’ammasso globulare M 80 nello Scorpione. Sua è anche la scoperta della nebulosa M 78 nella costellazione di Orione. In un tempo in cui il cielo era ancora
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ambita: le nuove comete. Iniziò il 12 settembre 1758 con la Nebulosa del Granchio (M 1), nella costellazione del Toro, mentre inseguiva una cometa apparsa
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“una stella strana, piuttosto nebulosa, forse una cometa” nella costellazione dei Gemelli. Segnalò l’osservazione a Watson, che a sua volta ne riferì
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Morì nel 1827. Il suo nome rimane legato alla “teoria di Kant e Laplace” secondo la quale il sistema solare nacque dal collasso di una nebulosa in
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luglio 1830 scambiandolo per una nebulosa planetaria e Michel Lefrançois, nipote di Joseph Jerome de Lalande il 6 e 8 maggio 1795. Questi addirittura aveva
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valida fotografia della Nebulosa di Orione dopo una posa di 51 minuti al rifrattore da 28 centimetri di Alvan Clark. Nel 1882 a Città del Capo David Gill
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All’ex merciaio Huggins siamo debitori della dimostrazione che, oltre alla nebulosa di Orione, anche una nebulosa nella costellazione del Drago è
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nebulosa, il nucleo implode generando stelle di neutroni o buchi neri, come scoprirà il fisico indiano Subrahmanyan Chandrasekhar.
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Per dieci anni Hubble fotografò nebulose galattiche ed extragalattiche e ne studiò lo spettro. Periodicamente fotografava la nebulosa (galassia) di
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Palomar intitolato a Ellery Hale, famoso astronomo solare e progettista di strumenti. Riprese “R Monocerotis”, una stella variabile immersa in una nebulosa
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Nel collasso, le stelle di medie dimensioni, come il Sole, si trasformano in nane bianche molto dense, disperdendo nello spazio una nebulosa che
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nebulosa di Orione e la Via Lattea, che descrive come un pulviscolo di stelle. Quest’ultima osservazione merita un commento perché fu una scoperta più
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