Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: non

Numero di risultati: 417 in 9 pagine

  • Pagina 1 di 9
tempo  non  è che la vita collettiva dell'universo, e la vita non è che
tempo non è che la vita collettiva dell'universo, e la vita  non  è che il lampo di un microcosmo organizzato.
in quella solitudine, di notte, mi fece più pietà che  non  me n'avesse mai fatta la sua tristezza, mi parve come una
che han combattuto e che combatteranno per la terra in cui  non  poterono o non potranno vivere, io non v'ho mai amati, non
e che combatteranno per la terra in cui non poterono o  non  potranno vivere, io non v'ho mai amati, non ho mai sentito
per la terra in cui non poterono o non potranno vivere, io  non  v'ho mai amati, non ho mai sentito come quella sera che dei
non poterono o non potranno vivere, io non v'ho mai amati,  non  ho mai sentito come quella sera che dei vostri patimenti,
vi rinfacciano nel mondo, siamo macchiati noi pure, perchè  non  v'amiamo abbastanza, perchè non lavoriamo quanto dovremmo
macchiati noi pure, perchè non v'amiamo abbastanza, perchè  non  lavoriamo quanto dovremmo pel vostro bene. E non ho provato
perchè non lavoriamo quanto dovremmo pel vostro bene. E  non  ho provato mai tanta amarezza come in quell'ora di non
E non ho provato mai tanta amarezza come in quell'ora di  non  poter dare per voi altro che parole. All'ultimo sogno di
molti negativi. Il fegato, il cuore, la milza, ecc.  non  ci possono dare piaceri che quando cessano i dolori che li
e può procurarci dei piaceri più o meno negativi. Se  non  avessimo qualche volta il polmone pieno di aria mefitica o
qualche volta il polmone pieno di aria mefitica o calda,  non  proveremmo piacere nel respirare un'aria pura o fresca; se
proveremmo piacere nel respirare un'aria pura o fresca; se  non  avessimo un'irritazione alla pituitaria o in altro punto
pituitaria o in altro punto dell'apparato respiratorio,  non  potremmo gustare la voluttà d'un rumoroso starnuto; se non
non potremmo gustare la voluttà d'un rumoroso starnuto; se  non  fossimo annoiati o se non avessimo in qualche modo alterata
d'un rumoroso starnuto; se non fossimo annoiati o se  non  avessimo in qualche modo alterata l'innervazione
in qualche modo alterata l'innervazione respiratoria,  non  potremmo confortarci di un prolungato sbadiglio. L'apparato
di un prolungato sbadiglio. L'apparato gastro-enterico  non  ci dà piaceri intensi che quando comunica col mondo
il gusto, largo dispensatore di facili gioie. L'esofago  non  dà piaceri. Il ventricolo rare volte si compiace dei cibi
la vescica è molto distesa, il piacere però è leggero e  non  dura che pochissimi istanti. Tutti questi diversi piaceri
diversi piaceri che ho esaminati ad uno ad uno,  non  esistono quasi mai isolati, ma si combinano fra loro in
Un unico piacere, invece, per quanto intenso e importante,  non  ci dà nella sua storia che un'unica fibra della mente o del
quale si dovrebbe far sentire necessariamente lo scalpello.  Non  bisogna però credere di potere nei lavori intellettuali
che in un sublime delirio di fantasia si può immaginare.  Non  vi ha un'assoluta analisi, come non vi ha una sintesi che
si può immaginare. Non vi ha un'assoluta analisi, come  non  vi ha una sintesi che sia assolutamente tale. Il piacere,
piacere, studiato anche sotto il punto di vista più lato,  non  costituisce sempre che un lavoro di analisi, perchè esso
costituisce sempre che un lavoro di analisi, perchè esso  non  esiste da solo, e l'uomo che per studiarlo lo separa dal
con esso, eseguisce sempre un'operazione analitica.  Non  bisogna per questo scoraggiarsi: noi possiamo colla mente
mente uscire dai limiti del nostro orizzonte materiale, ma  non  possiamo pretendere di abbracciare il cosmo in un unica
dell'idea pura, vogliamo riposarci e chiudere il circolo,  non  possiamo riunire i punti estremi dell'indefinito che con un
mi parve più stretto, più asfissiante, più odioso che  non  mi fosse mai parso. I passeggieri dovevano esser discesi
I passeggieri dovevano esser discesi quasi tutti; eppure  non  si sentiva nessuno, come se quelle cento pareti di legno
si sentiva nessuno, come se quelle cento pareti di legno  non  racchiudessero che cadaveri. Non si udiva che la nenia
cento pareti di legno non racchiudessero che cadaveri.  Non  si udiva che la nenia lamentevole della negra, come un
d'una necropoli. E mi pareva che mi pesassero su l'anima  non  soltanto i miei, ma tutti i tedi, tutti i ricordi amari e
il mio stato d'animo, per dimostrare a me stesso che  non  c'era un perchè logico del veder tutto fosco quel giorno,
un'onda di torrente, e ne invadevano tutti i recessi. E  non  so quanto tempo stetti su questi pensieri; poi
casa mia di notte, - un via vai di lumi e di facce che  non  conoscevo, - un rantolo in una camera di cui non mi
facce che non conoscevo, - un rantolo in una camera di cui  non  mi riusciva di trovar la porta, - e poi mutata la scena in
 Non  credo necessario giustificare questa suddivisione, alla
necessario giustificare questa suddivisione, alla quale io  non  attribuisco alcuna importanza, ma che solo adotto come
trarrebbe a lunghe e inutili dissertazioni, e il mio libro  non  è che un semplice lavoro di osservazione e di analisi
però  non  m'annoiavo: un sentimento mi riempiva l'anima, nuovo e
sentimento mi riempiva l'anima, nuovo e piacevolissimo, che  non  si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al
giorni, sono diviso dall'universo abitato, son sicuro di  non  vedere altri miei simili che quelli che ho intorno, i quali
che nessun dolore mi verrà dal mondo esteriore, perchè  non  mi può giungere nessuna notizia da nessuna parte. Mille
nessuna mi può raggiungere. L'Europa si può sconvolgere, io  non  lo saprò. Venti giorni di orizzonte senza limite, di
purissima, verso un mondo sconosciuto, in mezzo a gente che  non  mi conosce. Prigioniero in un'isola, è vero; ma in un'isola
uomo in Europa o in America, tra i meno colti delle classi  non  affatto ignoranti, il quale nel naufragio delle memorie
ignoranti, il quale nel naufragio delle memorie scolastiche  non  ritrovi quel nome, e legati con quello altri ricordi
E si può ben sapere che la grandezza della città famosa  non  è più ora che nel suo nome; ma chi non la vide mai si
della città famosa non è più ora che nel suo nome; ma chi  non  la vide mai si avvicina con la mente così piena delle
la terra  non  spuntava! Ma già io non avevo più alcuna impazienza. Ed ero
la terra non spuntava! Ma già io  non  avevo più alcuna impazienza. Ed ero stizzito con me stesso
tanto sospirata, quell'imminenza dell'arrivo in America  non  mi destava più alcuna commozione. Era un altro fenomeno
del sentimento della curiosità e del piacere. Come se  non  mi rimanesse uno solo dei mille ardenti desideri con cui
desideri con cui ero partito, il pensiero della terra nuova  non  mi dava più che un senso di noia, accompagnato dalla
d'ogni giorno, come se quelle tre settimane di navigazione  non  fossero state per tutti uno dei periodi meno tristi della
uno dei periodi meno tristi della vita. Tanto che, per  non  vedere, m'andai a sedere nel camerino del Commissario, e vi
nel breve cenno fatto di questo museo dell'amore  non  trovate molto sentimento, non dimenticatevi che questa non
di questo museo dell'amore non trovate molto sentimento,  non  dimenticatevi che questa non è che la semplice topografia
non trovate molto sentimento, non dimenticatevi che questa  non  è che la semplice topografia dell'edifizio. Ma vi è il
persona amata che se stesso (Gioia rarissima, e della quale  non  si è potuto procurare, dopo infaticabili ricerche, che un
come per il N. 17.549). N. 753. Gioia di amare chi  non  ci ama. N. 753.300. Gioia di aspettare. N. 758.357.000.
nelle figlie di una donna amata i lineamenti di colei che  non  è più, o di colei che non è più nostra.
