Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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dunque -  non  tiratemi le falde, non conosco i capogiri; non tossite, non
dunque - non tiratemi le falde,  non  conosco i capogiri; non tossite, non agitatevi per coprire
dunque - non tiratemi le falde, non conosco i capogiri;  non  tossite, non agitatevi per coprire benevolmente la mia
non tiratemi le falde, non conosco i capogiri; non tossite,  non  agitatevi per coprire benevolmente la mia voce, è troppo
per coprire benevolmente la mia voce, è troppo chiara;  non  pregatemi, è inutile; piagnucolate pure, lo prevedevo -
arte italiana  non  c’è. A scoprire un indirizzo nuovo bisogna ficcare gli
nuovo bisogna ficcare gli occhi addentro qua e là, e  non  iscoraggirsi dei disinganni. I Kaulbach e gli Overbeck, i
I Kaulbach e gli Overbeck, i Delaroche e i Gérome italiani  non  tengono più il campo; giacché la storia, la leggenda,
l’allegoria, la religione, le costumanze de’ popoli varii,  non  essendo il fine dell’arte, sono tornate a diventare
a diventare semplicemente uno de’ loro mezzi. L’arte  non  è idealità, perchè deriva dalla realtà della natura; non è
non è idealità, perchè deriva dalla realtà della natura;  non  è realtà, perchè, volere o non volere, l’anima e la
dalla realtà della natura; non è realtà, perchè, volere o  non  volere, l’anima e la fantasia dell'artista passano il vero
e la fantasia dell'artista passano il vero allo staccio;  non  è critica, perchè viene dalle impressioni; non è cieca
staccio; non è critica, perchè viene dalle impressioni;  non  è cieca passione, perchè senza il lungo osservare non può
non è cieca passione, perchè senza il lungo osservare  non  può fare niente di buono; non è senso o materia; non è
senza il lungo osservare non può fare niente di buono;  non  è senso o materia; non è insomma niente di determinato.
non può fare niente di buono; non è senso o materia;  non  è insomma niente di determinato. L’arte intende a dire
 non  ci sia quantità, ma qualità, il principio di causalità non
non ci sia quantità, ma qualità, il principio di causalità  non  si può applicare, perché, mancando la possibilità di
arbitraria o al più probabile, frutto d’opinione e  non  di scienza. Ma che cos’è la qualità, se non una quantità
d’opinione e non di scienza. Ma che cos’è la qualità, se  non  una quantità che non si può misurare? «La qualità —
scienza. Ma che cos’è la qualità, se non una quantità che  non  si può misurare? «La qualità — scriveva Hegel 30 — è la
porre la qualità come una quantità che costituzionalmente  non  si possa misurare, non è un assurdo: né era assurdo, per
una quantità che costituzionalmente non si possa misurare,  non  è un assurdo: né era assurdo, per Aristotele 31 di
per Aristotele 31 di concepire Dio come una «sostanza che  non  può avere alcuna grandezza»: sostanza senza grandezza è
senza grandezza è qualità senza quantità mensurabile.  Non  cozza dunque contro il principio di contraddizione, allo
contro il principio di contraddizione, allo stesso modo che  non  vi osta il principio di indeterminazione. E che
sia valido solo nella meccanica quantistica, ciò  non  toglie che il campo in cui gravita, ed in cui è stato
Voltri, a Loano, a Recco  non  c'è nulla? Chi sa! A Finalborgo non c'è forse un Piero di
a Loano, a Recco non c'è nulla? Chi sa! A Finalborgo  non  c'è forse un Piero di Cosimo, fra l'altro? A Bussana non
non c'è forse un Piero di Cosimo, fra l'altro? A Bussana  non  c'è un Preti? E vi par seria l'illustrazione di Savona? La
un Perugino e un Caravaggio nel Duomo e a San Pietro, che  non  ci sono. Al Santuario della Misericordia, un grande
della Misericordia, un grande asterisco per l'altare che  non  è del Bernini, e il quadro più bello, quello del Borgianni,
quello del Borgianni, che pure le vecchie guide amavano,  non  citato.
