solamente. Per fondamento di vera fede dobbiamo tenere e credere che Dio, come benigno e pietoso padre, ha cura di noi, come ottimo governatore del mondo è
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Virtù maggiore della Fede e della Speranza, e dell'oro più preziosa, è la Carità, con cui amasi Iddio al dissopra di tutto, ed il prossimo come noi
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parte superflua di esso, la stoffa non ispiccia. Si fa lavorando da sinistra a destra, tenendo la curva del disegno rivolta verso di noi. Quindi si
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Per amare la patria con vero ed alto sentimento, dobbiamo incominciare a darle in noi medesime tali figlie, di cui non abbia ad arrossire mai, abbia
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scopata spesso, lavata, assestata in ogni sua parte. E le figliuole di casa per ischifiltà o soverchia delicatura, non se ne tengano lontane. Noi
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bocce dell'acqua e del vino : e come ci ha insegnato la mamma, collochiamo a sito i tondi, i portabottiglie; le sottocoppe. Nel che s'usa da noi
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. E noi abbiamo occhio a tutto, dal rifornir l'acqua ne'vasi, sino a spazzolare i vestiti. Nè questi ci sembrano uffizi ignobili e bassi. Ve n'ha forse
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campana a stormo per riunire la moltitudine , noi stringe nella destra una spada, impugna coll'altra un vessillo aretino, e con l'esempio e con la
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nostri la pianta e l'animale. Fra noi i bachi da seta si custodiscono nelle case per ripararli dall'intemperie. Tutte le stanze son buone a quest'uopo
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Ecco alcuni ricordi che un savio medico dava alle madri circa la cura dei bambini. La più bella grazia che noi possiamo ottenere dalla bontà di Dio
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respirabile uccide, e la respirazione d'aria corrotta diminuisce la vita ed a poco a poco la spegne. L'aria che noi respiriamo é l'aria dell'atmosfera
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, per debellare le malattie. I Romani avevano eretto con grande magnificenza pubblici edifizi per questo. Noi, che al corpo applichiamo vesti
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dovete essere moderatissime e consultare il medico. Procurate di serbare un certo ordine nei vari pasti che fate nella giornata, e di noi mangiare tutti i
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strisci, va dappertutto disperso, e, se non sempre con noi si addomestica, teme però sempre e rispetta la presenza del suo padrone. Innumerevoli
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che partecipa, a qualche modo, della doppia sostanza onde consta l'umano composto. Tiene esso dell'anima in quanto rivela ciò che passa dentro di noi
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ripeterebbe in un suono concorde e solenne: - « Noi siamo creature di Dio ». Che se ogni cosa egli l'ha operata per sé medesimo, l'intero universo altro
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buone opere, è uno dei godimenti più desiderati quaggiù, e condizione a far del bene a noi, ed agli altri - Però non si vuole offendere la riputazione
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possibile. Non siamo noi fratelli? Se dunque il prossimo è nelle strettezze, e tu non lo soccorri, mostri per lui viscere di bronzo, non di pietà. E sia
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Anche con noi stesse dobbiamo essere giuste ed amorose, apprezzando rettamente la vita ed educandola ai beni onde da natura è rivolta. La vita é il
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respiro. Sì, mia Lilia, noi ci rimarremo sempre uniti; sei divenuta necessaria alla mia vita, così che venir meno la sentirei se da te divider mi dovessi
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adornamento alla vita, giacché i limiti della nostra mente, e la vastità immensurata dello scibile non concedono di tutto sapere. Noi donne poi, nonché
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confidenza « Cara Menica, le disse, voi siete così buona, e noi vorremmo tutte a voi somigliare: diteci su il modo di divenire buone » - « Buona! buona
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capo di smentire col fatto una calunnia che pesa, o giovinette, sul vostro sesso. « Noi donne (sono le stesse sue parole) ci chiamano tutte ciarliere
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accompagna sempre il nostro favellare, le nostre azioni, la positura, il contegno esteriore, di guisa che niente appaia in noi che possa ributtare o
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novelle vie, e con savi ordini mantenendo la libertà negli Stati. Un campo assai più ristretto è aperto dinanzi a noi; ma non per questo ne avremo dai
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Noi Carlo Alberto, per la grazia di Dio, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, ecc., ecc., abbiamo ordinato ed ordiniamo in forza di Statuto e
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Doveri di carità - La marchesa di Barolo - Rosa Govone 42-46 Doveri verso noi stessi - Pregio della vita - Cura delle facoltà esteriori - Lilia Fundano
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del senso comune che ognuno sa; o se invece, con un poco di buona volontà, non si possa provvedere da noi largamente e con piú giudizio ai semplici
questi giacinti. Io dico, invece, che noi siamo nell'imbroglio di prima, e parlando con poca riverenza, secondo me, monsignor vicario avrebbe dovuto
scorrere un brivido nelle ossa. - Rispettiamo i sentimenti generosi di vostra eccellenza. Ce ne duole per noi, ma ritenga che, qualora venisse in questo
pagherò i vetri e lo scandalo. - Non ti sei fatto troppo male? - Qualche scalfittura. Sai, noi siamo pachidermi... Il barone cercava di ridere rumorosamente
"lanciata dalla terra al sole impiegherebbe nove anni e mezzo per arrivarvi. E il sole è l'astro a noi piú vicino. Per giungere a un'altra stella, la
. - Fatevi coraggio, don Antonio, che se anche il prete è morto, non lo abbiamo ammazzato noi. Cosí diceva Martino, sentendo che il suo padrone mandava dei
nostri buoni lettori perché si possa ora disgustarli con un non farsi luogo a procedere. Noi abbiamo bisogno di galvanizzare il nostro morto, di
. Intanto stiamo attenti a non perderla noi... Egli sentiva che tutta la sua vita era là, nella testa. Di là era venuta l'idea di ammazzare il prete, di là
stesso tempo amabile camerata, idolo delle donne, coraggioso come un negro, e a certe lune fantastico come un bramino. Noi qui parliamo del barone della
v'ha fatto suonatore di campane. Io spero che Santafusca vedrà giorni migliori. Non pensate voi qual fortuna sarebbe per noi tutti e per la chiesa
non sia venuto niente. Noi dobbiamo vincere il terno secco, o non è che un pugno di mosche. - Dicono che "u governo" levi dall'urna i numeri pericolosi
. Noi siamo forse alla presenza di un delitto. - Un delitto! - esclamò don Antonio col viso spaventato. Martino, che stava ascoltando dietro l'uscio
intanto chi di noi due deve pagare l'assenzio? Aspetta, lasciami invocare il mio diavolo protettore. I due signori si accostarono alla piccola roletta
scrivere a voi, Filippino, in segretezza; o mandare a dire: son vivo; amo però star nascosto. - È quello che diciamo sempre anche noi. Chiarina se lo
povera mamma, Gennariello. - Se voi mi deste due numeri buoni! Li date agli altri, e lasciate indietro il vostro sangue. - Non sappiamo nemmeno noi