amata i lineamenti di colei che non è più, o di colei che  non  è più nostra.
altri che si potrebbero citare, la malattia della gioia  non  proviene mai dall'affetto di padre o di madre, ma da un
di padre o di madre, ma da un altro sentimento che  non  si trova in uno stato di perfezione, e che, contribuendo a
deficienza. Gli affetti generosi e nobili per se stessi  non  possono ammalarsi mai, se non degenerando e cambiando nome
e nobili per se stessi non possono ammalarsi mai, se  non  degenerando e cambiando nome e natura.
costituire un piacere, il quale si chiama negativo, perchè  non  si proverebbe se prima non si avesse sofferto un dolore
quale si chiama negativo, perchè non si proverebbe se prima  non  si avesse sofferto un dolore positivo. Il numero di questi
l'errore di questi filosofi. Il desiderio e il bisogno  non  sono sempre dolori, ma costituiscono soltanto
fra l'aspirazione e il godere è spesso sorgente di gioia, e  non  riesce spiacevole che quando si incomincia a disperare di
una musica deliziosa, i nostri sensi provano un piacere che  non  è sorto da alcun bisogno e che non è stato preceduto dal
provano un piacere che non è sorto da alcun bisogno e che  non  è stato preceduto dal minimo dolore. Il piacere ha molte
di una teoria artificiale, inganna se stesso, e mostra di  non  comprenderne la natura. I piaceri che provengono dalla
lentamente, guardando il mare -, sono embrioni di borghesi.  Non  afferrai subito il suo concetto. - Hanno il solo merito -
- Hanno il solo merito - continuò, senza guardarmi -, di  non  mascherarsi con la rettorica patriottica e umanitaria. Del
al parapetto, rivolto al mare. Poi rispose: - La terra,  non  la patria. - Non credo, - risposi. Egli scrollò le spalle.
rivolto al mare. Poi rispose: - La terra, non la patria. -  Non  credo, - risposi. Egli scrollò le spalle. Poi, senza
antica, idropica di vanità, priva d'ogni grande ideale,  non  amata nè temuta da alcuno, accarezzata e schiaffeggiata ora
ora dall'uno or dall'altro, come una donna pubblica,  non  forte d'altro che della pazienza del giumento. Dall'alto al
d'altro che della pazienza del giumento. Dall'alto al basso  non  vedeva che una putrefazione universale. Una politica
tormentato dal terrore segreto del prete; una filantropia  non  ispirata da sentimenti generosi degli individui, ma da
in alto. Una passione furiosa in tutti d'arrivare,  non  alla gloria, ma alla fortuna; l'educazione della gioventù
alla gloria, ma alla fortuna; l'educazione della gioventù  non  rivolta ad altro; ciascuna famiglia mutata in una ditta
E mentre l'istruzione popolare, una pura apparenza,  non  faceva che seminare orgoglio e invidia, cresceva la miseria
Detto questo, voltò il capo dall'altra parte. - Questa  non  è la verità gli dissi. - Dei disinganni che ci furon per
ed estirpato miracolosamente la miseria e il delitto.  Non  confrontiamo lo stato presente con l'ideale, da cui tutti i
usciti, in qualunque modo, ci deve confortare di tutto.  Non  mi rispose. Gli domandai se andava all'Argentina, se ci
se ci aveva dei parenti. Andava all'Argentina, e  non  ci aveva nessuno. Allora osservai per la prima volta che
Gli domandai se aveva fatto la campagna del sessantasei,  non  parendomi, per l'età, che potesse aver fatto quella del
ogni affetto in lui; ma lo scetticismo in cui era caduto,  non  era ignobile, perchè soffriva, e amava ancora il bene in
ignobile, perchè soffriva, e amava ancora il bene in cui  non  sperava più: erano rovine, ma d'un edifizio d'oro.
rovine, ma d'un edifizio d'oro. Compresi, peraltro, che  non  sarebbe mai entrato in relazione nè con me nè con altri, e
che fu per lunghi anni cronologia o racconto di vite reali,  non  è che per pochissimi scrittori eletti una pagina della
suo volume per la storia del piacere attraverso il tempo.  Non  c'è statistica nel piacere, perchè non v'hanno due gioie
attraverso il tempo. Non c'è statistica nel piacere, perchè  non  v'hanno due gioie uguali, nè simili, nè consimili. Le
uguali, nè simili, nè consimili. Le coscienze degli uomini  non  si possono nè sommare nè dividere; e la memoria, che è
anello che congiunge l'io dell'ieri coll'io del domani  non  ha saputo ancora ritrarre la fotografia intellettuale di
ritrarre la fotografia intellettuale di noi stessi, sicchè  non  possiamo confrontare esattamente due momenti della nostra
d'un avvocato, - egli solo, -  non  guardava nulla; anzi voltava le spalle al tramonto, e non
- non guardava nulla; anzi voltava le spalle al tramonto, e  non  alzava il viso verso il riflesso, come per far dispetto
trascuranza cri-mi-no-sa delle società di navigazione, che  non  si tenevano al corrente dei progressi dell'arte del
crepano, per colpa di chi li imbarca. Perchè le società  non  mettevano sui piroscafi il numero prescritto di salvavite?
sui piroscafi il numero prescritto di salvavite? Perchè  non  ci avevano che dieci lance, che bastavano appena a salvare
appena a salvare un quarto dei passeggieri? Perchè  non  esercitavano i marinai a costrurre in pochi minuti delle
in pochi minuti delle zattere di salvamento? Perchè  non  avevano delle pompe Gwyn? Perchè non adottavano il doppio
di salvamento? Perchè non avevano delle pompe Gwyn? Perchè  non  adottavano il doppio ponte del capitano Hurst? Perchè non
non adottavano il doppio ponte del capitano Hurst? Perchè  non  si provvedevano di life-boats del Peake e di sgabelli
questi piaceri sono fisiologici, cioè conformi a natura, e  non  diventano morbosi che quando vengono goduti a scapito delle
tutta la vita. I piaceri venerei goduti con saggia economia  non  fiaccano che per pochi momenti l'uomo, e non esercitano che
economia non fiaccano che per pochi momenti l'uomo, e  non  esercitano che un'influenza molto minore sulla donna. La
schiavi dei brutali piaceri della tavola, qualora la mente  non  abbia che pallidi bisogni. I piaceri del sesso hanno poi
dell'intelligenza o delle squisitezze del sentimento,  non  dedica ai piaceri sessuali che una piccola parte di se
amorose. La monotona e lurida stoffa della vita di molti  non  porta altre tracce che una serie più o meno interrotta di
Per fortuna, però, gli individui normali, equilibrati, che  non  eccedono nè nell'astinenza, nè negli abusi, sono l'assoluta
eminentemente volta alla riproduzione della specie,  non  fanno solo una fonte di godimento, e nemmeno la trascurano
verso le tre essa discese per  non  più risalire, ed essendo scomparsi quell'unica faccia
allungò la mano per chiudere la chiavetta, sia che questa  non  giocasse bene, o che per turbamento egli non la girasse per
sia che questa non giocasse bene, o che per turbamento egli  non  la girasse per il suo verso e la guastasse, il fatto è che
la girasse per il suo verso e la guastasse, il fatto è che  non  riuscì ad altro che a sprigionare un getto più forte, una
a chiudere, chè il bastimento calava a fondo. Ma questo  non  fu che un lampo che fece appena sorridere cinque o sei
volta a una stupida rappresentazione d'un teatro meccanico.  Non  era più tedio, ma una vera malinconia, che stringeva il
più tedio, ma una vera malinconia, che stringeva il cuore.  Non  si vedevan che facce allungate, fronti appoggiate sulle
occhi velati e immobili. La pianista sonava sul pianoforte  non  so che musica di funerale: il brasiliano venne a pregarla
la signora grassa singhiozzava nel suo camerino. Perchè?  Non  lo sapeva. Effetti del Capricorno. Anche una signorina
il primo, con ragione, che dall'osservatorio di Marsiglia  non  si potevan vedere del Centauro altro che due stelle, quelle
sono così calme e delicate, che la coscienza opaca di molti  non  le riflette che in un modo confuso. Per rimediare a questo
solo sentimento della propria dignità, e l'onore per lui  non  è che un sinonimo. Se anche fosse isolato dall'umanità