 Non  vale il dire: sono precetti d'una età passata che più non
vale il dire: sono precetti d'una età passata che più  non  reggono e non si affanno alle tendenze ai costumi e al modo
dire: sono precetti d'una età passata che più non reggono e  non  si affanno alle tendenze ai costumi e al modo di sentire
perché intanto, da Cagiati,  non  ho trovato nessuno? Hans St. Lerche non è un novellino
da Cagiati, non ho trovato nessuno? Hans St. Lerche  non  è un novellino (ricordo anche un articolo su di lui nell'
«Emporium» del conoscitutto Vittorio Pica, mi pare; e se  non  è suo, non importa, ché se non l'ha fatto lo farà); ed è
del conoscitutto Vittorio Pica, mi pare; e se non è suo,  non  importa, ché se non l'ha fatto lo farà); ed è discretamente
Vittorio Pica, mi pare; e se non è suo, non importa, ché se  non  l'ha fatto lo farà); ed è discretamente interessante
di vetri muranesi, ora verso remote trovate orientali;  non  senza qualche arguzia inventiva. Ma un discorso più lungo
È vero; ma presenta anco le perfezioni; e allora, perchè  non  sceglier queste anzichè quelle? E se tutta la perfezione
sceglier queste anzichè quelle? E se tutta la perfezione  non  troviamo in un solo modello, perchè non raggiungerla per
tutta la perfezione non troviamo in un solo modello, perchè  non  raggiungerla per mezzo di altri? L'artista così facendo non
non raggiungerla per mezzo di altri? L'artista così facendo  non  commette una cosa inverosimile, nè tradisce la natura,
ogniqualvolta nella stessa natura ritroviamo quantunque  non  riunite in un solo soggetto tutte quelle bellezze le quali
un solo soggetto tutte quelle bellezze le quali d’altronde  non  si escludono fra loro.
dica che il Governo ha ingannato il paese. Siamo prossimi a  non  aver più da mangiare. Consumato l’ultimo pane non c’è più
a non aver più da mangiare. Consumato l’ultimo pane  non  c’è più la fame, ma la morte. Il giorno che non avessimo
pane non c’è più la fame, ma la morte. Il giorno che  non  avessimo più pane noi, non l’avrebbe più neanche
fame, ma la morte. Il giorno che non avessimo più pane noi,  non  l’avrebbe più neanche l’esercito. Siamo soli: tutte le
questo, di fatto, è un articolo «sulle generali» e  non  potrebbe non interessare.
di fatto, è un articolo «sulle generali» e non potrebbe  non  interessare.
base ad un giudizio critico più o meno impostato sul gusto  non  vuol certo essere assiomatico. Come, del resto non vuole e
gusto non vuol certo essere assiomatico. Come, del resto  non  vuole e non può esserla qualsivoglia considerazione che
vuol certo essere assiomatico. Come, del resto non vuole e  non  può esserla qualsivoglia considerazione che prenda a sua
cosi poco «normativa» come il gusto. E, del resto,  non  è da oggi che si ribadisce (e non lo si farà mai
il gusto. E, del resto, non è da oggi che si ribadisce (e  non  lo si farà mai abbastanza) la «non-normatività»
logico, se la forma è effetto  non  può essere causa; la causa o la generatrice della forma è
causa; la causa o la generatrice della forma è qualcosa che  non  è ancora forma, ma seme o radice formale. Le stesse entità
formale. Le stesse entità geometriche prime, dalle quali  non  si può prescindere (la linea, il piano, il volume) sono
sono definite in termini non-geometrici o, quanto meno,  non  di figura geometrica, ma in termini filosofici: lunghezza
dello schema che per un nonnulla  non  raggiunge la grandezza. Non la raggiunge, tuttavia.
schema che per un nonnulla non raggiunge la grandezza.  Non  la raggiunge, tuttavia.
