Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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ho veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai  nostri  catenacci,
potentissimo Mago ... La Regina ed io, insieme coi  nostri  figli ... Dove sono? (Al Ministro:) Cercateli! Chiamateli!
San Babila. Subì una totale riforma nel 1588, e fu anco a'  nostri  giorni rimodernata. _ La chiesa era anticamente fuori delle
inquisitori, si divertirono a trucidare quegli infelici  nostri  compagni a colpi di baionetta e col calcio dei fucili.
quanto tutti presto o tardi osservano, e cioè che i  nostri  sogni possono essere gravidi di significato, o almeno di
corruschi e pregnanti, e la piatta stupidità dei sogni,  nostri  o altrui, di cui abbiamo esperienza diretta. Può essere che
ora al pensiero che, a dispetto dei freudiani ortodossi, i  nostri  sogni non siano sempre nostri; che la loro violenza,
ci sono care, e a infliggere viceversa incubi ripugnanti ai  nostri  nemici: il tutto senza spese e senza rischio. Ma c' è
in un labirinto tale che tutto il generoso patriottismo dei  nostri  giovani eroi e de’ loro trecento bellicosi compagni, non
il bell’andamento di cose ordite dal moderantume. I  nostri  amici di fuori sonosi rappattumati vergognosamente con
come solo loro sono capaci di prostituire, che arsero i  nostri  padri, che stuprarono le nostre vergini, che fecero della
forza volesse collocarsi fra lui e il suo divisamento. - I  nostri  nemici ci chiameranno briganti, avventurieri, come ci
Io vorrei che questo popolo avesse la gravità, con cui i  nostri  padri, nel Foro, vendevano e comperavano ad alto prezzo il
chercuti hanno il garbo di farci schiavi e farci adorare i  nostri  tiranni». Così discorrendo i due amici quasi istintivamente
dopo le fatiche della notte. Verso le dieci della sera, i  nostri  tre amici giungevano alle Terme di Caracalla, ove sappiamo
tutto andò perfettamente per i  nostri  quasi-naufraghi della Clelia, giacché, per lupo di mare che
egli finalmente esclamò. Salvi! sin qui non giunsero i  nostri  persecutori. Uscito colle compagne non potei ristarmi
affamati. Alla fine sull’orlo del bosco apparve ai desiosi  nostri  occhi la casipola mentovata e per fortuna sulla soglia
ma non esprimeva le sue opinioni che con noi e coi  nostri  intimi; come ha potuto destare sospetti nella polizia?».
sacrificio per la patria. E Milano risorge. Le sue mura? I  nostri  petti. Abbiamo costruito una novella città; la vogliamo
mura; e se mura devono essere, la circonderemo di paglia. I  nostri  petti saranno anche a lei mura. La Chiesa e l'Italia
noi, e noi, la compagnia della morte, lo difenderemo coi  nostri  petti'! Sacro carroccio, simbolo d'i cittadina libertà!
munizione, fuggire davanti ai  nostri  giovani militi. A Mentana, per un’ora, i volontari hanno
notte è certo delle più ardue. Mi consola però che questi  nostri  Romani mostrano ricordarsi de’ tempi antichi. Guardali.
saltino qui dentro». «Diamo un sorso d’Orvieto a questi  nostri  prodi», esclamò Attilio. E dopo aver tutti rinfrescata la
come sempre tutto il mondo, il governo fece assicurare dai  nostri  stessi amici i Romani che bastava tirassero poche fucilate
gettare la diffidenza e lo sconforto nell’animo dei  nostri  giovani ed impressionabili militi, e coll’arma al braccio
i mercenari avevan piegato su tutta la linea ed i  nostri  marciavano sui loro cadaveri inseguendo i fuggenti. Ma la
nuove porte. La storia di questo monumento si lega fino ai  nostri  giorni colla storia della libertà di Milano. Nel marzo 1848
invece degeneri e si spenga? ogni anno che passa accresce i  nostri  dubbi; davanti alla necrosi politica che affligge il nostro
se noi cittadini lo possiamo vedere di rado, offuscato dai  nostri  fumi, stretto fra i tetti, offeso dalle antenne TV. E a
ora siamo obbligati a sapere che le stelle visibili dai  nostri  occhi, nudi od aiutati, sono una minoranza esigua; il cielo
che la fantasia dell' artefice dell' universo non ha i  nostri  confini, anzi, non ha confini, e sconfinato diventa anche
alla nostra cultura tradizionale ed all' esperienza dei  nostri  poveri cinque sensi fatti per guidarci entro gli orizzonti
In questa escursione campestre avremo a compagni due  nostri  conoscenti, l'Albani ed il Virey, sì l'uno che l'altro
