Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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raccomandazioni dettate senza veruna pretesa pei  nostri  buoni villici col seguente
DELLE AMICHE I figliuoli delle amiche sono un po' i  nostri  figliuoli. E se l'affetto non può sussistere allo stesso
fermezza, quella sorveglianza che mettiamo in pratica coi  nostri  figliuoli. Cattiva abitudine è quella di lasciar liberi i
anche se diciamo di non volerne alcuna. Facciamo che i  nostri  fanciulli adempiano a tutti i loro obblighi di cortesia e
Gigliola. A martedì dunque, per le cinque, e in attesa i  nostri  più cordiali saluti.
riceviamo ora la partecipazione con la bella notizia. I  nostri  cugini Alberti che conoscono bene l'architetto Rossi ci
sono tutti i  nostri  simili, ogni uomo, cioè, di qualunque colore, religione o
a critiche esagerate, ad erronei ed acerbi giudizi sui  nostri  fratelli. «Le parole, dice il Savio, non sono che aria, ma
al danno arrecato al prossimo colle nostre chiacchiere, coi  nostri  sarcasmi, ritirarle, correggerle, distruggerle. Ma
dei  nostri  morti; parliamone con riverenza, parliamone con affetto.
parliamone con affetto. Vadano i loro nomi frammisti ai  nostri  discorsi; salutiamo coll'alba che sorge, col sole che muore
attenzione le nostre belle qualità, le presentiamo i  nostri  incomodi, le nostre debolezze, la nostra pusillanimità, e
questo pensiero consolante: se noi tutti daremo tutto ai  nostri  figlioli senza nulla pretendere, se, come insegna
pensiamo, allargando lo sguardo, a quello che i  nostri  nipoti realizzeranno nell'Italia nuova, che avrà portato i
Le andrebbe bene martedì alle cinque? In attesa, i  nostri  più amichevoli saluti.
dei bei costumi a colori, trapunti d'argento, in cui i  nostri  avi si pavoneggiavano, piegandosi in profondi inchini
guardinfante e in parrucchino, le malinconiche marsine dei  nostri  cavalieri sembrano veramente una livrea di dolore. Con
che tante volte pur troppo piangeranno in silenzio dei  nostri  errori e soffrono, ignorati, di quei domestici dispiaceri
Il volto sereno, il saluto affettuoso mostri agli amati  nostri  che la loro vista ci rianima e ci allieta: il bacio dei
che la loro vista ci rianima e ci allieta: il bacio dei  nostri  cari sia per noi il più soave, il più prezioso compenso
vino, assorbe parte del denaro che al vino consecravasi. I  nostri  maggiori mangiavano e bevevano quella ricchezza che noi
più volte d'andare all'osteria. La decantata semplicità de'  nostri  maggiori gli induceva a bere in un solo fiasco, il quale
delle altre mobiglie. Vedi il capo antecedente. Ciascun de'  nostri  maggiori, salve poche eccezioni, meritava il seguente
bene e parlare con garbo almeno due lingue straniere. Ai  nostri  giorni è importantissimo; anzi necessario lo studio delle
gli idiomi delle nazioni straniere e farle oggetto dei  nostri  studi per diventare l'uno all'altro meno stranieri.
illuderci sulla conoscenza di noi stessi, sul valore dei  nostri  mezzi, ma farci apprezzare i giusti nostri meriti.
