trattato che vigeva dal 1863 ad oggi, è nostra convinzione che le condizioni del commercio e dell'industria italiana siansi migliorate con questo trattato.
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vigore di questo trattato è stato prorogato. Negli ultimi giorni in cui tenne il governo la passata amministrazione, e nei primi in cui la nostra ebbe
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incontravano i nostri fabbricatori per le sconcordanze della nostra tariffa. L'aver ottenuto un equamente proporzionato dazio per le materie e per i pezzi
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dall'estero si affacciassero alla nostra frontiera, e la Camera leggerà a suo tempo e discuterà due articoli di legge, i quali stabiliscono presso
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opportuna per ciò che si riferisce alla nostra costituzione daziaria interna; bisognerebbe, cioè, aggiungere una clausola affinchè un Governo straniero
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nostra discussioni.
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Vedrà la Camera, e l'onorevole Nervo con lei, lo spero, l'orizzonte sconfinato che egli affaccia ai nostri studi e all'opera nostra. Egli involge nel
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discussione di un argomento affine; la quistione sarà da studiarsi dal lato economico, dal lato del movimento della nostra importazione ed
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argomenti così distinti. Il dazio dei filati di cascami di seta si riferisce alla introduzione in Francia, e se regge la nostra interpretazione
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ogni trattamento differenziale, una interpretazione diversa dalla nostra, si è sentita in obbligo di rifare questa storia breve, ma precisa per
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opposta alla nostra in questo delicatissimo argomento. È per ciò che io, sebbene l'onorevole Bonacci fosse disposto a ritirare il suo ordine del giorno…
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è potrebbe produrre qualche inconveniente, potrebbe cioè permettere al Governo francese di ingerirsi nella nostra tariffa daziaria interna
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negoziati con le altre potenze vengano migliorate le condizioni della nostra industria marmifera. Infine fa voti perchè il Governo vivamente
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, affinchè sia esclusa l'ingerenza di un governo straniero in quelle modalità di tassazione che la nostra legislazione daziaria interna ci consente.
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Camera quanto io mi sia sempre occupato di questa nostra industria e confido che una certa clausola, che riguarda il trattamento della nazione più
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prevenire qualunque ulteriore danno che ci potesse venire dall'estero, sgravando al più presto questa nostra merce così importante dal dazio di
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, specialmente, di questa vecchia nostra Europa, la quale, tarlata dai pregiudizi del passato, chiama sempre utopie tutte le nuove idee, che oggi si chiamano
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Or qua! è, o signori, la nostra condizione politica? La nostra condizione politica è la più solida, la più gloriosa, la più ammirata dal mondo civile.
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l'onorevole presidente del Consiglio, la sintesi la più preclara della nostra unità, e della indipendenza, il palladio della libertà della patria.
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; col corso forzoso, che impone una tassa crudele di 200 milioni all'anno; tassa che inaridisce le sorgenti della nostra ricchezza.
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Guardisi alla gentile Toscana: è la mezzadria che ne ha allontanato il carnefice, e ne ha fatto la nostra più civile provincia. Guardisi in generale
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fonti della nostra ricchezza, non mai curato dal suo partito, e mostra così che almeno questo si potrà fare da noi.
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Non abbiamo noi tutti imparato codesti principii fino dalla nostra prima giovinezza? Io li conobbi per la prima volta, e mi è dolce il ricordarlo, in
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nostra legislazione.
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Ho detto che forse per ridonare intera la fiducia e la sicurezza al paese potrebbe essere necessario di colmare qualche lacuna della nostra
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dai quali è in questo momento travagliata e minacciata la patria nostra.
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Per risolvere questa ardua questione e decidere se occorra completare in questa parte la nostra legislazione, bisogna anzitutto conoscere esattamente
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dimostrare che quei casi nulla avevano che fare colla nostra questione. Niente affatto; Distabant toto coelo.
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preventivo? Che non ammetteva la necessità dell'autorizzazione preventiva. E chi pensa altrimenti? Chi, di parte nostra, ha mai sostenuto che sia
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a festeggiare con un banchetto, in un borgo vicino alla nostra città, mi pare a Marignolle, per festeggiare pubblicamente in una taverna
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così), non solamente si veniva meno alla religione dei più santi doveri, ma ad ogni conoscenza della nostra storia.» Ma non basta, o signori…
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quasi spenta è la face! * * Non oso palesarti, o fanciullo, perché mi attardai tanto. Dimmi, andando a dormire, la nostra madre ha pianto? * No, ma
Volge la nostra età per via funesta; Cristo è di nuovo in croce; e la vestal nella sua bianca vesta trema e non ha più voce! La libertà che
nostra cortina da cui, stanchi e lividi, ci assal la mattina! Tu dici: " O amatissimo, sei Giove, e io son Frine!... " scotendo sugli omeri le chiome
Nato pel cielo, e tutto in quello assorto, spirto in esilio sulla nostra mota - spirto creato per fulgere - e morto come un ilota! Anima invasa da
tuo duplice liuto, esulterò come un eletto, e ai lieti dì ripensando della nostra speme, griderò: benedetti i due poeti, s'anco non giunti insieme
Accademia della crusca