L’argomento trattato da Giulia era un po’ estraneo ai  nostri  Romani ignari delle cose di mare, essendoché i loro
- Lustre! Lustre! Intanto l'inglese è venuto a prendersi i  nostri  migliori terreni ... Fa la concorrenza ai nostri vini, ai
i nostri migliori terreni ... Fa la concorrenza ai  nostri  vini, ai nostri olii, ai nostri agrumi ... Si arricchisce
migliori terreni ... Fa la concorrenza ai nostri vini, ai  nostri  olii, ai nostri agrumi ... Si arricchisce alle nostre
... Fa la concorrenza ai nostri vini, ai nostri olii, ai  nostri  agrumi ... Si arricchisce alle nostre spalle! Ve lo dicevo
Soppressi parimenti questi canonici, continuò sino ai  nostri  giorni ad essere altra delle parrocchiali della città,
le membra stanche aspettando le relazioni dei  nostri  di dentro per assaltare simultaneamente i nemici. Intanto
Giovanni Cairoli, che alla testa di ventiquattro dei  nostri  faceva da vanguardia, in una casa rustica della villa, fu
sotto le volte della Sala dei Cinquecento. Poveri noi, se i  nostri  figlioli dovessero trovare che l'opera dei primi deputati
d'una generazione dovesse andar consumata nel rattoppare i  nostri  cenci, nel puntellare le Casse dell'erario, nel lasciare ai
camminavano su quattro gambe per le foreste della Gallia i  nostri  padri, i Romani, li trassero fuori, li piantarono su due
fuggire, ne sarebbe stato il risultato inevitabile; ma i  nostri  romani erano tali da sostenere qualunque assalto per
col maggiore accanimento. Fin che durarono le cariche, i  nostri  amici che avevano pregato i due feriti d’inselvarsi,
cime delle secolari piante ma nel sito ove si trovavano i  nostri  viaggiatori appena se ne sentiva il soffio. «Signora
un magnifico fuoco scoppiettava allegramente in mezzo ai  nostri  viaggiatori. L’arte del macellaio è disprezzata e veramente
nostre famiglie e, per quanto dicano di tener le veci dei  nostri  genitori, il signor Stanislao e la signora Geltrude non
tempio della Madonna presso San Celso è il più illustre dei  nostri  santuari per la sua architettura e ricchezza dei capolavori
compagni. Però una perdita ben importante soffrirono i  nostri  in quel primo assalto benché respinto: una palla di
affezione. Avendo avuto parte in tanti successi dei  nostri  eroi il piccolo John aveva ottenuto il privilegio di
lo faccio. * Perchè? Perchè vi sono certe cose speciali ai  nostri  tempi, ai nostri costumi, che io posso dire, perchè in
Perchè vi sono certe cose speciali ai nostri tempi, ai  nostri  costumi, che io posso dire, perchè in questi costumi ed in
Monsignor Della Casa, emerse la cortesia cavalleresca dei  nostri  babbi, quella un po' più... disinvolta che usiamo noi; ed
lo spero, e raffinata, che beatificherà l'esistenza dei  nostri  nepoti fino alla più remota discendenza. È là, in quella
già forti nerbi di truppe e birri pontifici con cui i  nostri  valorosi amici dovettero pure sostenere un disugualissimo
argomento ... e tiriamo innanzi alle mercé di Dio ... e dei  nostri  superiori! Nel proferire quest'ultima parola, la voce del
di popolo, che minaccia la nostra sicurezza personale, i  nostri  averi, i nostri titoli, e perfino la nostra tranquillità
minaccia la nostra sicurezza personale, i nostri averi, i  nostri  titoli, e perfino la nostra tranquillità ... la nostra pace
un cavallo o un bue, così questo denaro veniva versato ai  nostri  padroni, e cioè alle SS reggitrici del campo. Gli
nelle edicole, giornali come i nostri; discorsi come i  nostri  nei treni e nei tram; qualche scandalo che finisce come
compresse, dilatate, rarefatte in una misura che scavalca i  nostri  sensi e il nostro linguaggio. Ad ogni anno che passa,
peristilio del castello ove giungevano i  nostri  quattro viaggiatori scorgevasi una giovine donna, il cui
lo stesso! Ora tutto è svanito! e ( perché nol direi? ) i  nostri  dì son tetri senz'essere men rei; nel lenzuolo del Solito
loro giardino. Molti però preferiscono la cremazione, e i  nostri  viaggiatori visitarono il forno crematorio. È
morte si serbano nella necropoli. Dal forno crematorio i  nostri  viaggiatori passarono al Laboratorio necroforo dei
che è un inglese, ha messo a nostra disposizione pei  nostri  studi più di un milione, e da sè stesso ha disegnato un
del desiderio espresso dal defunto o dai suoi parenti. I  nostri  viaggiatori, percorrendo il lungo Museo degli imbalsamati,
