Cosima
QUESTO VOLUME È STATO IMPRESSO NEL MESE DI SETTEMBRE DELL'ANNO MCMXLVII NELLE OFFICINE GRAFICHE VERONESI DELL' EDITORE ARNOLDO MONDADORI
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lisci, dello stesso colore, quasi della stessa lucentezza, un non so che di carezzevole e languido in tutta la persona, anche nel modo di trascinare la
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a bambini smarriti nel bosco, e andava a cercarli, e si smarriva anche lei nelle ombre di una selva pericolosa: quella della disperazione. Attiguo
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di chi si contenta di viverla.» Le giornate erano quasi sempre grigie, nel freddo mattino del tardo autunno: ma a poco a poco il cielo si schiariva e
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quando bambina l'immagine della nonna le rimescolava nel subcosciente un mondo atavico avventuroso e fiabesco. La cerimonia e la musica accrescevano
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scrivere, sul tavolinetto della camera da letto, davanti alla piccola finestra nel cui vano ronzavano le vespe senza però venire dentro. Inutile, fino
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posto nella culla ad un altro. Primitiva era anche questa culla, come scavata nel tronco d'un noce, senza veli né ornamenti, e non rimaneva mai vuota
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altrui, ricca di dolori, di miserie, di esaltazioni e di umanità umile e grande nello stesso tempo, come nel cerchio nero del molino di olive. Non contava
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ripartí la mattina presto, con la promessa di tornare nel pomeriggio e passare la notte nella casetta, per sorvegliare il malato, mentre la madre e
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ricadere nel pugno. Cosima lo vedeva bene: erano monete che sembravano nuove, alcune col profilo melanconico e rapace di Napoleone III, altre col
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Quella notte, nel letto ben riparato della sua camera alta, Cosima sognò la nonnina. La nonnina era viva, tale quale s'era lasciata vedere l'ultima
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paraninfo, come d'uso nel luogo; ma non osava opporsi alla progettata vicenda, e in fondo sperava che tutto andasse bene. Solo minacciava di bastonare le
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abitavano nel palazzo. A questo punto bisognava assolutamente mostrarsi commossa, e, potendolo, fare, dall'alto della rampata della scala, un discorso di
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la sorpresa paurosa con cui aveva guardato nel pugno di Elia le monete d'oro: e il profumo quasi violento delle rose, e il loro colore, le parvero vivi
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Il paese del vento, di Sino al confine; sul giardino vedi il racconto intitolato Casa paterna in Nell'azzurro, nel quale racconto trovansi anche
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Questa nascita, inoltre, portava un certo cambiamento di vita. Le due sorelle maggiori dovevano sistemarsi nella camera alta, per lasciar posto, nel
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bisaccia, e ne trasse un piccolo dolce schiacciato nel suo involucro di carta velina. Cosima volle sgridarla; le diede un colpettino sulla mano, ma avrebbe
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sera infatti ricominciò a cadere, fitta e incessante; furono chiuse e sprangate porte e finestre, quasi contro un nemico, e nel silenzio profondo le voci
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febbre altissima e cominciò a sognare le cose piú strane e spaventose. Giaceva nel letto della camera a pian terreno, e nei momenti di lucidità vedeva il
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color di rame dei primi giorni di ottobre passano sul cielo basso di un azzurro intenso eppure luminoso, e la voce della maestra risona nel silenzio
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le roccie, illuminato dal tramonto, credendolo una cosa sovrannaturale, e, nel vederlo scendere si erano inginocchiati presi da terrore superstizioso
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di tutto punto, decisi a tutto, protetti anche, o per amicizia, o per complicità, o per paura, da una vasta rete di favoreggiatori, infieriva nel
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dei fratelli di Cosima. Se n'era avuto un caso nel disgraziato. Juanniccu. E un altro caso anche piú doloroso colpi un cugino, figlio di una sorella
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fatalità che si era annidata nel suo cuore, poiché questo cuore era poi fisicamente e moralmente forte, ella aveva ereditato dal padre e dagli avi
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meravigliose regioni del Continente. Se non altro ella avrebbe voluto restare lì sullo spalto dei macigni, come la castellana nel solitario maniero, a
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medaglia aveva il suo rovescio segnato da una croce dolorosa; poiché se il direttore dell'Ultima Moda, nel pubblicare la novella presentò al mondo
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voleva niente, neppure che egli sospettasse del suo amore per lui. Amore. La parola era finalmente sbocciata, nel cuore e sopra tutto nella coscienza
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lucerna primitiva, di ferro nero, a quattro becchi; una specie di padellina quadrata, nel cui olio allo scoperto nuotava il lucignolo che si affacciava a
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festa della piccola Madonna. La leggenda raccontava che un vescovo, forse di Pisa, nel viaggiare per la sua visita pastorale nell'isola, colto da
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fuori in campagna, e Santus dorme uno dei suoi soliti terribili sonni, ella si slancia nel mondo delle sue fantasie, e scrive, scrive, per un bisogno
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