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balbettando. "Da tre giorni, avevo notato qualcosa di nuovo nel suo conte- gno e non riuscivo a spiegarmelo. Se la guardavo, se le rivolgevo la parola
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persone che salutavano famigliarmente le figlie del cavaliere, Ruggero, e, non senza un sorri- so di compiacente meraviglia, l'Agente e la sua signora
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professore di matematiche è assai valente" disse Patrizio. "Lo conosco, di nome soltanto." "Le matematiche non divertono" rispose Ruggero. "Secondo i gusti
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"Non vi turbate senza ragione" disse il dottor Mola. "Qui possiamo parlare liberamente. Che bellezza questa terraz- za! Io ci venivo spesso al tempo
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. "Ho interrotto la sua passeggiata per la selva; non voglio interrompere il suo lavoro. Già lei si è fatto eremita a dirittura. Deve avere una
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. Ma, voi lo sapete, caro signor Agente; quantunque medico, cre- do così poco all'arte da me professata, che quasi quasi dovrei smettere. Non ho però
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rassettava e spolverava da sè perché mani profane non toccassero nessuno degli oggetti appartenenti alla sua povera mamma, spin- to dall'abitudine
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che ormai tutto fosse stato detto tra suo marito e lei e che la sua sorte fosse già fissata. Non sentiva più l'incubo della gelosia della morta, ma una
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Eugenia, rimasta quel giorno più a lungo alla finestra, coi gomiti sul davanzale e la faccia tra le palme, non aveva udito il lieve rumore dei passi
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cavaliere. "Indisposizioncina" corresse Patrizio, che non riusciva a spiegarsi in che modo la notizia fosse arrivata fino a loro. "Favoriscano di là
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benedizione ogni sera. Guardate: siamo tutti vecchi, uomini e donne, quelli che usciamo dalla chiesa in questo momento. Voialtri giovani non sentite bisogno
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Vedendo che Patrizio dimenticava fin la sua ordinaria visita al camposanto, ora che ella stava meglio e non c'era più timore di prossimi accessi
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La stessa notte del tristo avvenimento il dottore aveva detto: "La signora non può dormir qui accanto alla camera del cadavere." E lo sgombero era
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." "Hai ragione. Dovrai lavorar molto?" "Sì. Mandami una tazza di caffè. E non aspettarmi per andare a letto. Devi essere stanca. Era lontano il posto
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fanno pel tuo bene! ... I genitori hanno certamente le loro ragioni." "Ah, mio padre non ragiona! ... È montato in furore! Ha dato una rispostaccia
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Madre santissima!" Le pareva che quell'avvenimento avrebbe risoluto mirabilmente ogni difficoltà della sua vita. In che modo? Non ne aveva un'idea chiara
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"Prendi un po' di riposo. Son due notti e due giorni che non chiudi occhio. Ti ammalerai anche tu." "Dice benissimo la signora; riposatevi almeno un
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della bella stagione, progettavano quasi ogni giorno lunghe passeggiate fuori il paese, e Ruggero non mancava mai, trovando nella compagnia e nella
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suono della voce, l'accento, l'espressione della faccia non rivelano mai interamente l'altrui pensiero? Perché tra quei segni e la verità nascosta
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avvenuto uno strappo, egli non riusciva a ricordare altro che la fi- gura di suo padre, smorta smorta, con la testa abbandonata sui guanciali, gli occhi
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aria annoiata e il cappello su la nuca. "Non mi hanno dato retta" egli brontolò. La signora Geltrude, appoggiata al braccio di Benedetta, ansimava un
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tutta quella tristezza del cielo e della terra impedisse di parlare an- che a lui che non soffriva, e che avrebbe voluto diminuire con qualche motto