un sinonimo. Se anche fosse isolato dall'umanità intera,  non  si abbasserebbe mai di una linea, perchè egli rispetterebbe
rispetterebbe la propria immagine morale come cosa santa, e  non  potrebbe tollerare i rimproveri del proprio alleato. L'uomo
invece, ha bisogno dell'aiuto dell'umanità intera per  non  venir meno alla propria dignità; ha bisogno del terribile
ha bisogno del terribile spauracchio del disonore per  non  darsi vinto al primo cozzo d'armi. L'uomo elevato vede
d'oro e di gemme, ch'egli adora, sta un dio formidabile che  non  si può impunemente offendere. In questo modo egli ubbidisce
ad una potenza misteriosa che, curvandogli la cervice,  non  lo lascia guardare in alto, e il di cui nome basta a farlo
scompare del tutto. In questo modo può darsi che un uomo  non  si abbassi mai ad una viltà senza avere palpitato al
ha trovato già scritto nascendo, egli ha adorato un dio che  non  aveva mai conosciuto. Le leggi che regolano i piaceri della
dalla riparazione di un'offesa. La dignità e l'onore  non  possono mai transigere senza portare se stessi alla
producono una gioia calma, che il più delle volte  non  si fa sentire. Quando invece sono messi in pericolo di
e si riposano gioiosi sui loro altari. La nostra dignità  non  si compiace che delle grandi battaglie, mentre l'onore è
di aver provato queste gioie. Fortunatamente l'onore  non  è lettera morta che per pochissimi. L'uomo e la donna
i ripostigli della memoria, e il cercare nuovi quesiti per  non  ripetere sempre le stesse domande. E non, si tratta solo di
un barlume della conoscenza del fatto. E se il candidato  non  risponde, bisogna presentargli la domanda sotto un altro
insegnamento. I membri della Commissione esaminatrice, se  non  hanno una grande facilità a distrarsi, provano presto gli
gli effetti dell'esaurimento intellettuale. Chi assiste  non  può rimanere impassibile e si affatica anche lui per mille
vi sono dei raffronti, delle scene gaffe o tristi, che  non  lasciano mai riposare l'attenzione. E guai a chi si lascia
il più gravoso di tutti i doveri di un insegnante.  Non  vidi fino ad ora alcuno dei miei colleghi nell' Università
nell' Università di Torino, che al tempo degli esami  non  interrompa le ricerche, o almeno non rallenti per modo la
al tempo degli esami non interrompa le ricerche, o almeno  non  rallenti per modo la sua operosità, da considerarsi come
come sospeso il lavoro produttivo del suo cervello.  Non  conosco alcun collega così forte che dopo aver dato gli
in tutti i professori un cambiamento nel carattere, che  non  li rende certo nè più amabili, nè più allegri. Per
sulla materia che egli ha insegnato, e l'esame dura  non  meno di venti minuti per ciascuno studente. Nelle grandi
che avrebbero potuto campare onestamente in patria, e che  non  emigravano se non per uscire da una mediocrità, di cui
campare onestamente in patria, e che non emigravano se  non  per uscire da una mediocrità, di cui avevano torto di non
non per uscire da una mediocrità, di cui avevano torto di  non  contentarsi; ed anche molti altri che, lasciati a casa dei
lasciati a casa dei debiti dolosi e la reputazione perduta,  non  andavano in America per lavorare, ma per veder se vi fosse
che con moglie e figliuoli, ammazzandosi a lavorare,  non  riescono a guadagnare cinquecento lire l'anno, quando pure
tuberose nere, con le quaii, bollite nell'acqua,  non  si sostentano, ma riescono a non morire durante l'inverno;
quaii, bollite nell'acqua, non si sostentano, ma riescono a  non  morire durante l'inverno; e di quei mondatori di riso della
strumenti da lavoro, ipotecano le proprie braccia, e  non  potendo lavorar tanto da pagare il debito, rinnovano la
a una schiavitù affamata e senza speranza, da cui  non  hanno più altra uscita che la fuga o la morte. C'erano
senza camino, rischiarate da pezzi di legno resinoso,  non  assaggiando un pezzo di carne in tutto l'anno, se non
non assaggiando un pezzo di carne in tutto l'anno, se  non  quando muore per accidente uno dei loro animali. E c'eran
quando vi fossero obbligati per legge." Tutti costoro  non  emigravano per spirito d'avventura. Per accertarsene
e sanguinato prima di disertare il campo di battaglia.  Non  giovava nemmeno, per scemar la pietà, addurre antica accusa
settentrione essi prodigano tanto sudore sulla gleba che  non  sarebbe possibile di più, e più che proclamata, provata dai
quando si ricorderà che anche i contadini sono uomini.  Non  mi potevo levar dal cuore che ci avevano pure una gran
umano: tanti signori indolenti per cui la campagna  non  è che uno spasso spensierato di pochi giorni e la vita
e di trafficanti, che voglion far quattrini a ogni patto,  non  sacrificando nulla e calpestando tutto, dispregiatori
feroci degli istrumenti di cui si servono, e la cui fortuna  non  è dovuta ad altro che a una infaticata successione di
disputati da cento parti, per trent'anni continui, a chi  non  ha abbastanza da mangiare. E poi mi venivano in mente i
quando era vivo in molti il desiderio di farne un santo, e  non  c'è in essa una sola parola che ricordi i meriti immortali
natura. La religione e la fede avevano ecclissato le glorie  non  meno pure della fisiologia e della scienza.
e le patologiche. Chi rifugge dal solo odore del formaggio,  non  ha certamente diritto di chiamare patologico il piacere di
mentre gli avversari più accaniti del campo gastronomico  non  contendono che sul primato di cibi di puro lusso. Le
hanno sempre avuto adoratori e nemici implacabili. Ma essi  non  sono necessari per nulla alla vita dell'uomo, mentre le
L'avversione di interi popoli per alcuni cibi  non  è un fenomeno patologico; e l'abitudine soltanto rende
solo ad apparire dove esso è fornito da una sostanza che  non  può esser nutritiva. Le isteriche che sgretolano sotto i
dell'olfatto e quasi interamente di quello del gusto; egli  non  sentiva che il sapore dolce, per cui teneva sempre sulla
la minestra, il manzo, il salame ed ogni vivanda che  non  fosse dolce per se stessa.
i suoi casi patologici, ma quasi sempre l'elemento morboso  non  è nato in lui, ma gli è stato comunicato per contagio da
proverebbe sicuramente una gioia colpevole; ma in lei  non  sarebbe ammalato l'amore, bensì il sentimento della
del bello e del buono. Per eccesso le gioie dell'amore  non  possono mai essere morbose. Purchè questo elemento si
e della dignità, si può salire alle altezze più smisurate,  non  guadagnando che in grandezza e in bellezza. Così Dante per
 non  è una facoltà intellettuale primitiva, nè una forza
lo sguardo dell'intelletto, senza del quale la coscienza  non  riflette e la memoria non ricorda; è l'occhio del padrone
senza del quale la coscienza non riflette e la memoria  non  ricorda; è l'occhio del padrone senza di cui il lavoro dei
se esiste, o lo fa nascere, se la sensazione per se stessa  non  può produrre dolori. In alcuni casi la mente non soltanto
se stessa non può produrre dolori. In alcuni casi la mente  non  soltanto vede e guarda, ma osserva, scruta, sprofonda
che contempla; e allora si ha la riflessione, che  non  è altro che una varietà superiore di attenzione. La novità
di attenzione o di riflessione, per cui, in ogni caso,  non  essendo eguale il grado del lavoro mentale, riesce pur
curiosità, la quale, nel senso più ampio della parola,  non  è che il desiderio di conoscere: non la curiosità pettegola
ampio della parola, non è che il desiderio di conoscere:  non  la curiosità pettegola che s'interessa dei fatti altrui, ma
lavoro del protocollo è languido, e la mente che lo dirige  non  è molto attiva, il piacere non è prodotto che dalla novità
e la mente che lo dirige non è molto attiva, il piacere  non  è prodotto che dalla novità degli oggetti che arrivano.
