I LIBRI DELLA FESTA I lettori della "Biblioteca dei miei Ragazzi" hanno accolto con grande entusiasmo questa collezione nella quale sono pubblicati
manine nella selva ribelle dei riccioli bruni attorcigliati come serpentelli sulla fronte e sugli orecchi, e glieli scoteva con tutte le sue forze. E
il mare. Dapprima la chiglia, incassata nella rena, resistette, poi si mosse con lentezza e scivolò fin dove le onde si fermavano spumeggiando
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portando un po'di cibo che venne consumato allegramente in mezzo a quel fulgido mare. La brezza era adesso più gagliarda e la galea. filava rapida nella
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seguente per prevenire la flotta turca, che sapevano al sicuro nel porto di Lepanto. Disgraziatamente nella mattinata il vento era contrario, e dovettero
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perchè nella Vergine. erano effigiate le sembianze di Lucrezia, sua moglie, e nell'angelo quelle di Loredana. Ma poteva rifiutarlo al governatore, tanto
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giorno 7, con la più grande precisione. Già si sapeva che nella notte del 5 ottobre i Turchi, spiegando i trinchetti, avevano abbandonato Lepanto e
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partiva la sera stessa, spinta da un vento gagliardo. Il lungo percorso venne compiuto in soli dieci giorni, e nella giornata del 17 ottobre essa
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nella calle deserta. Il vento e l'acqua la investirono in pieno. Rabbrividì, ma andò innanzi, stringendo sotto il braccio, al riparo dalle intemperie
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Teodora Pisani Moretta, figliuola del potente magistrato della Repubblica di San Marco, aveva diciassette anni quando Loredana pose piede nella sua
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s'indugiava Loredana.. Di tanto in tanto ella si riposava, e allora Teodora eseguiva qualche pezzo di musica, ascoltata con passione dall'amica. Nella
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babbo, prigioniero nella fastosa residenza di Alì pascià, ad Alvise, che prima di partire per sempre aveva avuto tanta fiducia in lei da affidarle la
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musica umana, accompagnava il destarsi di Loredana. Ella indugiava qualche minuto tra il tepore delle coltri e, nella luce incerta e nel silenzio
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La casetta, era ancora lì, piantata solidamente nella calle, come un'antica quercia. Il tempo, patinandola, le aveva conferito un aspetto severo, ma
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, nella vana attesa del babbo lontano? E ora che il babbo era tornato, la piccina non c'era! - Date retta a me: andiamo da nonna Bettina. Certamente Lori
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doxe e, quindi, doge. Le loro leggi e costumi erano indipendenti e schiettamente latini. Nella loro architettura, tuttavia, subivano fortemente
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corteo, con a capo il Doge, che accompagnava nella cappella di San Teodoro, adiacente al Palazzo Ducale, il corpo di san Marco. Lorenzo Sagredo aveva
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: cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato; Gesù, io cerco, io busso, io chiedo. Esauditemi nella vostra misericordia
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dedizione. Loredana non era più la bimba spensierata che si divertiva in mille modi nella quiete del suo orto bagnato dal rio Canal; era ormai una
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subito succeduto, prima che il crepitio degli incendi propagatisi in breve nella. città si fosse diffuso sempre più alto e insistente. Quel rombo e
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- Buon giorno, nonna Bettina! - esclamò Loredana, entrando nella cameretta dove la buona vecchia stava seduta con un lavoro di cucito tra le mani
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nasconderò nella stiva. - Che dirà tuo padre quando si accorgerà dell'inganno? - Di questo non mi preoccupo, Loredana. Se mio padre vorrà punirmi
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, dopo un breve interrogatorio, aveva ingiunto al nostromo di ricondurlo nella stiva e di tenerlo nei ceppi per venti giorni. - Così si puniscono i
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La lunga sosta nella soleggiata baia di Messina aveva intaccato notevolmente le riserve dei viveri; bisognava dunque rifornire la cambusa. Occorreva
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La pioggia diminuì a poco a poco e il sereno riapparve nella volta celeste. Un tenue raggio di sole filtrò dalle nubi, ancora turgide e minacciose
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gli era venuta in aiuto. Nella minuscola rada, in mezzo agli scogli, aveva trovato alcune cassette piene di viveri, relitti del naufragio delle galee
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PSTIAMO ARRIVANDO NELLA LUNA!
OH... SEMBRA CHE TU ABBIA LETTO NELLA MIA TESTA!
PERBACCO! IL TRAFFICO È MOLTO PIÙ DISCIPLINATO NELLA STRATOSFERA CHE NON SULLA TERRA!
FRATEL CONIGLIETTO GUARDA ESTATICO QUELLA CAVALCATA DI CONDOTTIERI SCOLPITA NELLA ROCCIA VIVA DELLA GRANDE MONTAGNA.
LE RUOTE GIRANO A VUOTO NELLA MELMA. DOBBIAMO SCENDERE E TENTARE DI TIRARE IN SECCO LA MACCHINA!
SISSIGNORI! LA MORALE DELLA FAVOLA È CONTENUTA IN QUESTO PROVERBIO, CHE È IL PIÙ GIUSTO DEI PROVERBI E DICE: TUTTO IL MONDO È PAESE; ANCHE NELLA
, NELLA SELVA INGRATA NUOVAMENTE RITORNERANNO AD ESSER TRONCHI E RAMI!”
VIAGGIANDO IN QUESTO MODO COMODISSIMO NOI CI ADDENTRAMMO NELLA SELVA OSCURA PER UN SENTIER TORTUOSO E RIPIDISSIMO. E CONCLUDEMMO ALFINE L’AVVENTURA A
Appare un vasto giardino, sotto il ciela stellato. Un grande cedro nel mezzo della scena. In distanza, nella sfondo, le montagne. Aria di primavera.