Mia moglie, ed io faremo a mezzo, e berremo nello stesso bicchiere....
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Mangerà nello stesso mio piatto!... Dormirà nello stesso mio letto!...
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stanchi e affamati alla Polesella. Com’è naturale, le prime cure furono rivolte al valoroso nostro animale; poi entrati nello stanzone terreno che in molte
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per una minestra di riso, che si prepara e si condisce nello stesso modo; soltanto bisogna tenere la broda più sciolta perchè il riso, di sua natura
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, promuove per la sua natura alcalina la secrezione del succo gastrico allorchè i cibi scendono nello stomaco. Per questa ragione le bambinaie usano a
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, ungetela poco, perchè altrimenti il burro farebbe nello stomaco a’ pugni coll’aceto de’ capperi.
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friggeteli nello strutto vergine o nell’olio.
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Friggetele nell’olio o nello strutto a fuoco lento e servitele con spicchi di limone. Otterrete in questo modo un piatto delicato ed appariscente.
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, come vi si trovano bastoncini di pane che, tagliati a fette, s’infilano nello spiedo cogli uccelli, vi si fabbricano pagnottelle della grandezza di una
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Se la fricassea fosse di pollo, tagliatelo a pezzi nelle giunture, escludendo la testa, il collo e le zampe; per il resto regolatevi nello stesso
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con sale, pepe e un pizzico di prezzemolo tritato. Involtatelo bene nel condimento e dopo parecchie ore, cuocetelo nello stesso tegame, oppure in
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traverso; fu la stessa brava ragazza che un’altra volta aveva infilato i tordi nello spiedo dal di dietro al davanti. Tagliate dunque la testicciuola
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condimento; prima di metterlo nello stampo, assaggiatelo.
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3a Infarinatelo, immergetelo nella pastella N. 101 e friggetelo nello strutto o nell’olio; oppure, che è meglio, dopo averlo infarinato, immergetelo
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a due terzi di cottura. Commettono grave errore coloro che salano un arrosto qualunque prima d’infilarlo nello spiedo perchè il fuoco allora lo
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Se vi servite del lardone salatelo avanti e tenete la fetta del medesimo lunga in modo che fasci il petto dell’uccello e si possa infilar nello
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Cuoceteli a fiamma e se il loro becco non l’avete confitto nello sterno, teneteli prima fermi alquanto col capo a penzoloni onde facciano, come suol
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lasciatelo in questo guazzo per diverse ore. Infilatelo nello spiedo e con un ramoscello di ramerino ungetelo spesso fino a cottura con questo liquido
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sottilissima di lardone e legatele in croce col refe. Infilatele nello spiedo per cuocerle arrosto, fra due crostini e con qualche foglia di salvia
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insieme colla pietra e in codesto modo si presta per un arrosto eccellente. Tagliatelo a pezzetti e infilatelo nello spiedo, tramezzandolo di crostini e
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catinella, versatelo nello stampo sopra le mandorle. Ora mettetelo a lievitare in luogo appena tiepido e ben riparato dall’aria, prevenendovi che per
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zucchero, tre di vino e farina quanto basta per formare il solito pane e lasciatelo lievitare nuovamente, regolandovi sempre nello stesso modo. Per
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Si usa anche seccar le mandorle al sole e tritarle fini colla lunetta, unendovi un pezzo di burro quando sono nello zucchero.
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Disfate al fuoco in una cazzaruola i suddetti gr. 100 circa di zucchero e preso che abbia il color nocciuola, versatelo nello stampo per intonacarlo
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delicata, ma non si presta per una zuppa inglese nello stampo e non fa comparita.
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cucchiaiata di acqua, ma nello stampo versatela diaccia.
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dal fuoco e quando avrà perduto il calore, versatelo nello stampo immerso nell’acqua fresca o nel ghiaccio.
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bestioline, si lasciano cogliere alle tante insidie e infilar nello spiedo;
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sufficienza, passatelo da un colatoio di latta non tanto fitto e versatelo nello stampo già preparato. Cuocetelo a bagno maria con fuoco sopra e quando
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medesimo la cioccolata grattata, e quando questa sarà sciolta, levatelo dal fuoco e lasciatelo freddare un poco. Poi versate nello stesso vaso il sangue
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l’alkermes e il rhum, mescolate ogni cosa e quando comincia a freddare versatelo nello stampo tenuto nel ghiaccio d’estate e nell’acqua fredda d
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nello stampo per metterlo in gelo. Questa gelatina sarà molto gradita dalle signore.
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Versatela calda nei vasi e quando sarà diaccia copritela con carta velina inzuppata nello spirito, aderente alla conserva, e turate la bocca del vaso
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Levate col temperino la buccia superficiale a un arancio e ponetela nello spirito collo zafferano, entro a un vaso coperto di carta perforata
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d'anti- quario a prendere nello scrigno i documenti comprovanti il debito di Mirate, e, postili gelosamente nella tasca spaziosa ed unta del vecchio
testa, come un can barbone scottato; poi se ne andò nello sguancio di una finestra, ove un giovinetto stava ripas- sando da sé, con la musica sotto
, alta due palmi, tutta in avorio, su cui si scoprivano le tracce di dorature e colori, e nello zoccolo si leg- geva una epigrafe del trecento. "Anni
niente, nel confronto di certe cosette in- sulse! Il lavoro delle molecole del pensiero è fatale e nello stesso tempo supremamente illogico: è tutto a
vedesse!". "Chi vuoi che mi veda a quest'ora, imbacuccata nello scialle?". "La casa dove sto non ha riva: bisogna percorrere un buon tratto di Frezzeria
all'amore, la vanità. Am- mirava la propria voce, notava i pregi del proprio modo di canto, si guardava nello specchio, ora tentando di lisciare i capelli
aspira con lunga voluttà; quell'orizzonte sconfinato, che pare nello stesso tempo una linea retta infinita ed un cerchio infinito: tutto contribuisce a
le frittelle: i giovani cantanti mangiavano e nello stesso tempo guardavano i due innamorati, ghignando sotto i baffi e parlando tra loro ad alta voce
nella borsa e nello scrigno; il giovinotto, che dal primo stravizio precipita all'ubbriachezza: e così per ognuno quasi degli ascoltatori c'era una
più misteriosi i luoghi occulti. Nello spazio chiaro del cielo erravano alcune nuvolette traendosi come di rimorchio sotto l'impulso del vento. Poco
rete di ragno. Chi certamente non dormiva era il cavaliere Leopoldo Spazzoletti in causa di quel pappagallo che sapete, e che sentiva starnazzare nello
dalla fatica, dalle privazioni e dai dolori, che pareva averne dieci di più: e nello scarno viso solo gli occhi grandi, neri, bruciavano. Era Carmela
Fumando una sigaretta Tocos, il cui fumo odoroso aveva riempito la piccola stanza, don Gennaro Parascandolo si assorbiva profondamente nello studio
, convenivano nello studio ette od otto uomini: una lampada a petrolio, sudicia, coperta da un paralume di carta verde, che poteva costare tre soldi
fatta quasi tutta di gente povera: ciabattini che avevano chiuso il banchetto nello stambugio che abitavano, avevano arrotolato il grembiule di pelle
mantiene il cuore nello stato di grazia, che permette agli occhi umani le sovrumane visioni, che fa attraversare la vita in uno stato soavissimo di