Una Sala nell’Appartamento di Amneris.
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(Mathieu e l’Incredibile, entrati già da un po’ nell’aula, alzano subito la mano presentandosi come testimoni.)
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(Gérard fa un passo minaccioso contro Fouquier Tinville, un urlo di sdegno scoppia contro a lui nell’aula.)
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Strangolabene che ritorna nell’osteria.
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Il Chiostro del Convento di San Giusto, come nell’Atto II. – Notte. – Chiaro di luna.
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Il Chiostro del Convento di San Giusto come nell’Atto primo. – Notte – Chiaro di luna.
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Il Chiostro del Convento di San Giusto come nell’Atto secondo. – Notte. – Chiaro di luna.
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L’Asilo dei Solitari come nell’Atto II. – Notte. – Chiaro di luna.
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Gualtiero – Fidelia nell’alcova; poi alcune Fanciulle.
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come nell’Atto Primo.
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La villa di Fedora nell’Oberland.
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(Olga scende frettolosa nell’antisala verso il canapè, mentre molte coppie rientrano dal fondo.)
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Nel lato destro del fondo la comune aperta e rischiarata, che conduce nell’anticamera.
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In fondo, lampadari e doppieri accesi: nell’antisala una lampada veneziana scendente dal soffitto: fiori in ogni canto.
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Nell’aria greve e letale pur tuttavia vagano incerte ombre strane.
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(e il giovane rapido solleva la fanciulla, stretta a sé, avvinghiandola, mormorando nell’abbraccio:)
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(Afra e l’Hagenbach si salutano. – Afra rientra nell’osteria).
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L’Hagenbach compare dietro il ponte; egli cammina a tentoni nell’oscurità.
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Scena nel Castello di Macbeth, come nell’Atto Primo. Notte.
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Scena nel Castello di Macbeth, come nell’Atto Primo. – Notte.
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Scena nel Castello di Macbeth, come nell’Atto Primo. – Notte.
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(entrano nell’osteria)
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(note melodiche diffuse nell’aria).
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Poi Mefistofele solo nell’ombra.
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Scena: Laboratorio di Faust come nell’atto primo ma qua e là diroccato dal tempo. Voci magiche sparse nell’aria. Faust seduto sul seggiolone e
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(note melodiche diffuse nell’aria)
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Rubria è rimasta sola nell’orto. Il canto s’affievolisce allontanandosi.
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La viva luce diurna entra dall’arco esterno nell’Oppidum.
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Fanuèl va frugando a sua volta nell’ombra lungo la parete di destra.
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Nello stesso tempo s’è spento il raggio che illuminava Asteria. Il sacrario ripiomba nell’oscurità.
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Scena come nell’Atto Secondo. Le tende sono tirate sui veroni del fondo. Una lucerna arde sulla tavola.
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(nell’atto che tutti s’avventano contro Renato, Amelia fuori di sé inframettendosi, lascia cadere il velo)
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Bosco come nell’Atto I, il quale divide il campo di Attila da quello di Ezio. È il mattino.
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Stanza deliziosa nell’Harem di Seid.
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Spiaggia del mare come nell’atto primo. Si vedrà una nave ancorata.
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(entrano nell’aula del Consiglio)
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Stanze private del Doge come nell’Atto Primo.
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Le prigioni di Stato. Poca luce entra da uno spiraglio praticato nell’alto del muro.
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(entrano nell’aula del Consiglio)
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Stanze private del Doge come nell’Atto primo.
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Le prigioni di Stato. Poca luce entra da uno spiraglio praticato nell’alto del muro.
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(entrano nell’aula del Consiglio.)
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Stanze private del Doge come nell’Atto Primo.
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Le prigioni di Stato. Poca luce entra da uno spiraglio praticato nell’alto del muro.
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Recinto nell’Harem.
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(grida e canti nell’interno del bosco)
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Foresta come nell’ultima scena dell’atto III.
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Appaiono due silenziari: attendono immobili nell’intercolunno centrale.
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(La corda è tagliata e il lampione cade. La scena rimane quasi nell’oscurità.)
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Nell'estasi d'amore, sognavo le dolci carezze, i baci tuoi.
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Accademia della crusca