tra l’altro Cariuccio che l’opera di Bacon  non  porta messaggi perentori, non è in se stessa profetica, non
che l’opera di Bacon non porta messaggi perentori,  non  è in se stessa profetica, non esprime un giudizio, non fa
non porta messaggi perentori, non è in se stessa profetica,  non  esprime un giudizio, non fa denunce, non incita alla
non è in se stessa profetica, non esprime un giudizio,  non  fa denunce, non incita alla rivolta. È fondamentalmente
stessa profetica, non esprime un giudizio, non fa denunce,  non  incita alla rivolta. È fondamentalmente l’opera di uno
l’opera di uno spirito irrazionale, di un romantico, che  non  si domanda quale sia la esistenza, ma soltanto «che cosa è
reti di analogie artistiche. Ma è un calcolo di previsioni,  non  un assoluto. È una tendenza individuale, non una legge, è
di previsioni, non un assoluto. È una tendenza individuale,  non  una legge, è un manifesto e non l'applicazione di esso, che
È una tendenza individuale, non una legge, è un manifesto e  non  l'applicazione di esso, che può non giunger mai.
legge, è un manifesto e non l'applicazione di esso, che può  non  giunger mai.
dico sinceramente che  non  ho pensato ad altro che a fare della storia. Se non fossi
che non ho pensato ad altro che a fare della storia. Se  non  fossi stato certo di murare un blocco nettamente squadrato
che è la storia – dove infatti imperano le proporzioni -  non  avrei scritto nulla. Non mi garba infine la storia
infatti imperano le proporzioni - non avrei scritto nulla.  Non  mi garba infine la storia consuntiva, ma quasi la storia
nel rogo finale dell’universo, anche il tempo e lo spazio  non  esisteranno più, non resterà memoria dei monumenti
anche il tempo e lo spazio non esisteranno più,  non  resterà memoria dei monumenti innalzati dall’uomo, sebbene
resterà memoria dei monumenti innalzati dall’uomo, sebbene  non  un solo capello della sua fronte si sarà perduto.
per questo  non  si nega l’arte contemporanea negando che abbia il carattere
voluto il Poggioli, fra avanguardia e arte moderna 24  non  tiene conto del fatto che, se non vi è protensione verso il
e arte moderna 24 non tiene conto del fatto che, se  non  vi è protensione verso il futuro, il titolo di avanguardia
presente. Sicché se l’astrattismo di ripresa post-bellica  non  era avanguardia, perché chiaramente rivolto al passato, al
chiaramente rivolto al passato, al primo astrattismo, e  non  al futuro, e quindi segnava il passo, il movimento che è
il passo, il movimento che è venuto dopo, l’informale,  non  è stato avanguardia proprio perché, se non si rifaceva al
l’informale, non è stato avanguardia proprio perché, se  non  si rifaceva al passato, insisteva sull’hic et nunc e solo
statua inoltre per  non  murarsi compiutamente si deve fatalmente ridurre alla sola
si deve fatalmente ridurre alla sola veduta frontale.  Non  siamo dunque ancor giunti a una vera concezione di
concezione di organismo isolato e situato. Testa+casa+luce  non  potrà mai divenire Testacasaluce.
grazia delle linee  non  è un’aggraziatura, la ingenuità dell’espressione non è una
linee non è un’aggraziatura, la ingenuità dell’espressione  non  è una ipocrisia.
tuttavia, la storia stessa  non  ci assicurasse che anche Piero ebbe continuatori non
stessa non ci assicurasse che anche Piero ebbe continuatori  non  dispregevoli: Antonello da Messina e Giovanni Bellini. Per
caravaggista; se pure quell'equivoca soscrizione T. P.  non  mirasse a farsi leggere, con quanta inverecondia, Titianus
quali trasmutavansi come beffeggiando in tizianeschi,  non  così che la maggior grossezza d'animo non tradisse la
in tizianeschi, non così che la maggior grossezza d'animo  non  tradisse la celia; non altramente che usasse poco stante
che la maggior grossezza d'animo non tradisse la celia;  non  altramente che usasse poco stante quel Vecchia tanto
poco stante quel Vecchia tanto decantato dal Boschini. Ma  non  vorrìa tacere che la condotta dell'opera, trascuratissima,
dell'opera, trascuratissima, la taccia di copia; per  non  aggravare il giudizio, già acerbo.
con rabbia maggiore: «E qual'è il barbaro giudizio che  non  comprenderà esser più nobile il piede dell'uomo che non il
che non comprenderà esser più nobile il piede dell'uomo che  non  il calzare?... E chi mai di qui non viene a riconoscere la
il piede dell'uomo che non il calzare?... E chi mai di qui  non  viene a riconoscere la meritorietà e il grado d'ogni cosa?»
