loro riguardi, non più di una critica «normativa», ma di una dove gli schemi essenziali poggiano sopra una solida base semiotica.
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resto non vuole e non può esserla qualsivoglia considerazione che prenda a sua norma un’operazione cosi poco «normativa» come il gusto. E, del resto
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futuristi ne combatterono «il patinume», ma è diventata normativa da quando si è incominciato a vedere la cultura come uno dei tanti ambiti di
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