sul valore dei nostri mezzi, ma farci apprezzare i giusti  nostri  meriti. Diversamente non è più amor proprio: è superbia, è
tempo ci ruba la toletta. La polve di Cipro è scomparsa da'  nostri  capelli; quindi men lordi serbiamo gli abiti. Un
dal nostro prossimo, dalle vicende della vita, dai  nostri  errori, dai nostri insuccessi, a queste iniezioni. Noi
prossimo, dalle vicende della vita, dai nostri errori, dai  nostri  insuccessi, a queste iniezioni. Noi sappiamo benissimo che
esseri che non sono più fuorché nelle nostre memorie e nei  nostri  cuori. Io non entro in considerazioni di filosofia e di
soave il pensare con la fede cristiana che il distacco dai  nostri  cari non è che un addio doloroso che precede di breve
i primi al dovere di Galateo che c'incumbe presso i cortesi  nostri  lettori cui abbiamo, non richiesti, buttato giù alla buona,
e le malignità altrui che pur troppo s'interpongono nei  nostri  focolari domestici e nelle nostre relazioni nella vita
è un benefico aIleviamento dei mal della vita; fa sì che i  nostri  errori siano più facilmente compatiti, disarma il rigore,
se non vogliamo deviare dal vero fine di vivere. I primi  nostri  doveri sono quelli della religione, origine di felicità
il cuore sia continuamente rivolto a Dio per offrirgli i  nostri  dolori e i nostri piaceri, che ciascuno adempia volentieri
rivolto a Dio per offrirgli i nostri dolori e i  nostri  piaceri, che ciascuno adempia volentieri i doveri del
SOCIALI Gli obblighi che la civiltà c' impone verso i  nostri  simili, sono in certe circostanze una pesante catena che l'
l'ora, per il nostro abbigliamento, per l'intonazione dei  nostri  discorsi non abbia nessun carattere di etichetta. Meglio
sentimento fedele. Dal giorno luttuoso le proferiremo i  nostri  servigi ma dovremo lasciarle ogni iniziativa d' invito. Se
a Vostra Maestà » il nostro vino, le nostre pere e i  nostri  cuori: » è tutto ciò che abbiamo di meglio nella nostra »
punto: per fare dei  nostri  figli delle ben nette personalità, dei responsabili, dei
cara la presenza degli amici, l'obbligo di ricordare a'  nostri  benefattori che non gli abbiamo dimenticati, il rispetto
 nostri  atti devono riuscire piacevoli o spiacevoli agli altri
grande pranzo, d'essere abitualmente parche e di allevare i  nostri  figlioli parchi, di gusti e di abitudini semplici.
e figli » 59 Tra frateìli » 99 Suocere e cognate » 107 I  nostri  vecchi » 111 La signorina » 123 Il gentiluomo » 168
i sociologhi: adesso c'è il problema del tempo libero. I  nostri  fantasmi, che durante il lavoro riusciamo a esorcizzare,
la realizzazione dei sogni perduti o la risoluzione dei  nostri  problemi esistenziali. Le vacanze non sono il nirvana. Ma
 nostri  figli non sono più bambini, e non accetterebbero certo che
che non ricevono da noi il salario per opere servili. Nei  nostri  paesi, la gran mercé di Dio, non esiste, propriamente
in virtù di una legge cristiana, la legge della carità,  nostri  fratelli e nostri eguali, e quindi la nostra civiltà coi
legge cristiana, la legge della carità, nostri fratelli e  nostri  eguali, e quindi la nostra civiltà coi medesimi non ha da
nuova. E riserbiamo certi insegnamenti a noi genitori. I  nostri  bimbi sappiano dalla voce commossa del babbo, oltre che la
dove scorrazzava il rosso bolscevismo; delle piazze, dove i  nostri  ufficiali dovevano passare vicino ai muri, disarmati; dove
dovevano passare vicino ai muri, disarmati; dove i  nostri  soldati, che le madri avevano visti partire senza lacrime
visti partire senza lacrime per il Piave rosso di sangue, i  nostri  giovanetti, gentili come fanciulle e generosi come vecchi
a gioielli vistosi e logo disseminati in ogni dove. Nei  nostri  ambienti spesso surriscaldati, sono fuori luogo i maglioni
il capriccio, il moto cattivo dell'animo nostro e dei  nostri  padri, e che, allora, egli non va castigato, ma curato con
fossimo delle atee convinte, basterebbe che noi amassimo i  nostri  figlioli, che pensassimo alla felicità della loro vita nel
come Venere, o matematiche come Maria Gaetana Agnesi; che i  nostri  ragazzi potranno scoprire gli abitanti del pianeta Marte, o
Non si può! Dopo la salute e la volontà, diamo ai  nostri  figlioli la gioia... gioia semplice e schietta, sotto forma
Dopo aver dato tutto questo, insegniamo, di buon' ora, ai  nostri  figlioli, che l'ottimismo è la più gran forza della vita;
gioie e a sperare nel domani. I primi tre versi che i  nostri  bambini dovranno imparare e ripetere con noi, fino alla più