 Non  abbiamo dunque quasi nulla a ridire sulla parte che
sulla parte che riguarda l'architettura, salvo il giudizio  non  abbastanza favorevole sul Borromini.
il Thode  non  giunge a questa distinzione perché non supera il concetto
il Thode non giunge a questa distinzione perché  non  supera il concetto di naturalismo. La stessa concomitanza
concetto di naturalismo. La stessa concomitanza di elementi  non  fusi si riscontra naturalmente anche nella critica che il
assunti da varie parti (Wölfflin, Hildebrand, Berenson)  non  potrebbero mai combaciare con quelli che li accompagnano,
restano impacciati, ristudiano sè stessi artificiosamente,  non  trovano più il verso di darsi in braccio al loro genio
sarebbe che ciascuno facesse il proprio mestiere: l’artista  non  fosse altro che un artista ingenuo, il quale mostrasse al
che la natura gli va dettando al di dentro, e lo spettatore  non  fosse altro che uno spettatore ingenuo, il quale non
non fosse altro che uno spettatore ingenuo, il quale  non  cercasse in una opera d’arte se non una emozione e un
ingenuo, il quale non cercasse in una opera d’arte se  non  una emozione e un diletto!
Franceschi nel suo Trattato della prospettiva - la pictura  non  è se non dimostrationi de superficie».
nel suo Trattato della prospettiva - la pictura non è se  non  dimostrationi de superficie».
 Non  ci resta infine che vederlo ritornare al problema della
della fusione sognata di figura e d'ambiente, che ormai  non  potrà più fallirgli poiché le circostanze sono già tutte
già tutte per lui soggetto attualmente dinamico, ciò che  non  avveniva nelle sue tormentate produzioni primitive.
l’arte nuova delle provincie meridionali d’Italia  non  si potrebbe capire bene: non si potrebbe capire il più
provincie meridionali d’Italia non si potrebbe capire bene:  non  si potrebbe capire il più singolare, non diciamo il più
capire bene: non si potrebbe capire il più singolare,  non  diciamo il più bello, dipinto della Mostra di Napoli,
napoletano d’arte, il Michetti; nè la più singolare,  non  diciamo la più bella, opera di statuaria, quella di un
due più noti scultori d’Italia,  non  più giovani come il Monteverde, ma non ancora vecchi, si
scultori d’Italia, non più giovani come il Monteverde, ma  non  ancora vecchi, si somigliano in una cosa soltanto, nel
la propria natura. Al Duprè, sempre statuario,  non  pare che entri mai nell’anima neanche il desiderio di
entri mai nell’anima neanche il desiderio di qualcosa che  non  s’addica al suo marmo, e trova in questo materia
di due maniere di scultori in tutta Italia, maestro forse  non  riconosciuto. Ma senza Fautore del Napoleone morente, che
all’Esposizione universale di Parigi, forse il Jenner  non  sarebbe quello che è, e non sarebbero forse quello che sono
di Parigi, forse il Jenner non sarebbe quello che è, e  non  sarebbero forse quello che sono le altre statue italiane,
– se  non  avrò allora cambiato opinione- che se Bernini avesse avuto
che se Bernini avesse avuto genio, ciò che gli nego,  non  avrebbe infine dovuto riescire lontano dagli ultimi
tentativi per una grande scultura; ma Correggio che quando  non  fu grande pittore fu almeno grande profumiere, ma un
terziari, contro le quali d'altra parte, così come sono, io  non  vorrei mai obbiettare nulla.
poi nell'esaminare l'attività di Zurbaran il K.  non  falla mai nell'attribuirgli e nel ritoglierli questo o quel
nell'attribuirgli e nel ritoglierli questo o quel dipinto;  non  piccolo merito.
