se ti porta ferita?» «Se la ferita non fosse come il morso del cinghiale, o la cornata del cervo, ma come di spina, io preferirei, Blabante: e
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girare è questo?» bisbigliava. «Non è fatto l'uomo per andare dritto per la sua strada, da un punto all'altro, come fa la luce del sole, e non come io
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. «E per il tuo onore non potrai farne meno di tre. Intanto, permetti che io prepari qui sull'erba un pasto per te e per me: un poco di carne, di pane
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porci e le galline scatenate. Narco, laggiù seduto, guardava attraverso la fessura dell'elmo quel tumulto disperato: e poiché la tragedia dell'aria non
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mi condannò a non potermi avvicinare a chi amo senza svanire! Perciò, amato amante, o lontani, o niente!» Narco e Blabante si risero uno sguardo. «Ma
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otto, se io muovo questo ferro almeno tre di voi, se non quattro, cadranno morti prima che io sia vinto! Ma se lasciate correre via il mio compagno
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fronte crucciata se ne stava in disparte. «Fermo!» disse lei. «Non andate!» «Andiamo!» gridò Narco. «Fermi, fermi!» lei continuava, e smesso di
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disse il conte «perché tu hai dato a me, che cavaliere già sono, un'idea molto opportuna per il nostro viaggio. Quanto a te, se non ti basterà una
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rispetto e devozione volessero mostrare, il loro inchino era eccessivo, e io non me lo spiego. Aiutami a trovarne la ragione». Disse Blabante: «Quanto
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tristezza. «Anche la bugia del rispetto è penosa! Non ti importò mai, in verità, né di spade né di mantelli: ma credo che tu voglia esser cavaliere per
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Blabante sopra la sciarpa, la videro e a tutti e due sembrò così bella da non poter parlare. Poi, col nascosto fiato ansante, Narco bisbigliò: «Io
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adesso, Blabante» disse poi il conte «se questa è quella stessa visione, stiamole ben attenti... Ma guarda come è viva e vera! Non più di sette passi di
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non scompaiono proprio...» «Ma lei, Blabante, era mille volte più delicata di un fiore... Mille volte più fiore del più delicato al mondo!» decise
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ti avrà liberato del tuo malanno, farai quello che vorrai... Ma se ti fai monaco adesso, non potrai tenere l'elmo, e se non lo terrai, non pensi che
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bocca a bocca si danno, e non sulla guancia, per affettuosi saluti, o in fronte, per casta benedizione. Ma poiché ti vedo come stordito e quasi offeso, ti
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«Narco degli Alidosi, hai superato due prove. Resta la terza: e non sarà di minore fatica». «Cosa mi tocca, sapiente Antolfo?» «Ti tocca battere al
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vero: il tuo fiato non lo posso curare, ma posso dirti come si cura, e come scompare». «Mago, che devo fare?» «Lasciare il tuo potere: perché a rare
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muro, dichiarò: «Può trattarsi, signore, di un eccesso di cibo e di bevande...». «Non sono divoratore, e nemmeno beone!» sospirò Narco. Terpione
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