cominciamo dal coltivare noi stessi e insegniamo ai  nostri  figli il complesso di quelle regole di viver sociale che
stesso e altrui. Avremo cosi fatto una modesta appendice ai  nostri  popolari lavori, e impiegato utilmente i nostri momenti di
ai nostri popolari lavori, e impiegato utilmente i  nostri  momenti di ozio, del che saremo come siamo debitori a chi
unanimemente uomini e donne, quando non avessimo qui i  nostri  morti; possiamo noi dire alle ossa dei nostri padri, delle
qui i nostri morti; possiamo noi dire alle ossa dei  nostri  padri, delle nostre spose, dei figli nostri: sorgete,
eserciti permanenti. Noi non possiamo a meno, pensando ai  nostri  ammiragli, ai nostri innumerevoli generali, colonnelli,
Noi non possiamo a meno, pensando ai nostri ammiragli, ai  nostri  innumerevoli generali, colonnelli, ecc. di affrettare coi
innumerevoli generali, colonnelli, ecc. di affrettare coi  nostri  voti quel giorno in cui non vi saranno guerre; o se pur ve
è dessa la cortesia, la urbanità, ognora rispettata dai  nostri  cittadini? non avvi nulla negli atti, nei discorsi che si
alla portata di tutte le fortune dalle provvide leggi dei  nostri  ministri di finanze; giuochi, speculazioni, contratti di
i  nostri  vicini di tenda e di camper comportiamoci con lo stesso
l'egoismo, cioè se parliamo sempre di noi stessi, de'  nostri  gusti, delle cose nostre, in somma di quanto ci appartiene
e non solo di essere seccanti, ma che segreti non solo  nostri  vengano raccontati in giro. Per quanto riguarda l'ex,
in cui si andava insieme vanno cancellati senza pietà dai  nostri  itinerari quotidiani. Chi ha figli, non cada nella trappola
rivolga la parola». bene non parlare (né male né bene) dei  nostri  ex con l'attuale amore: può scatenare gelosie
bisogno di educare i  nostri  figli, si fa ogni giorno più vivo; con l'istruzione
faire. È che i tempi s'impongono, è che noi stessi, nei  nostri  rapporti con estranei, diamo sempre la preferenza alla
più adatta. A vincere queste difficoltà, a preparare per i  nostri  figli un Breve codice di buone creanze mi rivolsi
a mille pericoli, non dovrebbero essere frequentati dai  nostri  fanciulli che in casa possono avere uguale e migliore
bimbi delle infime classi sociali non può presentare per i  nostri  figliuoli, con la promiscuità a cui li obbliga, quelle
le biografie dei vostri amici. Chi sono, domanderete voi; i  nostri  amici? I vostri amici sono i Franklin, gli Stephenson, i
Prima di tutto, non dobbiamo affidare mai completamente i  nostri  figli ad estranei, e non avere fiducia in nessuna «miss», o
dobbiamo avere una bambinaia esperta per aiutarci, sotto i  nostri  occhi, nella parte faticosa delle cure infantili, in quanto
più sana, più agile, più patriottica)... ma, fino a che i  nostri  figlioli sono bambini, facciamoli girare il mondo con noi,
suo padre, che è un usuraio... E quando sapranno questo, i  nostri  generosi ragazzi italiani, affettuosi, tutto cuore, saranno
che così. Infine, diamo un'abilità, una via di lavoro ai  nostri  figlioli. Non ne avranno bisogno? Tanto meglio! Ne avranno?
è preferibile a quello stampo da cui si ricavano i  nostri  salotti, i nostri appartamenti tutti uguali, preparati da
a quello stampo da cui si ricavano i nostri salotti, i  nostri  appartamenti tutti uguali, preparati da un estraneo che sa
e cucire dei fiocchi e delle frangie, ma non sa nè i  nostri  gusti nè i nostri comodi, ed ha un inventario fatto a sella
fiocchi e delle frangie, ma non sa nè i nostri gusti nè i  nostri  comodi, ed ha un inventario fatto a sella che si pone
Non è rimasto nulla, un deserto! Ci rivolgiamo allora ai  nostri  simili, a coloro che nei giorni lieti avevamo un po'
se non abbiamo nulla a rimproverarci, sforziamo i  nostri  occhi mortali a vedere in essa più d' una causa comune di
alle gioie degli altri senza funestarli coi fantasmi dei  nostri  disinganni, dei nostri rimpianti: dobbiamo valerci della
senza funestarli coi fantasmi dei nostri disinganni, dei  nostri  rimpianti: dobbiamo valerci della nostra esperienza del
regola di galateo che secondo me non regge più ai giorni  nostri  è quella che impone di non ringraziare per un regalo (o un
di sottolineare il «debito» che il donatore aveva nei  nostri  confronti. Mi pare che possiamo tranquillamente
Oggi più non si ride, ma solo si sorride; » e i  nostri  piaceri sono vicini alla noia. IV. Troviamo offesa la
da qualunque lato si riguardino gli usi e i costumi de'  nostri  maggiori, noi non troviamo cosa alcuna che possa meritare