— per citare qui alcuni italiani — il mondo d’oggi  non  ride, non riposa, non spera e non perdona. Si dirà che tra
per citare qui alcuni italiani — il mondo d’oggi non ride,  non  riposa, non spera e non perdona. Si dirà che tra l’arte
qui alcuni italiani — il mondo d’oggi non ride, non riposa,  non  spera e non perdona. Si dirà che tra l’arte informale e
— il mondo d’oggi non ride, non riposa, non spera e  non  perdona. Si dirà che tra l’arte informale e quella dei
è una differenza molto forte; e noi la riconosciamo; ma  non  sul terreno di un incolmabile contrasto con l’arte degli
del tempo è in tutti della medesima specie dolorosa,  non  celebrativa, non agiografica, non tipologica; in tutti
è in tutti della medesima specie dolorosa, non celebrativa,  non  agiografica, non tipologica; in tutti trema e splende il
medesima specie dolorosa, non celebrativa, non agiografica,  non  tipologica; in tutti trema e splende il dolore del mondo:
famigliare dei Romani  non  avrebbe quindi se non pochissime applicazioni, non si
famigliare dei Romani non avrebbe quindi se  non  pochissime applicazioni, non si potrebbe estendere a tutti
Romani non avrebbe quindi se non pochissime applicazioni,  non  si potrebbe estendere a tutti i generi dei nostri edificii,
nostri edificii, ed essendo già per se compiuta e perfetta,  non  si acconcierebbe a quelle modificazioni decorative, le
società d’oggi. Per concludere, l’arte antica romana, se  non  si vuole durare sempre nel classicismo accademico (che è un
«significato» di una poesia  non  è rappresentato dalla dimensione semantica delle parole5 se
è rappresentato dalla dimensione semantica delle parole5 se  non  in quanto questa permette l’intelligenza della poesia
permette l’intelligenza della poesia stessa, per cui se  non  si conosce una lingua non si può, attraverso i soli suoni,
della poesia stessa, per cui se non si conosce una lingua  non  si può, attraverso i soli suoni, senza la conoscenza di
determinato «codice», accedere alla poesia. Ma la poesia  non  si esaurisce in quel significato, come una pittura non si
non si esaurisce in quel significato, come una pittura  non  si esaurisce nel «soggetto» che rappresenta, e neppure si
o allusivi, i quali, per quanto amalgamati nell’opera  non  ne costituiscono il significato poetico verace, ossia la
rappresentato il graticcio su cui si è innalzata la poesia,  non  costituisce un ostacolo insorpassabile al determinarsi
della poesia come realtà pura, un po’ come lo scheletro  non  è parte scoperta nella visione del corpo di un animale, e,
scoperta nella visione del corpo di un animale, e, anche se  non  si sa che c’è o come è fatto, la realtà astante
sa che c’è o come è fatto, la realtà astante dell’animale  non  diminuisce. Quei significati costituiscono solo un momento
una simile indagine, anche la più filologicamente ferrata,  non  può essere concettualizzata come «apertura» dell’opera, la
è volto a completare, sia pure virtualmente, ma  non  solo ad interpretare, una delle fasi mancanti del processo
sussidio che la scienza dà alla resa prospettica,  non  è un sussidio a priori ma a posteriori e sorge dopo che
per quanto si avvalga di dati verificabili su misura,  non  cessa per questo di essere un'arte, così avviene della
così avviene della prospettiva pittorica. Essa perciò  non  è naturalismo, perché tutti sanno che la prospettiva nella
perché tutti sanno che la prospettiva nella realtà  non  esiste che in determinate situazioni - ciò che fa supporre
serve della scienza, come di un elemento puramente tecnico,  non  più importante della chimica dei pigmenti colorati.
