La principessa di Roccasciano, sprofondata nella grande poltrona di velluto rosso, con uno scialle avvolto sul petto scarno e una coperta sulle gambe
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pistacchio e amarena! Il gelato costava cinque soldi e lo spumone il doppio; ma don Tino l'aveva fatto con coscienza, nella sorbettiera nuova, e
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Alla luce del giorno i guasti prodotti nella casa della principessa apparivano da ogni parte. Sui divani, sulle poltrone, il grasso delle capellature
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l'amico Agostino, che passava tutte le sue ore libere nella bottega. - È buona per gli scuoia-cani della città, la Gazzetta! - Il vero giornale è la mia
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soltanto in casa della nobiltà. Perfino i servi avevano belle maniere, e il cameriere che lo aveva accompagnato in giardino, e poi nella sala dei rinfreschi
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. - Vogliono scannare la gente, dallo strappa-denti! - diceva Saverio Conterino, guardando i lavori che si facevano nella bottega. - Avete inteso chi prendono
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che mi rende alla bottega. Appunto Fanny, che era avvezza a veder gente, si sentiva opprimere nella solitudine. - Venite a trovarci, la sera; quella
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-Io direi di andare a bere. Nella bettola, in piedi, gridando e canticchiando, la comitiva si dissetava. Salvatore rifiutava il bicchiere, ma gli
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«Piccolo salone Venezia» che parevano mignatte appiccicate sulle lastre. Di lì seguiva i lavori nella sua antica casa, dove i muratori voltavano l'arco
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parte del cortile, all'angolo della via del Seminario. Tutto il tempo in cui era libero, egli se ne stava seduto nella bottega, accanto alla Vincenzina
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, avrebbe data ancora la caccia al centesimino! E poi, quello non era il modo di educare i ragazzi: tutto il giorno nella corte, a giuocare col mozzo di
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Ora che aveva la macchina, la Nunziata non trovava più le difficoltà di prima a scendere nella sartoria, ci stava invece volentieri, e si occupava un
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moglie. Finalmente spuntò il giorno sospirato, e nella sartoria ci fu una grande confusione, con gli invitati arrivati troppo presto, mentre la
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andò a bussare al numero 7. Nessuno rispose. Bussò più forte. Il silenzio nella camera era profondo. Col pugno, col piede, quella tornò a picchiare, a
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incominciarono la partita. A un tratto i brevi rintocchi di una campanella risuonavano nella lontananza, si avvicinavano, sembravano estinguersi sotto il
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musica nella piazza affollata, e le donne stavano davanti agli usci, pigliando il fresco, Alfio Balsamo non sapeva star fermo, e portava in giro il suo
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all'abbeveratorio, chi alla fattoria. Alfio Balsamo e gli altri pagati a giornata si riunivano nella stanza del fattore, a merendare: ognuno aveva la sua
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: correva al pozzo con due enormi mezzine di latta, una per mano; attizzava il fuoco nella stalla, sotto il calderone dove ribolliva l'acqua; insaccava il
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, gli tiro una carabinata nella schiena. Qualche volta la faceva perfino ridere! - E ho visto Rosario Cerbini che passa troppo spesso per questa via
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il sindaco che ha il contravveleno!.. - Saremo noi che creperemo! - E noi vogliamo la festa!.. Viva la festa!.. Nella sala del consiglio, il baccano
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