allora si gode ad osservare. Nella compiacenza di imparare,  non  ci si accontenta di guardare e di marcare, si vuol
intendere benissimo. Nella gioia generale dell'imparare,  non  è assolutamente necessario l'esercizio della memoria; ma la
della memoria; ma la soddisfazione del bisogno di conoscere  non  basta. Il piacere nasce proprio nel momento in cui si prova
straccia, il piacere di aver imparato è già stato goduto.  Non  sempre la mente ha lo stesso desiderio di osservare e di
smania di conoscere, e i nervi afferenti più infaticabili  non  arrivano a somministrarle tanto lavoro che basti a
materia: ciò vuol dire che nelle trasformazioni chimiche  non  vi è perdita nè produzione di materia. I corpi possiamo
e più forti siano le operazioni chimiche della natura,  non  si distrugge e non si crea nulla nel mondo. La materia nel
le operazioni chimiche della natura, non si distrugge e  non  si crea nulla nel mondo. La materia nel suo peso rimane
formano una catena continua la quale si ramifica, ma  non  si interrompe mai, cominciando dalle forme degli aniniali
È uno scritto dotto e che si legge volentieri anche da chi  non  partecipa alle idee dell'autore. L'abate Rosmini finisce
opinioni quante vigilie, quanti sudori, quante meditazioni  non  costarono ai più alti e nobili ingegni! Eppure cercando
Eppure cercando tutti la medesima cosa, per molti secoli,  non  riuscì loro di pervenire ad uno accordo, quasi che mentre
mentre il vero unisce gli uomini, la scienza li divida."  Non  credo sia giusto sollevare il dubbio che la scienza ci
di critica, è la fiducia piena e cieca nelle ipotesi che  non  hanno un fondamento nella esperienza. Le dottrine attuali
spiritualisti ammettono che l'anima sia una sostanza che  non  ha nessuna proprietà del corpo e della materia, che non ha
che non ha nessuna proprietà del corpo e della materia, che  non  ha estensione nè forma, che nasce col corpo dell'uomo ed è
psichici sono una funzione del cervello. Con ciò essi  non  affermano di conoscere la natura del pensiero: ma non
essi non affermano di conoscere la natura del pensiero: ma  non  rinunziano alla speranza di riuscirvi: e messi nell'
conservazione dell'energia, accettano quest' ultima. E  non  è possibile fare altrimenti, se pure siamo convinti che
e delle trasformazioni che hanno luogo nel cervello.  Non  possiamo scegliere come guida una dottrina che la mente
di una così immateriale su di una materiale e viceversa.  Non  possiamo nello studio della psicologia accettare una
ad un fisiologo una prova inoppugnabile che nel cervello  non  vi è nulla di immateriale e di incorporeo che funzioni,
è nulla di immateriale e di incorporeo che funzioni, egli  non  sa darla; ma giudicando per analogia, mettendo a raffronto
La probabilità almeno è così grande che per poco  non  tocca la certezza. Nei suoi Saggi sull' intendimento umano,
abbiamo una decisione chiara ed evidente della ragione,  non  possiamo essere obbligati a rinunciarvi per abbracciare
sotto pretesto che sia materia di fede: poichè la fede  non  può avere alcuna autorità contro le decisioni chiare ed
primordiali sono impenetrabili, e che la mente dell'uomo  non  è fatta per comprendere l’origine della materia e
le leggi alle quali è soggetto un fenomeno. La fisiologia  non  riconosce le divisioni artificiali delle scuole e delle
con confini vaghi, che spesso la debolezza della vista  non  consente di discernere donde vengano o dove s'indirizzino,
di discernere donde vengano o dove s'indirizzino, e  non  sa nemmeno determinarne l'individualità. Nel regno dei
coscienza, per quanto ci avverta dei fenomeni della mente,  non  sa guidarci a studiarli nè a riconoscerne l'origine o la
in modo netto e preciso. Vi sono molti uomini che  non  possono intendere questo fatto, perchè non sono mai capaci
molti uomini che non possono intendere questo fatto, perchè  non  sono mai capaci di isolarsi per un solo istante dal mondo
e guardandosi nello specchio della propria coscienza,  non  hanno potuto mai vedere e sentire il loro io nudo, isolato,
però studia ancora gli strumenti, gli organi e le parti, ma  non  vede ancora l'assieme del meccanismo, non distingue l'unità
e le parti, ma non vede ancora l'assieme del meccanismo,  non  distingue l'unità umana. Solo per il lampo di un secondo si
di tulle le forze fisiche e morali. Più in là  non  si può andare. Quel punto è indivisibile e noi non possiamo
in là non si può andare. Quel punto è indivisibile e noi  non  possiamo averlo davanti alla nostra coscienza che come il
separato il sentimento dall'intelletto; ma, sgraziatamente,  non  è così. La voragine non esiste, e una comune vegetazione,
ma, sgraziatamente, non è così. La voragine  non  esiste, e una comune vegetazione, crescendo sui confini dei
comune vegetazione, crescendo sui confini dei due mondi,  non  ci permette nettamente di determinarli. Quando noi siamo
ma se cerchiamo il muro di cinta del delizioso giardino,  non  lo possiamo trovare; e, quando intenti alla differenza
trovarci già nel regno della mente; ma questi fiori  non  crescono però che nelle regioni calde... Qui fa troppo
siamo ancora nei giardini del cuore; ma è impossibile:  non  vedete i larici e gli abeti? Pur troppo è così: i
però nella sensazione specifica propria di questo senso.  Non  tutti i sapori sono piacevoli: in generale, le sostanze che
Rarissime voile si accorda coll'amaro e col grasso. L'amaro  non  è piacevole che per pochissimi, e quasi sempre soltanto nei
pochissimi, e quasi sempre soltanto nei suoi infimi gradi.  Non  è gustato, in generale, che dai palati severi degli uomini
che dai palati severi degli uomini adulti. Il salato  non  piace che ne' suoi gradi minori; s'accorda in generale con
i loro caratteri fisici. È amato da quasi tutti. L'acido  non  piace che nei gradi infimi; s'associa molto bene al dolce,
È preferito dai malati che amano il dolce. Il grasso  non  piace quasi mai da solo, e in generale i piaceri ch'esso
sono rialzati da sensazioni tattili o da sapori forti.  Non  si conoscono leggi che ne regolino la preferenza, ma pare
al precedente si ha della forza della sensazione, la quale  non  può essere piacevole che quando i nervi sono capaci di
una schiera innumerevole di piaceri più o meno intensi, che  non  si possono nè definire, nè classificare, e che,
le ore passarono, e la terra  non  spuntava. Il cielo era sparso di nuvole, ma l'orizzonte
gente che aveva avuto tanta pazienza per tre settimane,  non  ne rimaneva più un briciolo per le ultime ore. E molti già
ore. E molti già s'indispettivano e si lagnavano. Come mai  non  si vedeva nulla? Gli ufficiali avevan dunque sbagliato i
i calcoli? La terra si sarebbe già dovuta vedere. Oramai  non  saremmo più arrivati in giornata. E Dio sa quando si
guardandolo di mal occhio. Molti, anzi, affettando di  non  creder più che s'arrivasse, scrollavan le spalle e
tutti fissavano gli occhi su di lui, in grande silenzio; e  non  ricominciava il mormorìo se non quando era tolta ogni
lui, in grande silenzio; e non ricominciava il mormorìo se  non  quando era tolta ogni speranza dall'atto d'indifferenza con
con cui egli riabbassava lo strumento. Egli però  non  si moveva dall'estremità, del terrazzino; il che faceva
più pallida in viso, e più sfinita che gli altri giorni; ma  non  più triste; anzi più accesa e più vivente negli occhi, che
più triste; anzi più accesa e più vivente negli occhi, che  non  l'avessi mai vista, e con un'espressione di bontà
