si manifesta impetuosa e prepotente nei quadri del Delacroix; e v’è, invece, un colorito freddo, severo, solenne.
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. È sorta una nuova letteratura che nei romanzi, nei drammi, nei giornali, sotto scusa di descrivere il mondo come è, sotto il nome di realismo
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Studiare il vero, studiare la natura umana e ritrarla nei quadri, è oggi necessità inesorabile dell’arte moderna. Il realismo s’incontra nella storia
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necessario; perchè è un mezzo con cui solleva se stessa, e si tiene in sull’avviso, per non perdersi nei minuti particolari, e non smarrire l’unità della
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’altro vuol raggiungere il finito della miniatura. Eppure, in tanta varietà v’è come una grandissima uniformità. L’arte e la vita si sono divise nei
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soggetti greci e romani, nei quali l’effetto generale, artistico, è sempre mirabilmente colpito, sebbene il valore individuale dei personaggi sia spesso
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morte di Cesare, o i suoi gladiatori di grandezza al naturale, avrebbe visto crescere i suoi difetti. La mancanza d’individualità nei personaggi sarebbe
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Fra le scuole che risorgono va oggi annoverata la spagnola. Nei quadri del Rosales e del Palmaroli si vede una vecchia maestria, animata d’uno
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aveva gettato gli animi, e si ebbero Fichte, Hegel, Schiller, Goethe e una pleiade numerosa d’uomini grandi. Fu appunto nei giorni dello sgomento che
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convenzioni, come i Puristi nei dizionari e nei frasari. La statua greca non fu per essi altro che una sorgente di regole e d’artificiosi meccanismi, dati
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riprodurle nei loro quadri, quando essi avevano sotto gli occhi Giotto e tutto il Trecento; Masaccio, Beato Angelico e tutto il Quattrocento, i quali con
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attitudini al disegno, che si rivelano anche nell’abilità degli scarpellini toscani, negl’intagli in legno, nei lavori d’alabastro, ec., fecero sorgere
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studiare il vero, con un sentimento cosi genuino, così semplice della natura, che i soggetti meno importanti acquistarono nei suoi quadri un valore
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municipali. Federigo II, Federigo Barbarossa, Gregorio VII, tutti quei personaggi nei quali s’è, per un momento, concentrata la storia d’Italia e d’Europa
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e superba di se stessa, si trovava continuamente imitata nei saloni delle altre nazioni. Tutto ciò era come un giudizio visibile e parlante in favore
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una figura più epica ad un tempo e più tragica. Ma la tragedia non si manifesta nei lineamenti contratti, nel gesto convulso. L’attitudine della
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quali quella medesima stampa, nei medesimi giornali, si mostrava tanto generosa di lodi. Lasciamo dunque da un lato i premi ed i giornali.
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nei suoi tentativi. Tutte le esposizioni che hanno luogo in Firenze, ci mostrano ingegni nuovi, tentativi diversi; ma pochi arrivano a cavare dal
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linguaggio nei colori e nella luce, se in essi e con essi deve vivere e manifestarsi, se per lui i pensieri debbono tradursi in armonie sempre varie e
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è risparmio di spesa; ma una linea barocca costa quanto una elegante, e quello che si spende nei nostri saloni, per supplire con un lusso sfoggiante
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