Viterbo è forse il più vicino a Piero dei tre, ma anch'egli  non  ha tanta forza da sottrarsi all'elasticità di un contorno
all'elasticità di un contorno più vibrato e sinuoso che  non  sia quello di Piero. E non è d'altra parte di tale
più vibrato e sinuoso che non sia quello di Piero. E  non  è d'altra parte di tale grandezza da sviluppare le armonie
della luce. Nulla di più simpatico. E d'altra parte  non  nuovo: quanti raggi di legno o di marmo non lanciò il
E d'altra parte non nuovo: quanti raggi di legno o di marmo  non  lanciò il barocco sui tremoli gruppi statuari? Ma così come
fondendola con la ricerca dall'ambiente è chiaro che  non  siamo ancora nel dinamismo.
posta la questione, e aver rilevato che il Sirèn, per  non  averla posta, non l'ha potuta, naturalmente, neppure
e aver rilevato che il Sirèn, per non averla posta,  non  l'ha potuta, naturalmente, neppure risolvere.
già detto di passata perché  non  si può pretender nulla da Bernini; varrebbe la pena di
nulla da Bernini; varrebbe la pena di cercare più tardi se  non  fosse per fermarci a Rosso che per quanto grande ci appare
per poterlo includere in questo glaciale menu di grandezze?  Non  credo.
questo termine di solito si indica tutta l’arte moderna che  non  sia esplicitamente figurativa, ossia tanto quella che
ossia che si vale esclusivamente di forme e colori che  non  hanno alcuna attinenza con figure e forme del mondo
 Non  si tratta di fasi successive, di un trapasso o di un
si sente che la regola, la ricetta del «pittoresco»  non  esaurisce l’idea dell’arte, e la si integra con una regola
i teorici del «sublime» corrucciata ed ostile; per i primi,  non  contiene nulla che non si dia nella normale esperienza
corrucciata ed ostile; per i primi, non contiene nulla che  non  si dia nella normale esperienza visiva, per i secondi è
vi rientrano attraverso una cultura e una religione, che  non  ammettono il libero arbitrio, la possibilità di un destino
di un destino individuale. Tra il bene e il male  non  v’è più mediazione, poiché la mediazione sarebbe la natura
poiché la mediazione sarebbe la natura e la natura  non  esiste se non come oscura rivelazione dell’eterno. E come
la mediazione sarebbe la natura e la natura non esiste se  non  come oscura rivelazione dell’eterno. E come non v’è natura
esiste se non come oscura rivelazione dell’eterno. E come  non  v’è natura non v’è storia, e quindi l’arte non può più
come oscura rivelazione dell’eterno. E come non v’è natura  non  v’è storia, e quindi l’arte non può più essere esperienza,
E come non v’è natura non v’è storia, e quindi l’arte  non  può più essere esperienza, una soltanto intuizione,
sia concessa agli uomini: e solo ad alcuni iniziati), ma  non  può avere conseguenze pratiche. L’arte è religiosa proprio
conseguenze pratiche. L’arte è religiosa proprio perché  non  ha alcuna funzione religiosa: quel contatto personale con
alcuna funzione religiosa: quel contatto personale con Dio  non  può dar luogo a una comunicazione, anzi esclude dal mondo.
fino all’ovvio e al banale. Più ancora: il contatto con Dio  non  può avvenire se non nell’immagine, ma l’immagine come tale,
banale. Più ancora: il contatto con Dio non può avvenire se  non  nell’immagine, ma l’immagine come tale, ancorché nata da
come tale, ancorché nata da un’ispirazione religiosa,  non  può essere che negazione dell’infinità di Dio, bestemmia.