le conversazioni andavano pigliando una tinta verdognola, e  non  si dicevano contro il comando le sciocchezze piccose degli
piaceri dell'onanismo  non  sono così intensi al senso ed all'intelletto come quelli
ai solitari piaceri, inducano un perturbamento generale che  non  si ha nella copula. Questo argomento, come il precedente, è
La facilità di ripetere gli atti lascivi dell'onanismo  non  vale a spiegare gli effetti di un'unica polluzione manuale,
nel contatto dei due sessi è puramente gratuita, sebbene  non  si possa negare interamente. Un'opinione probabile su
sforzo sproporzionato per ottenere il delirio del piacere,  non  trovandosi mai nell'orgasmo naturale, il quale non può
piacere, non trovandosi mai nell'orgasmo naturale, il quale  non  può aversi che nel contatto dei due sessi. Nella copula
coito fiacca tanto meno, quanto più sospirato è l'amplesso.  Non  è improbabile ancora che, in questo terribile conflitto di
si compensino a vicenda. In ogni modo tale questione  non  è ancora sciolta, ed essa deve essere studiata
molta luce sulla misteriosa azione del sistema nervoso.  Non  meno della masturbazione è da lamentare Il congiungimento
per l'organismo. Altrettanto avviene pei congiungimenti  non  naturali fra uomo e donna: l'usare la lingua e la bocca, al
venuto formando un cerchio d'antipatie e di rancori che  non  le davan più pace. Tutti gli spasimanti non guardati o
di rancori che non le davan più pace. Tutti gli spasimanti  non  guardati o ributtati con uno sguardo o con un atto di
a mettere in giro a suo carico ogni specie di calunnie.  Non  si può dire la sudiceria dei discorsi che le si tenevano
ad alta voce, provocando delle risataccie insolenti, di cui  non  le poteva sfuggire il significato. Era un vero fiore in
a faccia aperta, le avrebbero messo le mani addosso,  non  per altro che per avvilirla, se non fosse stato il timore
messo le mani addosso, non per altro che per avvilirla, se  non  fosse stato il timore delle autorità di bordo. Il cuoco
di bordo. Il cuoco medesimo era diventato furioso, e  non  mostrava più al finestrino che la faccia terribile d'un
di terza, coi capelli rossi e il viso cruscoso, ch'egli  non  curava. La sua passione, cresciuta flno all'istupidimento,
la sintesi relativa, risalta evidente che il piacere  non  è altro che uno stato di sodisfazione, di compiacimento ed
o da un eccitamento interiore. Abbiamo visto che il piacere  non  è da considerare soltanto quale prodotto della sensibilità
raggiunto, e la raffinatezza e nobiltà del nostro sentire,  non  possono che elevarci dal campo della sensualità, procurarci
direttamente e più intensamente il cuore e la mente.  Non  è il caso, però, di macerare il corpo e assoggettarlo alle
di una vita puritana o di quella ultraterrena. E ciò perchè  non  è consigliabile nè possibile scindere e separare i tre
umana: senso, sentimento e intelletto; e soprattutto perchè  non  si può troncare la piena coordinazione e associazione fra
così lo è pel suo sistema nervoso, e un piacere  non  potrà mai essere esclusivamente fisico, senza interessare,
Perciò, dicendo di elevarsi dal dominio dei sensi,  non  significa affatto rinunciare ai piaceri che essi possono
esseri, sino ai bruti e ai tipi primordiali monocellulari,  non  si vorrà che l'uomo, posto dalla natura al sommo della
osservazione. È da ritenere pertanto che i piaceri fisici  non  possono, nè debbono essere trascurati, perchè essi
 Non  solo l'ammirazione, ma anche la gratitudine mi condusse a
d'Orazio: Mario Rapisardi, gloria vivente d'Italia, che io  non  avevo mai conosciuto di persona. E' una dolce commozione,
di quelle che avevo immaginato. Benché malato, egli  non  dimostra i suoi sessantatre anni: è ancora diritto nella
frase ampio e sonante, accusato di magniloquenza rettorica,  non  ha ombra d'affettazione né di linguaggio né di modi; il
sanguinante, come cose d'un tempo remotissimo, delle quali  non  gli resti più' traccia nell'animo, ma soltanto nella
bronzo che gli era stato eretto nel giardino Bellini, e che  non  si potè più ritrovare: impresa compiuta senza dubbio da
e del poeta. Eppure un'infermità nervosa, d'indole  non  ben definibile resistente a ogni cura lo tiene da anni
- Un sepolto vivo - egli chiama se stesso. Ma tale  non  è chi ha ancora intera come nei più begli anni la potenza
come nei più begli anni la potenza del pensiero, benché  non  più resistente a lunghi lavori, né chi si vede e si sente
ma l'addio fu triste. Pensavo che forse dalla Sicilia egli  non  si sarebbe mosso più mai e che in Sicilia io non sarei
egli non si sarebbe mosso più mai e che in Sicilia io  non  sarei forse mai più ritornato. Lessi nei suoi grandi occhi
- La mia risposta fu l'espressione d'una speranza che  non  avevo nel cuore. Ci baciammo come si baciano due amici che
sia la natura del pensiero  non  sappiamo, ed il meglio sarebbe di non parlarne: ma la
natura del pensiero non sappiamo, ed il meglio sarebbe di  non  parlarne: ma la fisiologia, come disse Du Bois-ReymondReden
nella quale siamo obbligati a parlare anche di cose di cui  non  sappiamo nulla." Nella scuola di fisiologia parliamo di
scuola di fisiologia parliamo di molti organi, dei quali  non  conosciamo la funzione, per esempio la milza, il timo, la
le capsule soprarenali, e di tante altre cose delle quali  non  sappiamo dir nulla di positivo e ci contentiamo di
ascolta, che la verità intera ci è sconosciuta ancora e che  non  facciamo che avviarci a conoscerla. Così noi siamo convinti
una trasformazione dell'energia, ma la prova palpabile  non  possiamo ancora darla. Il principio di causalità è
e uno strato fisico nelle cellule cerebrali. Fino ad oggi  non  conosciamo il meccanismo col quale le cose esterne riescono
cancellano, e bisogna di quando in quando ritoccarli perchè  non  scompaiano del tutto. La continuità delle rimembranze,
eccitazioni del mondo esterno, la memoria persistente,  non  mai interrotta, che gli stati psichici e le emozioni
appena penso ad un animale che si move, ad un organismo che  non  è più un automa, e appena vedo che egli sa adattarsi
che noi chiamiamo la coscienza; è il contenuto  non  il contenente che ci lascia l'impressione del nostro io.
rassomiglianza colle curve volontarie. La rassomiglianza  non  può essere completa, perchè i pesi che solleva il muscolo
troppo forte, che avrebbe fatto male, e della quale  non  ho voluto servirmi per quanto io potessi contare
Se il tipo personale della fatica rimane identico, quando  non  vi partecipa la volontà, vuol dire che l'influenza psichica
vi partecipa la volontà, vuol dire che l'influenza psichica  non  esercita un' azione preponderante e che la fatica può anche
eccitabilità e dalla energia dei centri nervosi. Il muscolo  non  è un organo che obbedisce come uno schiavo agli ordini nei
come uno schiavo agli ordini nei nervi, perchè questi  non  possono esaurire l’energia del muscolo in una maniera
riconoscere, che la funzione dei muscoli è per se stessa  non  meno complicata, e che i mutamenti che succedono nello
la gloria  non  ha che un solo manto riservato al genio, l'ambizione tiene
umano. Questa passione è meno elevata della prima, e  non  è così pura, perchè ha sempre in sè qualche elemento
gloria mira all'immortalità e misura la propria grandezza,  non  l'altrui piccolezza. L'ambizione invece ha per prima mira
roccia. L'uomo avido di gloria si indirizza alla verità e  non  si accontenta che di un premio meritato, mentre l'ambizioso
anche nella solitudine di una biblioteca; mentre i secondi  non  brillano che nel turbine dell'azione e del comando.
