(Olga va a staccare la sua bicicletta deposta sul fianco della gradinata. – Fedora ricade nel suo abbattimento: De Siriex, tra le due, non sa
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(Sergio va a prendere sulla credenza una corta e panciuta bottiglia stemmata; poi ne mesce a tutti un bicchiere, anche a Dimitri, il quale però non
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’attorno Boleslao, confusosi tra la folla. – Loris non abbandona degli occhi la Principessa.)
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(L’uscio della camera da letto si spalanca: Lorek ricompare sulla soglia. Fedora, tutta intenta a guardare dalla finestra, non se ne accorge. – De
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(Fedora, divincolatasi con uno sforzo supremo, rapidissimamente corre al tavolino, e tracanna d’un fiato la tazza di thè. – Loris non giunge in tempo
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quella alla porta della camera da letto; ma la porta non s’apre. – Il dottor Müller appare nello spogliatojo, che resta illuminato dalla luce rossastra
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. – Fedora, sempre seduta accanto al fuoco, non se ne accorge.)
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viale, che conduce al giardino. – Fedora, che accompagna Loris con gli occhi, non può vederlo; ma Olga, che è risalita, lo scorge e lo riconosce. Basilio
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Il Cieco crolla sdegnosamente il capo; il dramma non inganna la sua esperienza, ma l’armonia suo malgrado lo vince benché egli non lo voglia… non lo
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non sono solo! –
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Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia!; – qui, nella misteriosa ora
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Iris, i mostri non abitano soltanto il mondo infantile dei sogni!
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silenzii delle sere, – bello e antico Genio dei fiori e dei pittori, non dunque gaiezza di colori vivaci, non bianchi chiarori di lune o distese di prati
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No, tu non sei più sola, Iris. – La luce scende a te.
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Di lassù non un riflesso di una delle mille gaie lumiere del Yoshiwara!
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(e i cenciaioli si arrestano avanti al corpo e non osano stendervi le mani)
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Non la luce, non l’armonia del Sole! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l
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Iris non sente più le sue torture; – già vive, la fanciulla, di una vita tutta luce; – e al Grande amico che la guarda essa eleva la sua anima:
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Il Piacere! – non è Jor! – E alla mousmé ratta ritorna con terrore la salmodìa di un bonzo che al tempio illustrava un terribile paravento sacro dove
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Kyoto onde il loro chiacchierìo non risvegli Iris)
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La mousmé guarda, guarda essa pure quello spettacolo nuovo – sente quella gran vampata di desiderii sul suo viso e sul suo corpo – ma non comprende l
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In verità rassembrano fantastiche creazioni, così la penombra caliginosa li trasfigura! No; non sono gli enti permalosi e ad ora bonaccioni delle tue
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Tutto un sussurro di fiori intorno alla morente!… – Piove il sole sul picciolo corpo aureole irradiate!… Nella suprema agonia Iris finalmente non ha
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No, il Sole non penetra nelle Case Verdi! – Qui tutto è riflesso di metallo che scoppia a vivi e rapidi sfavillii dalle profumiere cesellate dove
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, sulla soglia della piccola casetta di Iris, con tanta abilità da non risvegliare il sensibilissimo udito del Cieco, e raggiunge correndo la comitiva che
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(Il giovane s’avvicina alla intimorita mousmé che non osa sfuggirgli, tocca colle mani la testa di Iris; costei chiude timorosa gli occhi. Al tocco
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O bei colori, ove freme il segreto delle fantasie nipponiche, colori creatori di bei sogni di bimbi, di ricordi non vissuti di vegliardi, di incubi
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. Quante volte non ha essa invidiato chi sapeva trarre codeste misteriose dolcezze da quel delicato istrumento di acero rosato ed ebano?! E un sàmisen
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fuori lungo il dirupo, facendo sostegni al leggiero corpo, accrebbe ad Iris il dolore e non le diede la morte invocata. Onde, come altrettante piaghe
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