triste pellegrinaggio. Andiamo a visitare il cimitero. E i  nostri  viaggiatori rientrarono nel tempio, e avendolo
non sono meno onorati da noi di quello che lo furono dai  nostri  antichi padri, i quali, lasciando ai superstiti la cura di
dinanzi all'effigie del grand'uomo. - Questi sono i  nostri  santi, e che tengon luogo degli antichi, spesso fabbricati
quelle che ci comandano di amare e di riaccendere nei  nostri  figli la fiaccola della vita. Commossi, ma non rattristati,
la fiaccola della vita. Commossi, ma non rattristati, i  nostri  due compagni passeggiarono lungamente nel Panteon di
e di vaghi colori ed una mesta voluttà ineffabile assalta i  nostri  cuori; e ti senti immortal, pensando al celere riapparire
pure è sì lieve da simulare un bacio, e strappavano da sé i  nostri  corpi indifesi, incuranti se in così fare li laceravano, e
digerire e concuocere qualsiasi sostanza meno eletta; che i  nostri  muscoli si sono talmente indeboliti da vietarci anche la
indeboliti da vietarci anche la minima fatica; e che i  nostri  cervelli, che attingono alla perfezione se rivolti alla
con la destra i nerissimi mustacchi. Eran proprio dei  nostri  intrepidi compagni, terrore della birraglia pretesca. Vi
mio arresto tutto l’esercito di mercenari papalini, che i  nostri  bravi si batterono disperatamente per liberarmi ma
carabine dei mercenari. In Trastevere s’eran riuniti i  nostri  vecchi conoscenti, Attilio, Muzio, Orazio, Silvio e
John. Le altre donne seguirebbero la marcia e per ultimi i  nostri  amici con quanti restavano ancora dei difensori del
Ecco lo stato del moderno esercito romano, ed ecco perché i  nostri  proscritti informati d’ogni cosa se ne stavano
ingrossando spaventosamente: il vento dapprima temuto dai  nostri  Argonauti era ora ardentemente desiderato poiché lo Yacht
a tutta prova, e ci sarà di grande utilità nel caso che i  nostri  palloni dovessero cadere in mezzo all'oceano." "Ma quale
battello, 72 chili; peso delle funi, 100 chili; peso dei  nostri  corpi ... Quanto pesate?" "Sessanta chilogrammi." "185
questa si potrebbe correre il pericolo di veder scoppiare i  nostri  palloni. Quando raggiungeremo dei climi più caldi, vi
noi, a giorno fatto, risaliamo in alto, portando con noi i  nostri  barili e le nostre guide-ropes, sacrificando forse poche
chilogrammi di zavorra." "E se ancora ciò non bastasse e i  nostri  palloni scendessero per mancanza d'idrogeno?" "Mi resta la
più celere dell'antica. Il maestro, che serviva di guida ai  nostri  viaggiatori, disse loro che in quelle scuole elementari
di vacanza per settimana. Dalla prima scuola passarono i  nostri  pellegrini alla Scuola media, che corrisponde alla Scuola
del pensiero. La lezione non durò che un'ora e diede ai  nostri  viaggiatori un grandissimo diletto. L'oratore era molto
e separare nettamente il cuore dal pensiero, nei  nostri  giudizii." La lezione, spesso interrotta da risate di
storia dove racconta le crudeltà degli Austriaci contro i  nostri  più grandi patriotti quando cospiravano per la libertà, il
le prede, e là si cattura. Analoga fu la risoluzione dei  nostri  quattro romani per rinvenire il principe T. che inutilmente
di fregiarci delle nostre glorie!? A noi calpestati nei  nostri  diritti, nella nostra coscienza e nel nostro onore dalla
quando saremo costituiti, ben governati e godremo nei  nostri  diritti all’estero ed all’interno ma di fronte alla
e s'è messo a suonar la tromba tra l'ammirazione di tutti i  nostri  compagni, mentre lo scioffèr girava il manubrio e via di
famosa minestra di magro fatta con la rigovernatura dei  nostri  piatti, e quel che è peggio di quelli del signor Stanislao
che domandò: - Ah zio... adorato zio... Degnatevi di dire i  nostri  torti e noi li ripareremo. - Li sapete! - risposi con voce
zio!... pietà... pietà di noi!... Come potremo riparare ai  nostri  torti? - Era qui che l'aspettavo. - Togliete il segreto
mi baciò e le nostre lacrime si confusero insieme sui  nostri  visi... Che momento! Mi pareva d'essere in un sogno... e
che non eravamo senza testa come loro, ma anzi avevamo i  nostri  visi, anch'essi appiccicati insieme, dentro la finestrina
desolazione che tanto io che Gigino Balestra, malgrado i  nostri  più eroici sforzi, non potemmo frenare una risata.