merito. D'ordinario egli è un vero monomaniaco, in cui  non  domina che una sola facoltà, per la quale tutte le altre
domina che una sola facoltà, per la quale tutte le altre  non  sono che strumenti o mezzi. Egli è, colla stessa
e diventa un vero parossismo, una vera frenesia, che  non  riposa che nella tomba. L'ambizioso spasima di gioia al
spasima di gioia al primo onore che raggiunge, ma  non  si arresta un solo istante; guardandosi intorno per
e l'ambizione sono le passioni che sorgono con la ragione e  non  tramontano che insieme alla vita. Nella giovinezza esse
e dell'ambizione. Il genio può creare una civiltà, ma  non  vi si assoggetta; mentre l'ambizione cresce sempre più
essa rappresenta un complesso di ragioni e di effetti,  non  ultimo dei quali è l'agiatezza. Si vede al nostro tempo i
Si vede al nostro tempo i popoli settentrionali  non  invidiare più ai meridionali le glorie della poesia, della
è però sempre così grande che nel maggior numero dei casi  non  si può confondere l'ingegno di un francese con quello di un
del popolo italiano, che anche nella folla più fitta  non  urta mai nessuno. Non crediate però che questo provenga da
che anche nella folla più fitta non urta mai nessuno.  Non  crediate però che questo provenga da cattiveria o da
è da noi buono di cuore come in qualunque altro paese.  Non  vi scansa perchè non può. Il suo cervello non lavora
cuore come in qualunque altro paese. Non vi scansa perchè  non  può. Il suo cervello non lavora abbastanza rapidamente per
altro paese. Non vi scansa perchè non può. Il suo cervello  non  lavora abbastanza rapidamente per poter dare un ordine
che gli viene innanzi improvvisamente nel suo campo visivo.  Non  può cambiare con sveltezza la direzione: ciò riesce facile
giù dalle montagne e dalle colline lontane, dove la turba  non  è stretta e pigiata in piccolo spazio. L'italiano invece
che pure ci superano in tante altre cose più importanti,  non  possono rivaleggiare coi più abili tiratori della razza
vita provano in qualche momento il piacere di imparare, ma  non  tutti provano il piacere di osservare. Vi sono cognizioni
entrando spontanee nella nostra mente per mezzo dei sensi,  non  costano la minima fatica; per cui esse possono esercitare
esige sempre una tensione particolare che stanca e  non  diverte le menti piccine. Tutti possono guardare e
dall'acquisto delle cognizioni. Anche il fanciullo che  non  sa leggere e che non ha ricevuto ancora il minimo aiuto da
cognizioni. Anche il fanciullo che non sa leggere e che  non  ha ricevuto ancora il minimo aiuto da una mano educatrice,
quasi sempre un piacere che la debolezza dell'attenzione  non  gli permette di gustare che in modo debole e fugace. I
coll'avanzar dell'età, e la fame rabbiosa delle cognizioni  non  si rallenta alquanto che nella vecchiaia. Le calme gioie
scoperte che si vanno facendo, le quali nella loro essenza  non  sono che cognizioni nuove, che noi abbiamo il merito di
di Leibnitz. Chi osserva estatico in un microscopio  non  può esprimere la stessa gioia dell'altro che contempla il
moto delle stelle. Nell'analisi dei piaceri intellettuali  non  si possono tracciare che confini molto estesi e figure
è servo del cuore, ed è uno strumento che per se stesso  non  ha la minima responsabilità, potendo servire a coltivare il
sempre misurato dall'affetto che lo ispira, e per se stesso  non  può meritare nè premio nè pena. Questo in faccia alla
in una parola curiosi, e allora il piacere che si prova  non  è colpevole, ma morboso. La curiosità può essere una
le più insulse del mondo. È questa una passioncina che  non  esce mai dalle proporzioni dei pigmei, ma che è esigente
ne peccano più di noi, ma anche nel nostro sesso i curiosi  non  mancano sicuramente. Del resto questa malattia della mente
questa malattia della mente è così leggera, che, quando  non  conduce a indiscrezioni e a brutali sfregi della
di S. Domenico e di S. Ignazio. Casto, temperante, crudele,  non  ha mai veduto nella religione cattolica che gli abusi
il thè e il pudding sono sempre squisiti; la bibbia  non  manca mai al suo posto. I giovani del negozio sono
all'Opèra. Il suo buon gusto nel vestire è sempre lodato;  non  ha mai ricevuto un'offesa all'amor proprio, nè ha mai
ha mai supposto che si possa dormire fra altre lenzuola che  non  siano di tela di Olanda. Ella è felice. VI. - Chiang-fou,
capannuccia, dove si richiude con una pipa e dell'oppio;  non  ne esce che per lavorare due ore e comperare altro oppio.
succo del papavero. Egli è felice. VII. - W., nato re,  non  ha mai dubitato degli elogi dei suoi cortigiani, nè mai ha
lieto nel circolo della famiglia e contento sul trono, egli  non  ha mai guardato con desiderio la carta geografica
45, a cui nel passaporto i più acuti impiegati di polizia  non  hanno saputo denotare i lineamenti che colla parola di
scienza araldica, gode della confidenza del suo sovrano;  non  ha mai steso, neppure per distrazione, la mano ad uomo che
ha mai steso, neppure per distrazione, la mano ad uomo che  non  avesse gli otto quarti nobiliari. Ha sempre una cravatta
una cravatta ben dura, e la spina dorsale elasticissima.  Non  ha mai pianto perchè non ha mai sofferto; non ha mai riso
e la spina dorsale elasticissima. Non ha mai pianto perchè  non  ha mai sofferto; non ha mai riso perchè il riso secondo lui
Non ha mai pianto perchè non ha mai sofferto;  non  ha mai riso perchè il riso secondo lui è plebeo. Egli
plebeo. Egli sorride sempre a tutti e per tutto. Perchè mai  non  sarebbe felice? X. - Vincenzo Nardi di Milano, figlio di
per giuocare alla morra e per tracannar litri senza numero.  Non  ha mai dubitato di sè, nè degli altri. La sua forza non gli
Non ha mai dubitato di sè, nè degli altri. La sua forza  non  gli è mai venuta meno; spera di serbare qualche quattrino
primo buongustaio di gin che calpesti il suolo britannico.  Non  ha mai amato nessuno ed ha odiato tutti. Egli è felice.
nel lusso, in un'atmosfera di morale e di religione,  non  ha mai letto libro che non fosse santo, nè mai udito una
di morale e di religione, non ha mai letto libro che  non  fosse santo, nè mai udito una parola che potesse offendere
e lo amò. Unita a lui per sempre, ne vide mille altri e  non  gli parvero che uomini, mentre suo marito è un angelo. Fra
ma la fatica è un sentimento ed un fenomeno interno, che  non  presenta delle note caratteristiche e dei rilievi
anche indicare il più ed il meno con degli aggettivi, ma  non  possiamo paragonare la esattezza di queste espressioni,
il peso e la misura: sono le sfumature e le gradazioni che  non  possiamo esprimere, sono le piccole differenze che non
che non possiamo esprimere, sono le piccole differenze che  non  sappiamo apprezzare nel loro giusto valore; e più che tutto
sappiamo apprezzare nel loro giusto valore; e più che tutto  non  possiamo trasportare l' espressione di questi fenomeni
e qualche cosa di più vago, e di più indecifrabile, che  non  sia il dolore locale prodotto dalla fatica muscolare. Una
complicazione nasce pure da ciò, che la fatica nervosa  non  agisce in tutti allo stesso modo, cosicchè non si può mai
nervosa non agisce in tutti allo stesso modo, cosicchè  non  si può mai essere certi quando parliamo ad un altro delle
causa, posso supporre che siano eguali in entrambi, ma  non  ho alcun dato per affermarlo. Così è della fatica
dato per affermarlo. Così è della fatica intellettuale, che  non  dobbiamo guardare quanto lavorano gli altri, ma quanto
fredda ad uno e calda ad un altro. Gli organi interni noi  non  li sentiaino. Capita spesso che delle persone anche
dei visceri nella cavità dell'addome e del torace. Questo  non  deve meravigliarci, perchè fino a che non si infiammano gli
torace. Questo non deve meravigliarci, perchè fino a che  non  si infiammano gli organi interni, i loro nervi non
a che non si infiammano gli organi interni, i loro nervi  non  raggiungono il grado di sensibilità che è necessario ad
invece la differenza di temperatura succede poco per volta  non  ci accorgiamo neppure di una differenza di un grado e
capita nella febbre, dove senza adoperare il termometro  non  sappiamo dire con esattezza quanto sia il calore interno.
