brillante carriera nella letteratura drammatica. - L'autore di Gilberto forse? - domandò la signora. - Lo conosce? - No; ne ho udito semplicemente parlare; è
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offrire ritrattazione da parte del loro primo? - domandò uno dei testimoni del conte a quelli di Brusio. - No, signore; - rispose breve il barone. Colui
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lui, atterrita dall'idea che quelle parole fossero simulate. «No! non era possibile in lui... nel mio Pietro!... il più nobile cuore ch'io abbia
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spesso per sentire poi più amaramente tutta la disperazione del disinganno. «No! lo sento... il suo cuore non può più rinascere per me! Egli tenta
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tigre; ho lacerato coi denti le lenzuola, le vesti, il fazzoletto; mi son rotte le membra urtando contro i mobili come ebbra... «Oh, no! no! Dio non è
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lo fa sollevare e dominare in tali momenti. - Oh no!... Dio mio!... - Un momento! Avrete almeno questo; - e spezzò il cordone del campanello
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qualche volta? - No... dove? - In una bella casa sulla strada Etnea; della quale i veroni si vedono dal Laberinto. - Dici davvero?! - esclamò Brusio
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neanche il nome... - Ed ella conosce lei, almeno? - No. La signora diede in uno scoppio di risa. - E l'ama, a quanta dice? - Come un pazzo! - Dove l
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e più possibile nello stesso tempo prima d'allora. Quando uscimmo di chiesa dissi a Raimondo: - Hai bisogno di noi? - No, grazie, - E Brusio
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quasi a toccarlo, col petto: - Vattene! - No! - rispose Pietro bruscamente. Il gigante stese le braccia per afferrarlo; le braccia muscolose del
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