biglietto era mio. Allora, mentre l'uomo tornava a legare e rimettere il portafoglio nella tasca che ebbe cura di abbottonare bene, ella mi accennò di
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era sorvegliante il suocero. Ed ecco la prima persona che, prima d'entrare nella drogheria, vedo nella strada, è appunto questo sorvegliante, antico
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qualcuno entrava nella drogheria, mi accennò di andarmene. Quando mi ritrovai nel sole della strada, lo splendore del mare mi parve dentro l'anima mia
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millesettecento lire: e la cambiale era a sei mesi di scadenza. Che importa? Che importa? Anche Dio spesso ci dà la felicità a usura: tutto è a usura nella
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del fieno, mi avvolse, mi confortò. Questa volta sentii che proprio ero nato per vivere all'aperto, foglia tra le foglie, granellino di terra nella
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di ritrovar giustizia mi richiamò a me stesso. In questura il Commissario non c'era, e neppure nella trattoria dove di solito mangiava, e neppure al
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lei come da un nido. Le sedetti accanto e la guardai: e anch'essa mi guardò: e ci si sentì finalmente un po' vicini, nella penombra della nostra
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, perchè non moriva, la zia? Sarei rimasto solo nella casetta umida e scura, solo come la fiera nella sua tana: a suo tempo mi avrei portato là dentro la mia
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, perch'egli quando tardava a tornare voleva non lo si aspettasse: andò quindi a sedersi davanti alla tavola ancora apparecchiata, nella stanza attigua che
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cosa voleva, mi fece entrare: non nella drogheria, però, ma in uno strettissimo corridoio che conduceva al giardinetto della casa: un giardinetto che
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allungata di qualche palmo; pareva avesse fretta di terminarla prima di notte. Nella luce quieta, rosea, senz'ombre, mi sembrò meno grassa; il collo
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mia proverò la gioia e il conforto che mi dava lo scrivere quei fogli, nella melanconica casa della zia; mi pareva di scrivere lettere d'amore e come
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nuovi, e caricato il letto di coperte di lana; accendeva il fuoco per me nella tetra stanzetta da pranzo che s'illuminava tutta e diventava quasi allegra
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me stessa: voglio far del bene a questo ragazzo così solo nella vita. Allora ho creduto di rivivere. Poi tu sei venuto: ho imparato a conoscerti, ad
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bicchiere tutto riappare grigio: e mi ritorna in mente l'attimo di ebbrezza - oh, come diverso! - nella vigna in fiore. Chi è che picchia alla porta del
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disgraziato, perchè il marito la trascurava o le ripugnava: o forse anche per distrazione, nella noia senza riparo della sua vita. Io andavo tutti i
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la prima volta dopo mesi e mesi nella mia cameretta e attraversava il mio letto. M'alzai e corsi subito fuori, col desiderio di lasciare il paese, di
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mentre questi stava davanti a me perplesso, stringendo nel pugno l'orologio quasi per fermarne l'ora, i più diabolici progetti passavano nella mia mente
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che io le davo. Mi pare di vederla ancora nella sua cameretta semplice e stretta come una cella, sul suo lettuccio duro, con la sua camicia lunga e
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condannato. E andai nella camera di lei per soffocare il mio rimorso: ma ogni mia cura riusciva inutile: ella aveva la febbre sempre più alta ed era agitata
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più muovere per riguardo suo: o almeno alla superficie la incolpavo di questo, mentre veramente desideravo ch'ella morisse per restar solo nella casa e
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rispose, ma quando rientrai un'altra volta nella camera mi diede una busta con dentro del denaro. E io andai dal dottore. Il dottore abitava piuttosto
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sera, e questo mi dava da pensare. Cammino, cammino nella pineta: bisogna dire che io non ero molto pratico del luogo perchè avevo sempre preferito
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una sera tiepida, quasi estiva, con un cielo glauco ove già qualche stella appariva, lontana, come attraverso un velo d'acqua: nella strada deserta
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fosse il mare; quindi dopo un certo tratto ripresi a correre nella direzione di prima. Mi ero abituato al buio e distinguevo le strisce dei sentieri, i
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Quanto tempo errai nella pineta cercando l'ombra più fitta come per dileguarmi per fondermi, ombra anch'io, nelle tenebre, non so. So che quest'ombra
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Finalmente ebbi l'idea di uscirmene davvero, da questa vita, con la mia creatura in braccio. Non c'era più posto per me nella vita. E andai di nuovo
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sofferenti. Anche la padrona era ricaduta nella sua triste indifferenza: lasciò che Albina le prendesse di grembo il bambino già di nuovo addormentato e lei
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- Come il tempo è passato! - proseguì la padrona, muovendo qualche passo nella camera rischiarata dalla sola fiammella nel bicchiere. - Mi sembra
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gente venuta di fuori non li lasciavano mai soli, e lei non osava prendere il bambino e portarlo nella sua camera o nel cortile, in un angolo ove
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. Che fai lì, imbambolata? - Il bambino ha la febbre: non è da cristiani portarlo in giro. Allora Davide si precipitò giù nella camera di Albina
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brigadiere rispondeva: - Io non so nulla. Non si mosse neppure quando il brigadiere entrò con le serve nella camera attigua: sollevò però la testa nel sentire
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lana lo avvolgevate, d'inverno; era un bel bambino, però! E bello anche da ragazzo. Mentre il dottore parlava così, Bona si sentiva un sassolino nella
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Questa volta, però, suo malgrado è costretto a fermarsi, a interessarsi della creatura abbandonata nella strada: lo impressiona la strana riluttanza
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da pranzo, penetrava nella camera di Albina e si metteva accanto al letto dov'era il bambino, e lo toccava timidamente, gli parlava sottovoce, poteva
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pieghe e i suoi pomi di carne: era quasi un corpo maturo, nella sua piccolezza, con la pelle aderente alle ossa sottili; quasi limato da una lunga
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davano sulla strada odoravano di vernice: ed erano chiusi. Ma più in là vedo un cancelletto aperto nella siepe dell'aia: lo spingo, senza pensarci più che
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nella sventura, cominciando dalla zia e continuando nei miei istitutori e nei compagni. E con questi eravamo stati sempre allegri e spensierati: mi
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. Qualcuno doveva entrare ed uscire liberamente nella mia possessione: a che farci non sapevo: non c'era nulla da prendere; tuttavia l'istinto della
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Mi sembra di vederla: con i capelli che nella lotta le si erano sciolti e sgorgavano a ondate nere dal fazzoletto rosso, e gli occhi spauriti, ove Ia
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