di Dio, bestemmia. Ecco perché l’idea del «sublime»  non  può non associarsi a quella dell’ortone, l’eccelso a quella
di Dio, bestemmia. Ecco perché l’idea del «sublime» non può  non  associarsi a quella dell’ortone, l’eccelso a quella
e il Palagi in Lombardia: i quali tutti benchè uomini di  non  poco merito, furono però troppo devoti alla scuola imposta
alla scuola imposta dalla Francia, e ne ebbero critiche  non  lievi, quantunque primi ad affrontare le difficoltà, di
le difficoltà, di un'era nuova nell'arte. Ma essi  non  furono colpevoli per propria volontà, a meno che non
essi non furono colpevoli per propria volontà, a meno che  non  vogliasi loro attribuire la colpa di esser nati e vissuti
fu reputato dannoso, e le opere del quattrocento vennero o  non  curate o non intese. Precetto sicuro a bene insegnare non
dannoso, e le opere del quattrocento vennero o non curate o  non  intese. Precetto sicuro a bene insegnare non si estimava
o non curate o non intese. Precetto sicuro a bene insegnare  non  si estimava allora se non quello che derivava dagli esempj
Precetto sicuro a bene insegnare non si estimava allora se  non  quello che derivava dagli esempj delle antichità
dagli esempj delle antichità greco-romane. Il perchè  non  deve sorprendere se le produzioni di quel tempo ritraggono
di quel tempo ritraggono del carattere antico, se  non  evvi figura che non porti il tipo statuario dei greci
ritraggono del carattere antico, se non evvi figura che  non  porti il tipo statuario dei greci monumenti, se tutto
tale intenzionalità  non  supposta ma effettuale, la verifica è offerta da quelle che
come opere d’arte e anche da altre «oggettualità»20 che  non  possono chiamarsi pienamente opere d’arte allo stesso
pienamente opere d’arte allo stesso titolo, eppure  non  sono né gratuite né irrilevanti per la coscienza: in queste
sperimentale). Le quali, se hanno un significato (ma  non  al modo delle parole) lo ripetono dall’intenzionalità che
parole) lo ripetono dall’intenzionalità che le origina e  non  da allegorie o significanze comunque recondite. Dedicheremo
emotivo della rottura della condizione “normale”  non  determina un offuscamento o dispersione, ma
ma un’intensificazione dei valori visivi. Poiché l'immagine  non  è più condizionata all'equilibrio, alla compensazione
all'equilibrio, alla compensazione simmetrica della natura,  non  è più soggetta a limiti, se non a quello della
simmetrica della natura, non è più soggetta a limiti, se  non  a quello della verosimiglianza o possibilità; e anche
più disforme dall'esperienza è “possibile”. In questo senso  non  v’è antitesi tra l’immaginazione “naturale" del Bernini e
ha esaurito la sua funzione sociale. E questo  non  lo abbiamo voluto noi, non lo ha voluto «qualcuno»: è il
sua funzione sociale. E questo non lo abbiamo voluto noi,  non  lo ha voluto «qualcuno»: è il mondo che è cambiato quasi
altri corpi nello spazio e indaga in dimensioni finora  non  esperimentate. Ed egli stesso probabilmente muta o muterà
per assolvere a provabilissime nuove funzioni. L’arte  non  può non accompagnarsi al divenire di questi fenomeni e si
assolvere a provabilissime nuove funzioni. L’arte non può  non  accompagnarsi al divenire di questi fenomeni e si trasforma
e si trasforma di conseguenza. Forse sconfinerà - se  non  ne ha già oltrepassato i confini - in altre discipline;
ha già oltrepassato i confini - in altre discipline; forse  non  sarà più arte. È già comunque un fatto privato e nego nella
possa mai essere un fatto popolare. Del resto, che lo sia o  non  lo sia non mi interessa. Da qui, ritengo, il non luogo a
un fatto popolare. Del resto, che lo sia o non lo sia  non  mi interessa. Da qui, ritengo, il non luogo a procedere
lo sia o non lo sia non mi interessa. Da qui, ritengo, il  non  luogo a procedere contro l’arte contemporanea per la
per la imputazione che le si vuole addebitare. Il pubblico  non  può capire con immediatezza una espressione così complessa
così complessa della sensibilità dell’individuo.  Non  ne è mai stato capace. Basta pensare che persino certe
 non  far pompa di erudizione (e se anco volessi non potrei
non far pompa di erudizione (e se anco volessi  non  potrei poichè ne son privo) non anderò citando una lunga
(e se anco volessi non potrei poichè ne son privo)  non  anderò citando una lunga schiera di autori stranieri a
per dire; e perchè talvolta quella riesce inutile, se pure  non  è giudicata sovente come merce comprata a buon mercato,
voglio essere fedele a quella sentenza di Michelangelo sul  non  imitare gli altri. Se io parlassi per bocca altrui, non
sul non imitare gli altri. Se io parlassi per bocca altrui,  non  direi ciò che veramente io pensi e senta in tali materie.
