l'uso vuole che visitiamo i nostri

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annunziano prossima la tempesta, e quelli che ne accennano la fine, ecc. 3.° Le loro virtù ci fanno conoscere i nostri difetti, mentre ci presentano

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La nausea, lo schifo, il ribrezzo, il disgusto che i nostri atti generano negli astanti, da due fonti principali traggono origine. La prima eccita

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ragionevole. Licenziarlo perchè non tace quanto vede, è motivo legittimo in ragione de' nostri difetti: vizi, imperfezioni, false pretensioni e simili

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parasoli come contrassegni della loro dignità. Questi e mille altri simili usi, infinitamente diversi da' nostri, tendono a confondere nella mente del

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disse loro: Io vi ho uniti per ricevere i nostri consigli e mettermi in tutela nelle vostre mani. E questo un desiderio che non suole cadere nella mente

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è un imbecille, più si debbe avere riguardo all'irritabilità del suo amor proprio; giacché lo sforzo ad attribuire agli altri i nostri sbagli cresce

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sia nuda, mentre abbordate qualcuno; e noi crediamo di doverci spogliare interamente presentandoci ai nostri principi, per dimostrar loro il nostro

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. Tutti i nostri atti che nelle vicende sociali e nel comune conversare risparmiano disturbi, incomodi, tempo, fatica ai nostri simili, sorio altrettanti

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differenza tra l'importanza concepita e l'importanza reale. b) Avendo la maraviglia la sua radice nell'ignoranza, è chiaro che i nostri frequenti atti

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maggiore indecenza, per non dir nulla di più, diedero prova negli scorsi secoli i nostri padri nelle loro farse religiose. In una rappresentazione francese

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.° Riconoscere il loro merito, benché fossero nostri nemici; 4.° Non far loro del male senza giusto motivo e legittima autorizzazione; 5.° Promuovere il loro bene

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mostrarono affatto privi del tatto della convenienza i nostri maggiori, allorché cominciarono a porre sulle osterie le imagini de' Santi, uso, che

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I nostri atti devono riuscire piacevoli o spiacevoli agli altri secondo la situazione del loro animo, come lo stesso cibo gradito ci riesce o

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ciò che voi sarete un giorno. Quest'uso farebbe fuggire l'appetito, l'allegrezza e i convitati ai tempi nostri. * I Romani non comparivano a mensa se

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Nuovo galateo. Tomo II

194556
Melchiorre Gioia 24 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
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Se alla loquacità s'unisce l'egoismo, cioè se parliamo sempre di noi stessi, de' nostri gusti, delle cose nostre, in somma di quanto ci appartiene

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nostri incomodi, le nostre debolezze, la nostra pusillanimità, e talora que' mali che, essendo comuni, non meritano speciale riflesso.

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nostri formaggi d'asina!!. La frase dalla Germania fu levata dalla 4.a ediz.

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ciascuno sa per propria esperienza quante volte i nostri sospetti diano in falso in queste ricerche. La riservatezza imposta dalla suddetta regola é utile a

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l'orgoglio dei nostri cuori, pure la » fredda riflessione trarrà da sì fatta inclinazione conseguenze » sfavorevolissime per noi. In fatto di maldicenza

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siete nostri amici finché avete bisogno di noi; ma quando siete saziati, ci dimenticate. - Ah! non temete nulla, rispose ridendo l'abate: Io non vi

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quale gioisce nello scoprire in altri de' difetti de' quali egli si crede esente. 3.° Noi ridiamo alle sventure de' nostri nemici, allorchè non sono

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l'etichetta, che trascorsero due mesi prima che i ministri potessero accordarsi. 5.° Gli sforzi per attribuire agli altri la colpa de' nostri sbagli. Un

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conversa, acciocché i nostri detti non facciano nascere nel loro animo la noia, mentre aspiriamo ad eccitarvi il diletto.

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attitudini del terrore, riescono a spaventarli. I pedanti ripetendo le parole semplicità de' nostri maggiori, ed accompagnandole colla fisonomia e colle

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XVIII fu costante in Europa l'uso di seppellire i morti in chiesa, e sono state necessarie più leggi per estirparlo a' nostri giorni. IV. Lo storico

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secolo Pietro di Blois diceva: « Se osservate » i nostri baroni e i nostri cavalieri allorchè partono » per una spedizione militare, vedrete i cavalli

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erbaggi, non si può spendere in carne; il caffè, più innocente del vino, assorbe parte del denaro che al vino consecravasi. I nostri maggiori mangiavano e

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nostri maggiori. I piaceri che si possono cogliere nelle foreste, sembravano essere stati dal V al XV secolo i divertimenti prediletti delle persone

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ad una giovine era lo stesso che abbandonarla alla prostituzione. - Nissuno ardirebbe fare questo lamento a' tempi nostri. (XVII secolo). Nella vita

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. Henry Histoire d' Angleterre, t. II, pag. 264. 2° Il conte Pietro Verri, parlando de' costumi de' secoli X e XI, dice: «Non v'é a nostri tempi » alcun

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I numerosi giuramenti falsi di cui fa menzione la storia, inducono a credere che la religione dei nostri padri, in vece d'investire i sentimenti

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grosso riscatto. Fa d'uopo convenire che i nostri aggressori sono meno sfacciati e meno irreligiosi. E facile cosa il presumere che assassini i quali

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che la decantata religione de' nostri maggiori si associò spesso col regicidio, almeno in Francia; ecco un aneddoto curioso riferito da Saint-Foix

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quasi necessario alle processioni notturne e diurne di cui erano si avidi i nostri maggiori; quindi non solo nudi fanciulli come vedevansi ancora alla

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bizzarria dei nostri maggiori dall'uso seguente: « Quando l'abate » di Figeag (piccola città nel Querci), diceva » Saint Foix nello scorso secolo, fa il

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« Oggi più non si ride, ma solo si sorride; » e i nostri piaceri sono vicini alla noia. IV. Troviamo offesa la decenza anche negli usi de' tribunali

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risentimento. Che che però ne succeda, non ti dimenticare che i nemici sono talvolta utili, poiché, avvisandoci de' nostri errori, ci dicono assai verità

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di petulante, sta tra questi due estremi. Un giudizio troppo favorevole di noi stessi offende i nostri simili, i quali, volendo giudicare liberamente

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