affatto inosservato alla vittima: come certi veleni che  non  hanno sapore possono introdursi furtivamente nell'
raggiunsero tutti gli animali nella lotta per l'esistenza.  Non  dobbiamo quindi meravigliarci se i fatti psichici sono meno
internamente, perchè l'organismo nostro funzionando  non  dà troppa molestia al sistema nervoso, tutto intento alla
mezzo dei reni. Se questi detriti si accumulano nel sangue,  non  ci sentiamo stanchi; quando oltrepassano il limite
a misura che lo esamineremo. Intanto sappiamo che la fatica  non  è prodotta unicamente dalla mancanza di qualche cosa, che
nelle vene il sangue di un altro cane qualunque, e  non  si modifica punto nè il respiro nè il battito del cuore,
punto nè il respiro nè il battito del cuore, insomma  non  succede nulla in esso che meriti d'essere notato. Ma se
(anche solo per due minuti), il sangue di questo cane  non  sara più normale. Iniettando questo sangue nelle vene di un
respiro, e il cuore si mette a battere più rapidamente. Ciò  non  dipende dall' acido carbonico, ma da sostanze che hanno
sangue in contatto coll'aria in modo da renderlo arterioso,  non  perde questa sua azione di modificare il respiro ed il
che derivano dalle trasformazioni chimiche delle cellule,  non  è nuovo. Furono specialmente i fisiologi Pflüger, Preyer e
a dargli fondamento. Ma siamo ancora sempre al principio e  non  sappialno dir nulla di preciso sulla natura di queste
e la questione è tanto complessa e controversa che io  non  mi cimento certo a fare un cenno dello stato in cui trovasi
alcune osservazioni delle più semplici. Quando uno che  non  sia abituato agli alcoolici, beve la sera un bicchiere di
per un bicchiere di vino, ed una tazza di caffè o di thè  non  li lascia dormire tutta la notte. Le medesime differenze
robustissimi, all'esame della classe, dovendo dar prova di  non  essere analfabeti per ottenere il congedamento anticipato,
da Santo Ufficio." Certo il lavoro col cervello, per chi  non  è abituato, deve riuscire più faticoso del lavoro coi
la forza del loro cervello. Uno di questi gli disse di  non  fargli tante domande senza dargli il tempo di riposarsi per
Anche la lettura dei giornali e dei romanzi le stanca.  Non  scrivono più lettere, non si occupano d'affari e non vanno
giornali e dei romanzi le stanca. Non scrivono più lettere,  non  si occupano d'affari e non vanno neppure in conversazione,
Non scrivono più lettere, non si occupano d'affari e  non  vanno neppure in conversazione, perchè se devono fare un
che riuscirono a superare l' esame di licenza e dopo  non  ebbero più la testa per continuare gli studi all'
un'eccellente impressione; poi tutto d'un tratto tacque,  non  dando più nulla alle stampe, e non fece più parlare di sè.
d'un tratto tacque, non dando più nulla alle stampe, e  non  fece più parlare di sè. Seppi che soffriva spesso mal di
che egli si stancava pure alla lettura di poche pagine. Che  non  era un difetto degli occhi che aveva sanissimi, ma una
resto faceva delle lunghe passeggiate e stava bene; e se  non  fosse stata quella progressiva impotenza al lavoro, e la
di veder improvvisamente troncate le sue speranze,  non  avrebbe avuto di che lamentarsi. lo lo confortai dicendogli
se il lavoro del cervello gli costasse più fatica, che  non  gli fosse costata nell’età sua migliore. Egli mi raccontò
pensiero scientifico affaticargli più la mente, e a questo  non  gli dovevano più bastare le forze del cervello. Egli mi
per se stesso l'intelletto ci procura pochi dolori, i quali  non  arrivano quasi mai a tale forza da procurarci un piacere
di una sventura che può interessare; ma nel cuor suo egli  non  soffre la minima tortura morale, per cui la fede non
egli non soffre la minima tortura morale, per cui la fede  non  troverebbe alcuna ferita da rimarginare, alcuna piaga da
il quale può esser vivissimo in un uomo mediocre che  non  avrà mai la fortuna di scoprirne una sola, e può trovarsi
nella nostra opera riusciamo difficilmente allo scopo, o  non  possiamo raggiungerlo. Allora l'offesa del nostro amor
provano in questi casi un piacere che, probabilmente,  non  avrebbero goduto senza il dolore che l'ha preceduto. È
è maggiore il salto della sensibilità. Dal massimo dolore  non  si può passare al più piccolo grado di piacere senza un
appena piacevole od anche indifferente. Questa legge però  non  si verifica che quando il piacere e il dolore, che
punto dal dolore. Così chi è tormentato dal dolor di denti  non  può sicuramente rallegrarsi dinanzi allo spettacolo più
appena sopportabile, quantunque lo stato in cui si trova  non  potrebbe piacere a chi fosse interamente sano. Il piacere e
positivi, incontrastabili e nei quali credono tutti,  non  sono che idee relative. Se l'uomo si trovasse sempre nello
verissimo che l'uomo  non  può oltrepassare d'una linea l'orizzonte ristretto che lo
d'una linea l'orizzonte ristretto che lo rinserra, e  non  può creare un solo elemento che non gli sia venuto per
che lo rinserra, e non può creare un solo elemento che  non  gli sia venuto per mezzo dei sensi; ma può arrivare a
quasi con le vere creazioni. A questi voli della fantasia  non  si arriva però che in una vera febbre della mente, che si
vero e reale ciò che si è rappresentato dalla fantasia,  non  è colpa di questa sublime pittrice, la quale non vende i
fantasia, non è colpa di questa sublime pittrice, la quale  non  vende i suoi quadri per oggetti reali. L'errore sta nella
La fantasia ci diverte colle sue splendide immagini, ma  non  ci consiglia di sostituirle agli oggetti reali; essa è
e oscilla anzi spesso sui confini del delirio, per cui  non  può ragionare, nè gareggiare col criterio logico. Essa è
mente analitica, essi divengono padroni della fantasia, e  non  se ne fanno schiavi che per qualche istante, come si può
al punto di illuderci sulla realtà di un affetto che  non  esiste in concreto. È in questo modo che alcuni uomini
all'altro dalla volontà, mentre il fuoco dell'affetto  non  può essere spento dalla mente. Si può avere la fantasia più
possa rassomigliare assai a un sentimento nelle sue forme,  non  gli si avvicina mai nella sostanza.