Occorrendomi di far citazioni, queste saranno poche, ma da  non  poterci dir nulla, come di sopra ho fatto; e sopratutto
eviterò di far appello a nomi forestieri, perchè l’Italia  non  ne ha bisogno, abbondando di precetti e di grandi maestri,
maestri, in particolar modo di queste cose, da apprendervi  non  che ella, il mondo intiero. Disgraziatamente vi ha pur
intiero. Disgraziatamente vi ha pur troppo fra noi chi  non  vede che per gli occhi di straniera gente; nè io so
sorgenti quel bello, di cui se ora hanno fatto loro pro,  non  per questo ci poterono rapire la ispirazione! Parliamoci
son questi, dettati senza discernimento, da intelletti  non  sani, o per semplice moda. Che bisogno ha l'Italia
l'Italia dell'altrui insegnamento nelle belle arti? Quanto  non  sarebbe più savio e più leale consiglio il gridare:
studiato ed imparato dai nostri maestri; da quei di fuori  non  apprenderete allora altro che il volere ostinato, in una
forza; apprenderete che se qualche cosa a voi manca,  non  è no la potenza, ma la volontà. Se non ci si additassero
cosa a voi manca, non è no la potenza, ma la volontà. Se  non  ci si additassero gli altri mi guarderei ben io dal ferire
Alfredo Stevens è, come si vede, un pittore molto garbato.  Non  si compiace nel dramma, non eccede nelle nudità. Ha il
vede, un pittore molto garbato. Non si compiace nel dramma,  non  eccede nelle nudità. Ha il genio della misura. Sa che al dì
nelle nudità. Ha il genio della misura. Sa che al dì d’oggi  non  pare segno di buona creanza il rivelare al di fuori
propria passione, nè le inclinazioni della propria natura.  Non  ispiega, accenna. A somiglianza degli ultimi scrittori
egoista: è l’arte della nostra società civile. Lo Stevens  non  ha bisogno della bellezza femminile; non si cura delle Dee
civile. Lo Stevens non ha bisogno della bellezza femminile;  non  si cura delle Dee greche, nè delle matrone romane, nè dei
chi la percepisce. Il processo matematico è implicito, ma  non  viene «espresso» dal fenomeno. Il Guarini è troppo filosofo
«espresso» dal fenomeno. Il Guarini è troppo filosofo per  non  sapere che l’effetto non esprime la causa, le succede e, in
Il Guarini è troppo filosofo per non sapere che l’effetto  non  esprime la causa, le succede e, in certo senso, la
la esaurisce ed elimina. Del resto il pensiero matematico  non  è una verità da comunicare, ma un procedimento che riguarda
che riguarda soltanto lo specialista. Nel passato  non  v’era una distinzione netta tra l’artista e lo spettatore:
che escogita e monta una macchina teatrale; ma il pubblico  non  deve conoscere il meccanismo o non riceverà più alcun
teatrale; ma il pubblico non deve conoscere il meccanismo o  non  riceverà più alcun piacere, alcun motivo di meraviglia
un lungo trattato per descriverlo, dunque l’artificio  non  è più tale, è una tecnica razionalmente organizzata, che
razionalmente organizzata, che l’artista possiede e che  non  ha nulla a che fare col processo con cui si fruisce il suo
sono uno scultore e  non  un ceramista. Non ho mai girato al tornio un piatto né
sono uno scultore e non un ceramista.  Non  ho mai girato al tornio un piatto né dipinto un vaso. Ho in
nuovamente da parte, come  non  determinanti, le pure e semplici aspirazioni di Civerchio e
e semplici aspirazioni di Civerchio e di Ferramola, che  non  possono pretendere a un'importanza più che ambientale, e
e quasi di fodera della storia pittorica bresciana,  non  resta che accentrare il foco dell'attenzione sulle
sulle personalità nuove emergenti nella pittura locale;  non  già, adunque, per riunire ancora una volta Romanino e
dei Giorgioneschi, abbia trovato un posto per Romanino e  non  per Moretto è di per se stesso illuminante 13. Chi in
di Romanino, chi si potrebbe immaginare un Moretto  non  giorgionesco?