marito rispondeva basso, a intervalli, con rassegnazione: -  Non  è vero, non è vero, non è vero. - Ma incalzando sempre più
basso, a intervalli, con rassegnazione: - Non è vero,  non  è vero, non è vero. - Ma incalzando sempre più e
a intervalli, con rassegnazione: - Non è vero, non è vero,  non  è vero. - Ma incalzando sempre più e inasprendosi l'accusa,
un'ora la stessa parola, per paura che il silenzio assoluto  non  le tiri addosso di peggio. Ma tutt'a un tratto si riscosse,
donna che li può ferire a morte in quell'unico affetto.  Non  mi parea possibile che a quella supplicazione miseranda non
Non mi parea possibile che a quella supplicazione miseranda  non  rispondesse la voce della moglie impietosita, e tesi
la voce della moglie impietosita, e tesi orecchio....  Non  udii risposta. Scricchiolarono le assicelle d'una cuccetta:
rivoltella. Ma lei continuava a tacere. Quel disgraziato  non  aveva neppure più il conforto d'essere creduto capace d'un
e al chiarore incerto del lume a bilico riconobbi l'agente.  Non  intesi bene le sue prime parole perchè badavo al mio
spossato, e il colpo d'una mano sopra la fronte. L'agente  non  s'avvide di nulla. Aveva ben altro pel capo. Veniva a
spagnuola, - dissi. Per l'appunto, la grammatica spagnuola;  non  era altro; ma battevano troppo spesso sul paragrafo delle
da camera, con salti e rotoloni; un monte di monellerie che  non  si sarebbero immaginate mai a vederli di sopra, con quella
quand'era fresco. Intanto gli toccava di galoppare. Ma  non  aveva perso il suo tempo. Uscendo dal camerino aveva visto
un fantasma bianco, e riconosciuto la signora svizzera; ma  non  gli era riuscito di scoprire dove si fosse rimbucata, non
non gli era riuscito di scoprire dove si fosse rimbucata,  non  essendo possibile dall'argentino dell'occhialetto, perchè
notte stava sempre di guardia al crocicchio dei corridoi,  non  ci doveva star soltanto per sorvegliare il suo Ruy Blas, ma
ma anche per proteggere le scappate di lei, chè altrimenti  non  sarebbe stato credibile che le passasse sui piedi con tanta
quando qualcuno passava; ma chi fosse questo qualcuno  non  aveva ancora potuto scoprire, perchè sempre, quando aveva
giovane volpe era così pronta a raccogliere lo sguardo, che  non  gli era riuscito mai di coglierne la direzione. Oh! una
Ma qualche cosa c'era, e avrebbe indagato ancora. E  non  avevo inteso la novità? Avevano mandato in fretta a
con molto scandalo della ragazza; quando pure lo scandalo  non  era peggio; il che accadeva tutte le volte ch'essa mandava
il marito su, a studiare il cielo stellato, e nel camerino  non  restava sola. Ci doveva essere di balla qualche persona di
doveva essere di balla qualche persona di servizio; oramai  non  si parlava d'altro a poppa; era una cosa che non poteva
oramai non si parlava d'altro a poppa; era una cosa che  non  poteva durare; il signor comandante avrebbe dovuto metter
e anche a quell'altro o a quegli altri, chè il bastimento  non  era quello che credevano, e che avrebbe fatto rispettare la
degli assediati sfiniti, dicendo con gli occhi che  non  era sua colpa se non poteva fare di più in sollievo
sfiniti, dicendo con gli occhi che non era sua colpa se  non  poteva fare di più in sollievo dell'umanità sofferente, ma
sul serio con l'argentino; ma il tenore e il toscano  non  erano abbandonati, e il Perù pareva che stesse per entrare
ed accrescere i tesori delle gioie concessi dalla natura,  non  è per se stesso colpevole, e costituisce una vera arte, che
con tutte le altre, che ci ispira e dirige, ma che finora  non  è stata individualizzata. In ciò l'occhio acuto
in cielo ed in terra. La civiltà ne' suoi sforzi generosi  non  ha altro scopo che di diffondere il piacere lecito e onesto
la manìa dell'utile che divora il presente secolo  non  è indirizzata che a generare e a diffondere il piacere; le
piaceri. Siccome però il cuore ci insegna che il piacere  non  deve essere l'ultimo e unico scopo della vita, noi non
non deve essere l'ultimo e unico scopo della vita, noi  non  abbiamo il coraggio di confessare la nostra fame ingorda di
il numero e la squisitezza dei piaceri, l'umanità pudica  non  ha ancora formato una parola per esprimere l'arte del
tratto di delicatezza ci onora altamente, provando che, se  non  sappiamo raggiungere l'alta cima della perfezione, sappiamo
si può dire veramente creata dall'uomo, perchè in natura  non  si può parlare di armonia e di melodia, sebbene esistano i
Il piacere ha in sè la propria ragione fisiologica, per cui  non  è che un momento della vita prestabilito e necessario, e il
riesce l'accompagnarlo sulla scale delle creature vive.  Non  è necessario ammettere nè ragione, nè volontà, perchè la
ad essa le oscillazioni del piacere. Perchè ciò avvenga,  non  è necessario in alcun modo la coscienza dell'io
e l'altro in senso opposto. La comparazione intellettuale  non  è necessaria, ed essa ammetterebbe sempre la memoria. Nella
Se voi rifiutate il piacere alle piante solo perchè  non  si può assolutamente provare che godano, io vi dirò che in
provare che godano, io vi dirò che in istretta logica  non  si può dimostrare che godano il cane e il cavallo, che pur
di una rana per cui passa una corrente di dolore tetanico,  non  vi sappiamo scorgere alcun cambiamento materiale, non
non vi sappiamo scorgere alcun cambiamento materiale,  non  abbiamo il diritto di rifiutarci a credere che il pistillo
il soddisfare al più prepotente fra i bisogni organici  non  sarà sentito e goduto? Lo stame della loasa sente l'organo
e l'adipe, fra un'antera ed un testicolo, ma l'organo  non  deve mancare, dacchè la funzione esiste.
con le labbra tremanti. Erano di quei sessagenari soli che  non  potevano sbarcare senza che un parente prossimo si
loro mezzi di sussistenza. Ora i parenti che aspettavano  non  s'erano fatti vedere, e naturalmente, perchè essi dovevano
si credevano perduti. Che cosa sarebbe accaduto di loro?  Non  si può dire l'angoscia e l'avvilimento di quella povera
un viaggio di ritorno disperato alla patria, dove  non  avevano più affetti, nè casa, nè pane. Il Commissario
casa, nè pane. Il Commissario cercava di persuaderli, che  non  s'era nell'Argentina, ma nell'Uruguay, che i loro parenti
rassicurassero, che s'angustiavano senza perchè. Ma quelli  non  intendevano ragione, erano come istupiditi dall'affanno, e
con una curiosa intonazione declamatoria: - Questo  non  sarà giammai! - E mi soggiunse nell'orecchio, contento: -
numero e la sua casella negli scaffali intorno alle pareti;  non  c'è pericolo che abbandonino e scambino mai la loro casa,
la casa, quando sono portati lontano. Se smarriscono la via  non  hanno più pace: non vi è tempesta o burrasca che li
portati lontano. Se smarriscono la via non hanno più pace:  non  vi è tempesta o burrasca che li trattenga. Si direbbe che
che li trattenga. Si direbbe che solo acciecati, che  non  conoscono più pericoli, che non pensano più alla loro vita,
che solo acciecati, che non conoscono più pericoli, che  non  pensano più alla loro vita, che sono impazziti d'amore.
per avvilire le ragazze onorate. Essendo vicina l'America,  non  parlava più del parente giornalista. Il Commissario la
i quali ritornavano a farsi cancellare dall'elenco, per  non  cadere nelle mani di quei boia de lader che si offrivano di
del comandante per la protesta dei quarantasette  non  l'aveva punto intimidito; egli aveva risposto che si
della terra della libertà lo imbaldanziva anche più, e  non  solo non abbassava più la voce quando qualche dissanguatore
terra della libertà lo imbaldanziva anche più, e non solo  non  abbassava più la voce quando qualche dissanguatore del
la pelle. Egli dava degli ammonimenti da cui si capiva che  non  faceva quel viaggio per la prima volta: che si guardassero
ch'eran baracche sconquassate, dove ci pioveva nei letti, e  non  davano da sfamarsi, o mettevan nella minestra delle
delle porcherie che istupidivano, che riducevano un uomo a  non  saper più fare il più semplice conto, e allora venivano
assassinati peggio che in patria! Guai a chi si fida! - Ma  non  era il solo che arringasse: altri crocchi qua e là stavano
crocchi, però, predicavano degli ottimisti: un mondo nuovo,  non  più tasse, non più leva, non più tirannie: la terra
predicavano degli ottimisti: un mondo nuovo, non più tasse,  non  più leva, non più tirannie: la terra germogliava a toccarla
ottimisti: un mondo nuovo, non più tasse, non più leva,  non  più tirannie: la terra germogliava a toccarla appena con
centesimi il chilogrammo, paesi di quattromila anime dove  non  si vedeva la grinta d'un "signore." E citavano casi di
Teofrasto.. Questo è il consiglio che i padri e i maestri  non  dovrebbero dimenticare mai. I giovani che non possono
e i maestri non dovrebbero dimenticare mai. I giovani che  non  possono sopportare lo strapazzo , cerchino un'arte od un
lo strapazzo , cerchino un'arte od un mestiere, dove  non  occorra un'occupazione troppo forte del cervello; chè sarà
che penetrino nelle file del reggimenti i coscritti, che  non  sono atti alle armi. La fisiologia non può dire con
i coscritti, che non sono atti alle armi. La fisiologia  non  può dire con sicurezza quale fatica possa sostenere senza
di sopportarla senza pericolo. Prima del sesto anno certo  non  è mai senza inconveniente affaticare un bambino alla
far lavorare il cervello, come un campo che si coltiva per  non  lasciarlo inselvatichire. Però al momento che lo studio ci
profittevole. Il cervello dobbiamo affaticarlo sempre, ma  non  stancarlo mai. Per regolarci nella fatica intellettuale,
stancarlo mai. Per regolarci nella fatica intellettuale,  non  dobbiamo guardare cosa fanno gli altri, ma cosa possiamo
come tanti altri di cui sono piene le opere di Rousseau.  Non  mi fermo a confutarlo, perchè Rousseau non ne diede alcuna
di Rousseau. Non mi fermo a confutarlo, perchè Rousseau  non  ne diede alcuna prova che sia degna di essere presa in

Cerca

Modifica ricerca